venerdì 7 gennaio 2011

Schneider Marius, Pietre che cantano. Musicologia comparata.

MARIUS SCHNEIDER | PIETRE CHE CANTANO | (Singende Steine) STUDI SUL RITMO DI TRE CHIOSTRI CATALANI | DI STILE ROMANICO | 
TRADUZIONE DI AUGUSTO MENDUNI | CON UNO SCRITTO DI ELEMIRE ZOLLA |
Milano, Edizioni SE, 2005 [Testi e Documenti 155]

Interessantissimo testo: particolarmente alle dense pagine del Cap. II: Le melodie liturgiche nei chiostri di San Cugat e di Gerona (pp. 23-56).
Ivi, pp. 33 sgg. l'Autore si diffonde in una minuziosa analisi dei motivi icnografici ed in specie icnologici del tessuto musicologico-simbolico-narrativo dei cicli plastici di cui ai capitelli nelle emergenze architettoniche claustrali ed episcopali di Gerona.













Sade - Smooth Operator 1984
(Su: http://www.youtube.com/watch?v=sOI8ae3Lub8)
(Condivisione: http://youtu.be/sOI8ae3Lub8)
(Caricato da fritz51313 - 17-mar-2010 - si ringrazia)





Viaggiare.

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Progetto Parzifal


MARIUS SCHNEIDER | PIETRE CHE CANTANO | (Singende Steine) STUDI SUL RITMO DI TRE CHIOSTRI CATALANI | DI STILE ROMANICO | 
TRADUZIONE DI AUGUSTO MENDUNI | CON UNO SCRITTO DI ELEMIRE ZOLLA |
Milano, Edizioni SE, 2005 [Testi e Documenti 155]

Interessantissimo testo: particolarmente alle dense pagine del Cap. II: Le melodie liturgiche nei chiostri di San Cugat e di Gerona (pp. 23-56).
Ivi, pp. 33 sgg. l'Autore si diffonde in una minuziosa analisi dei motivi icnografici ed in specie icnologici del tessuto musicologico-simbolico-narrativo dei cicli plastici di cui ai capitelli nelle emergenze architettoniche claustrali ed episcopali di Gerona.













Sade - Smooth Operator 1984
(Su: http://www.youtube.com/watch?v=sOI8ae3Lub8)
(Condivisione: http://youtu.be/sOI8ae3Lub8)
(Caricato da fritz51313 - 17-mar-2010 - si ringrazia)







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Dolci Presenze del Viandante seguono l'Ombra in questo Silenzio popolato di Assenza.











Viaggiare. Dentro. Fuori.
Occhi. Lago di Nuvole.












- blog a cura di Giovanni Pititto
(E-mail:
parzifal.purissimo@gmail.com
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4 commenti:

  1. Marius Schneider e il mistero dei chiostri
    Il grande etnomusicologo alsaziano Marius Schneider ( 1903 – 1982 ) , profondo conoscitore del rapporto tra simbolismo animale e notazioni musicali , trasferitosi dopo la guerra in Catalogna , inizia lo studio dei capitelli dei chiostri romanici di San Cugat , di Gerona e di Ripoll . Tale studio , una volta completato , viene pubblicato nel 1976 da Archè e nel 2005 da SE ( con prefazione di Elemire Zolla ) nel libro ” Pietre che cantano “, considerato da studiosi del calibro di E. Zolla , F . Cardini , M. Jevolella come uno dei piu’ importanti del secolo . Nella sua ricerca , infatti , Schneider , assegnando a ciascuna figura animale dei capitelli un valore musicale ricavato dalle corrispondenze simbolico-musicali della tradizione indu’ , trova che la sequenza dei capitelli dei chiostri corrisponde esattamente agli inni gregoriani dedicati ai santi venerati in quei chiostri . Qui veramente la realtà supera alla grande la fantasia e si può parlare a pieno diritto di ‘ mistero ‘ . E lo stesso Schneider , proprio pensando ai tanti misteri che ci circondano , scriveva : ” il sacro parla al cuore , ma l’imperscrutabile non diventa percettibile per colui che è insensibile .. passa innanzi a lui silenzioso e senza splendore ” . -
    Tagged: M.Schneider, Zolla on mercoledì, luglio 25, 2012 · No Comments »
    (Da: http://www.portadidamasco.it/marius-schneider-e-il-mistero-dei-chiostri/)

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  2. 1. Anima mundi.
    Ritratto di Marius Schneider (Antonello Colimberti)
    Ricorrono nella storia della cultura nomi la cui importanza, inizialmente confinata in una cerchia ristretta di addetti ai lavori, si manifesta nel corso del tempo come quella di veri e propri Maestri del pensiero. È il caso di un autore come Marius Schneider, personaggio di tale rilievo da poter ben figurare accanto a insigni intellettuali del Novecento quali Carl Gustav Jung o Henry Corbin (scegliamo questi esempi per una qualche affinità con il Nostro, sia pure nell’originalità di ciascuna ricerca, come vedremo più avanti).
    Marius Schneider nasce ad Hagenau, in Alsazia nel 1903, la sua formazione attraversa varie discipline (filologia, musicologia, pianoforte, composizione) e si compie in varie città (Strasburgo, Parigi, Berlino). È a Berlino che inizia quella lunga e straordinaria ricerca comparata tra la polifonia extraeuropea e quella europea, i cui frutti saranno ! raccolti in una monumentale Storia della polifonia, pubblicata a Berlino nel 1934. Nel 1933 assume la direzione del “Phonogramm-archiv”, accettando di convivere con il regime di Hitler fino al 1944, quando si allontana dalla Germania per riparare in Spagna. In questo periodo, tra l’altro, Schneider studia il simbolo dello svastica, ma, al pari di René Guénon, in un senso ben differente da quello nazista. A Barcellona, nella sezione etnomusicologica dell’Istituto di Musicologia, intraprende una colossale indagine sul simbolismo musicale sia delle antiche culture superiori che della musica primitiva, che porterà alla pubblicazione di due importanti opere: Gli animali simbolici e la loro origine musicale nella mitologia e nella scultura antiche e La danza delle spade e la tarantella. La sua carriera accademica si svolge in seguito nelle università di Colonia (1955-1968) e di Amsterdam (1968-1970); in questo periodo oltre a numerosi saggi su riviste ed encic! lopedie pubblica la sua opera forse più famosa, Pietre che cantano. Nell’ultimo periodo della sua vita (muore a Marquarstein, in Baviera, nel 1982) pubblica numerosi saggi sulla rivista di Elémire Zolla “Conoscenza Religiosa”. Dalla sua enciclopedica opera estrapoleremo due temi centrali, la cui originalità non riteniamo sufficientemente riconosciuta: il primitivismo e il simbolo sonoro.
    (Da: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/musicaemistica/schneider.htm)

