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sabato 1 agosto 2020

2005. Cosimo Damiano Fonseca, BRÉHOLLES, JEAN-LOUIS-ALPHONSE.

HUILLARD-BREHOLLES, JEAN-LOUIS-ALPHONSE

di CCosimo Damiano Fonseca - Federiciana (2005)
HUILLARD-BRÉHOLLES, JEAN-LOUIS-ALPHONSE. - Nacque nel 1817 da Alphonse-Charles-Marie-Nicolas e da Elisabeth-Josephine Tonus a Parigi dove verosimilmente compì i suoi primi studi conseguendo l'abilitazione all'insegnamento. Nel 1830 ricevette il Prix d'Étude. Nel 1838 divenne professore di storia al Liceo Charlemagne di Parigi: incarico che tenne sino al 1842. Nel 1839 risulta già membro della Commissione nazionale per i monumenti storici e degli Archivi nazionali francesi e nel 1865 compare con la qualifica di "Sous-chef de Section aux Archives de l'Empire, Membre du Comité des travaux historiques de la Société impériale des Antiquaires". Decorato della Légion d'Honneur divenne membro dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Fu tra la fine degli anni Trenta e gli inizi degli anni Quaranta che si avviò un duraturo sodalizio con il duca de Luynes, Honoré-Théodoric-Paul-Joseph d'Albert (1802-1867), il quale assunse il ruolo di provvido mecenate delle ricerche e delle pubblicazioni di Huillard-Bréholles. Antichista, scienziato, mineralogista, chimico, poligrafo il de Luynes nel 1839 darà alle stampe un commentario storico e cronologico dei Diurnali di Matteo da Giovinazzo, mentre tre anni prima aveva incaricato l'architetto Victor Baltard di procedere al rilievo dei più importanti monumenti dei principi normanni e svevi delle province continentali del Regno di Napoli il cui testo di commento sarà redatto da H.-B.: l'opera comparirà nel 1844. Frattanto nel 1840-1842 vedevano la luce i nove volumi della traduzione in francese con il relativo commento dei Chronica Majora di Matteo Paris effettuata da H.-B. e preceduta da una introduzione dettata dallo stesso duca de Luynes, finanziatore peraltro dell'opera.
Fu in questo clima che maturarono gli interessi federiciani di H.-B. come rileva egli stesso nella ampia Notice sul duca de Luynes, personalità di spicco dell'aristocrazia francese e impegnato nell'attività politica all'Assemblea Costituente del 1848 e in prestigiose istituzioni culturali, dall'Accademia delle Scienze di Berlino all'Institut Archéologique di Roma, alla Société de l'Histoire de France, ecc. nonché partecipe della grande svolta politico-religiosa realizzatasi durante il pontificato di Leone XIII; la morte lo colse a Roma il 15 dicembre 1867 alla vigilia di un'udienza accordatagli da papa Pecci.
Dopo la pubblicazione nel 1844 delle Recherches sur les monuments et l'historie des Normands et de la maison de Souabe dans l'Italie méridionale il duca de Luynes suggerì a H.-B. come fosse necessario per una maggiore comprensione dei monumenti dell'età normanno-sveva studiare e pubblicare i documenti di quel periodo e l'attenzione fu indirizzata verso i diplomi, le lettere, i rescritti, ecc. di Federico II in quanto testimonianze significative di quella politica di compenetrazione e osmosi tra l'Italia e la Germania; e non è certo puramente casuale che la Historia diplomatica Friderici secundi, il cui primo volume comparve nel 1852, venisse dedicata dallo stesso duca de Luynes a Federico Guglielmo IV di Prussia, "de scientiis artibusque suo tempore meritissimi", ma anche erede della dignità imperiale di cui Federico II aveva difeso strenuamente il ruolo e le funzioni. Cominciò così da parte di H.-B. l'esplorazione di archivi e biblioteche, l'acquisto di libri rari, la trascrizione della cospicua serie documentaria che lo impegnarono sino al 1861 quando comparve l'ultimo volume. L'attività di editore di testi di H.-B. non si limitò all'Historia diplomatica, ma continuò con la pubblicazione a Parigi, nel 1856, del Chronicon placentinum e del Chronicon de rebus in Italia gestis interessanti in larga misura, pur con diversità di vedute, il periodo degli imperatori di casa sveva, Federico Barbarossa e Federico II: si tratta di due manoscritti conservati rispettivamente nella Biblioteca Nazionale (allora Imperiale) di Parigi, il nr. 4931, e nella British Library di Londra, il nr. 3678 del fondo Harley. Infine H.-B. concludeva la sua feconda attività di editore di fonti dell'età sveva con la pubblicazione di una biografia (e delle lettere) di Pier della Vigna comparsa nel 1865. Sei anni più tardi, il 23 marzo 1871, H.-B. moriva a Parigi.
