Adolfo Wildt
Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi Fontana, Melotti, Broggini e gli altri, Catalogo Mostra Brescia, 23 gennaio-25 aprile 2000, Skira, 2000, pp. 236 - Lingua: Italiano - ISBN-13: 9788881186372 - ISBN: 8881186373.
(copertina)
(ved. Bibliografia, n° 22).
Sommario dell'opera
Adolfo Wildt. L'anima e la sua veste (Elena Pontiggia), p. 11.
Wildt e lo stile decò (Rossana Bossaglia), p. 33.
Adolfo Wildt: le grandi Giornate di Dio e dell'Umanità (Lorella Giudici), p. 35.
Catalogo delle opere (a cura di Elena Pontiggia), p. 39.
Schede tecniche (a cura di Lorella Giudici), p. 173.
Apparati, p. 181.
Biografia di Adolfo Wildt (a cura di Elena Pontiggia), p. 183.
Antologia di scritti (a cura di Lorella Giudici), p. 205.
Momenti di critica wildtiana (a cura di Lorella Giudici), p. 215.
Biografie degli allievi (a cura di Lorella Giudici), p. 221.
Bibliografia (a cura di Lorella Giudici), p. 225.
Adolfo Wildt, Vir temporis acti, 1911, opera dispersa.
(foto d'epoca Emilio Sommariva)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
(foto d'epoca Emilio Sommariva)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
Elena PontiggiaAdolfo Wildt
Uomo antico, 1911, Bronzo, h 56 x 42 cm (cat. n. 5)"Intorno al 1911 Wildt scolpisce un grandioso busto oggi disperso: Vir temporis acti, l'uomo del tempo passato. È la potente figura di un soldato che si percuote con lo staffile, simbolo della mortificazione ascetica, ma anche della durezza delle epoche passate, delle lacrime e del sangue di cui gronda ogni storia. In lui, però, si racchiude un'incontenibile energia vitale, simboleggiata dai capezzoli a forma di fiore. (1)
Anche il Vir, al pari del Crociato, è un emblema dell'uomo che soffre ma che, nonostante la sofferenza, lotta per il proprio ideale, conduce il suo sacrum bellum, come testimonia silenziosamente la spada al suo fianco. Tra la frusta e l'elsa, fra la violenza subita e quella inferta, è certo la prima a prevalere. Ma la grandezza dell'eroe non consiste nella vittoria. Consiste, evangelicamente e wagnerianamente, nella nobiltà del sacrificio.
Il volto (che Wildt considera anche come opera autonoma, dandole il nome di Uomo antico) esaspera l'anatomia visionaria avviata dall'Autoritratto, mostrando l'avvenuta assimilazione dell'espressionismo tedesco. Così le vaste arcate sopraccigliati si sollevano sopra il fondo gorgo degli occhi, i muscoli della fronte si aggrottano convulsamente, le vene del collo si gonfiano come se colassero. A questo stravolto paesaggio facciale fanno riscontro particolari innaturalmente decorativi, come l'andamento ondulato dei capelli, la corolla dei capezzoli o l'elaborato fregio della spada. Ma la grazia dei ritmi ornamentali e l'enfasi della resa anatomica hanno uno stesso fine: concorrono in modo uguale e contrario ad allontanare la figura dal realismo, a forzare la verità della natura in nome della verità della forma.
Si mescolano nell'opera echi classici (il Giove di Otricoli, il Laocoonte) e secessionisti. In particolare i motivi decorativi dei capelli e della spada fanno pensare al guerriero del Fregio di Beethoven di Klimt. Tutto l'espressionismo di Wildt, del resto, si avvicina a certi esiti "barbarici" degli scultori della Secessione: ad Andri, ad esempio. Questa affinità, però, non si traduce in similitudini precise, perché la singolare mescolanza, in Wildt, di classicità, simbolismo ed espressionismo, e soprattutto l'ostinato mestiere che lo porta all'altissima definizione della forma, non ha riscontro nel primitivismo sbozzato di artisti come Andri, appunto, o come Mestrovich, a cui Wildt fu spesso accostato.
La spada isolata, poi, persegue un'intuizione formale che l'artista svilupperà in altre opere, dalla Madre adottiva all'Anima dei Padri. E' l'idea della funzione plastica della linea, della scultura come pura geometria bidimensionale. Sotto le apparenze di uno scudo, di una spada o di un nastro, Wildt introduce una nozione di scultura come "disegno nello spazio" (per usare l'espressione di Gonzales), di cui faranno tesoro i suoi allievi. Acquistato nel 1912 dal Museo di Konigsberg, Vir temporis acti è ora disperso. Rimangono, in collezioni private, i particolari del busto e alcuni esemplari della testa".Elena Pontiggia, op. cit., Catalogo delle opere. Scheda n° 5, p. 48)
(Nota 1)
"Ricorda Ojetti: "S'era davanti al torturato marmo del Vir temporis acti, schiavo o guerriero, con una spada al fianco e uno staffile sulla spalla, - Perché i seni di quel tetro gigante finiscono in un fiorellino a sei petali? - Perché? - mi risponde il Wildt - Dal capezzolo esce il fiore del latte e della vita" [Ojetti 1926, (2), p. 462]. Scriveva invece Salvaneschi nel 1913: "La spada conficcata accanto al torso nudo vuol rappresentare lo spirito cavalleresco dell'epoca: il segno di tortura gettato sulle spalle vuol spiegare l'ignoranza che avvolgeva il popolo" [Salvaneschi 1913, (2), p. 2]". (Ibid.)
Adolfo Wildt Uomo antico, 1911.
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
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I libri di Losfeld
Adolfo Wildt
Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi Fontana, Melotti, Broggini e gli altri, Catalogo Mostra Brescia, 23 gennaio-25 aprile 2000, Skira, 2000, pp. 236 - Lingua: Italiano - ISBN-13: 9788881186372 - ISBN: 8881186373.
Adolfo Wildt, Vir temporis acti, 1911, opera dispersa.
(foto d'epoca Emilio Sommariva)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
(foto d'epoca Emilio Sommariva)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
Adolfo Wildt Uomo antico, 1911.
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
(Ill da: Elena Pontiggia (a cura di), Adolfo Wildt e i suoi allievi, cit.)
Dolci Presenze del Viandante seguono l'Ombra in questo Silenzio popolato di Assenza.
Viaggiare. Dentro. Fuori.
Occhi. Lago di Nuvole.
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