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  3. 3. Anima mundi.
    Ritratto di Marius Schneider (Antonello Colimberti)
    Simbolo sonoro
    L’originalità del pensiero di Schneider si afferma compiutamente nella nozione di “simbolo sonoro”. Per il Nostro le idee e gli oggetti più diversi, riuniti grazie a un ritmo comune, finiscono col formare in noi un insieme semicosciente che è linguisticamente inesprimibile, ma caratteristico dell’esperienza simbolica. Pur non avendo un significato concettuale, tale insieme possiede un senso espresso dal ritmo che li riunisce e che la musica può riprodurre più di ogni altro linguaggio, perché la manifestazione più alta e essenziale del ritmo è il ritmo sonoro. Se ciò evidentemente già supera ogni idea di simbolismo musicale che la storia della musica occidentale conosca (per lo più nient’altro che immagini trasferite sul piano acustico), Schneider vi aggiunge quella differenza che gli sta a cuore tra cultura primitiva e alta cultura. Così, in evidente consonanza con le nozioni junghiane di “simbolo vivo! ” e “simbolo morto”, distingue il ritmo-simbolo dell’uomo primitivo, in quanto ritmo percepito fuggevolmente ed espresso da un simbolo vivo (da lui chiamato “grido-simbolo”) dal ritmo-simbolo dell’uomo delle alte culture che lo raffigura come oggetto morto, scolpito in pietra, e che, nonostante finga un ritmo di vita, è in realtà un oggetto inanimato. Ancora una volta ad un ritmo direttamente esperito col proprio corpo si oppone un ritmo fissato nello spazio, addirittura materializzato nella pietra. Come dice Schneider invece di operare dentro la Natura, ci si pose di fronte ad essa; invece di cantare o emettere gridi-simboli, si fabbricarono strumenti con forme o ornamenti di animali per fare musica.
    Non solo, ma, al pari di Carl Gustav Jung per il quale il simbolo getta un ponte tra l’io cosciente e l’inconscio, per Marius Schneider il simbolo sonoro getta un ponte fra un mondo primordiale puramente acustico e subcosciente e un mondo materiale perfettamente conscio. In altri termini, al simbolo sonoro viene a corrispondere il mondo semicosciente del suono luminoso (è evidente qui la coincidenza di tale regno intermedio con ciò che Henry Corbin ha chiamato l’”Immaginale”), che funge da mediatore tra il cielo e la terra e che ha il compito, attraverso il rituale, di far risuonare il ritmo del tempo primordiale sino ai confini della visibilità, risvegliando nelle figure materiali della terra la coscienza della loro originaria sostanza acustica. Così facendo, il rito imbeve di divino ciò che è terreno, di spiritualità acustica ciò che è soltanto fisiologico, e al tempo stesso rende vero il falso e fal! so il vero, alterando ogni conoscenza fondata sul principio di non contraddizione, per il quale una cosa è solo questo e non altro. Qui si tocca un punto decisivo e finale: per Schneider una musica “naturale” (così come ogni attività “naturale”) non è il rispecchiamento di un ordine delle cose fissato una volta per sempre e codificato da una Scienza (antica o moderna che sia), ma piuttosto un rituale che, “riconduce” ciò che è materiale verso ciò che è immateriale, giungendo infine in un luogo che non né materiale né immateriale, ma da sempre disponibile alla coscienza dell’uomo: il Sé o fondo dell’Anima.
    (Da: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/musicaemistica/schneider.htm)

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  4. 4. Anima mundi.
    Ritratto di Marius Schneider (Antonello Colimberti)
    Bibliografia in lingua italiana di Marius Schneider
    -Il significato della musica, Rusconi, Milano 1970;
    -Gli animali simbolici e la loro origine musicale nella mitologia e nella scultura antiche (or. 1946), Rusconi, Milano 1986;
    -La musica primitiva (or. 1960), Adelphi Edizioni, Milano 1992;
    -La danza delle spade e la tarantella (or. 1948), Argo, Lecce 1999;
    -La nozione del tempo nella filosofia e nella mitologia vedica, in Ecologia della musica (a cura di Antonello Colimberti), Donzelli Editore, Roma 2004;
    -Pietre che cantano, Guanda, Milano 1980;
    -La musica primitiva, in Storia della musica, vol. I/Musica antica e orientale (a cura di Egon Wellesz), Feltrinelli Editore, Milano 1962;
    Molti saggi di Marius Schneider sono stati inoltre tradotti e pubblicati sulla rivista “Conoscenza Religiosa” (1969-1982) diretta da Elémire Zolla.
    (Da: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/musicaemistica/schneider.htm)

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