Il contributo di H.-B. alla conoscenza dell'età di Federico II fu indubbiamente di grande importanza e di duratura fama anche se le edizioni del benemerito erudito francese vanno collocate all'interno di ben individuate opzioni metodologiche in parte, come si constaterà, non accolte con favore dalla critica degli ultimi settant'anni (v. Storiografia, Otto e Novecento).
L'Historia diplomatica Friderici secundi aveva richiesto una lunga fase di preparazione per il reperimento dei materiali negli archivi e nelle biblioteche di buona parte dell'Europa. Questo iter federicianum approdò alla raccolta di tremila documenti autentici di cui circa un terzo risultava inedito. Per la loro classificazione H.-B. si era servito dello stesso metodo utilizzato dal Böhmer, quello cioè di separare i documenti di Federico da quelli dei suoi figli collegandoli con la citazione di passi presi dalle cronache coeve, ma vi aveva apportato alcune modifiche come quella relativa all'inserimento delle lettere dei papi e di documenta varia, le prime per la loro stretta connessione con le lettere imperiali, i secondi per la registrazione di avvenimenti secondari che aiutavano a far luce sulle dinamiche politiche e sul "mouvement des esprits" (Historia diplomatica, I, p. IX).
Ogni documento è preceduto da un breve regesto con i relativi richiami di carattere diplomatistico e paleografico e brevi notazioni storiche laddove richieste; i criteri di edizione risultano piuttosto pragmatici in quanto elaborati con lo scopo di effettuare da parte dell'editore interventi di restituzione o integrazione per una 'corretta' lettura.
Comunque l'ingente mole dei documenti occupa ben undici volumi anche se la materia appare raccolta in sei parti secondo la seguente scansione cronologica: la prima dal 1198 al 1220; la seconda dal 1220 al 1227; la terza dal 1227 al 1231; la quarta dal 1231 al 1236; la quinta dal 1237 al 1241; la sesta dal 1241 al 1250. Alla fine di ogni volume si ritrovano gli Additamenta, cioè i documenti giunti o rinvenuti più tardi e che completano o rettificano alcune parti degli altri testi, oltre che tabelle e indici che facilitano la consultazione dei volumi.
L'opera portata a termine da H.-B. grazie al suo mecenate, il duca de Luynes che l'aveva ispirata, aveva incontrato già prima di essere pubblicata il favore incondizionato di studiosi di diverso orientamento; comunque per avere un'idea dei rapporti e dei contatti intercorsi per la sua preparazione basterà scorrere l'elenco di coloro verso i quali si indirizza la gratitudine dell'autore della Historia diplomatica: de Cherrier e Reinaud membri dell'Institut de France, Böhmer di Francoforte sul Meno, "l'un de ces infatigables chercheurs dont l'Allemagne est justement fière" (ibid., p. XV), Staelin e Kausler di Stoccarda, Mone di Carlsruhe, Waitz, "le célèbre professeur et critique de Göttinge" (ibid.), Voigt de Könisberg, storico dell'Ordine teutonico, Polain, archivista di Liegi, membro dell'Accademia Reale belga e, per quanto riguarda l'Italia, i fratelli Volpicella e M. Camera, "trois hommes aussi aimables qu'instruits" (ibid.), e Michele Amari "qui occupe par de si beaux travaux les loisirs de l'exil" (ibid.).
Nell'ambito della Historia diplomatica e precisamente nella terza parte (volume V), H.-B. aveva pubblicato una edizione del Corpus legislativo di Federico II sulla scorta di quella del 1786 curata da Gaetano Carcani con l'integrazione delle carte mancanti effettuata con l'aiuto di una delle tre copie secentesche che egli aveva consultato presso la biblioteca di sir Thomas Phillips a Middle Ile in Gran Bretagna. Ma per migliorare il testo egli aveva studiato altri due codici conservati nella Biblioteca Nazionale di Parigi, rispettivamente i mss. Lat. 4624 e Lat. 4625; inoltre aveva cambiato l'ordine di successione delle leggi dell'imperatore convinto di rinvenire nella versione greca la testimonianza diretta del Corpus promulgato a Melfi nel 1231, di cui era riprova il ms. parigino 4626; le restanti costituzioni tramandate nel ms. parigino 4624 furono, invece, riunite insieme con altre come Novae Constitutiones e pubblicate in appendice seguendo l'ordine del loro contenuto. Comunque l'edizione di H.-B. si distingue dalle precedenti per la sua maggiore vicinanza alla tradizione manoscritta, ma non per la sua affidabilità ai fini della consultazione tenuto conto del metodo di edizione abbastanza disinvolto, se non arbitrario. In tal senso dopo i rilievi già mossi da Hagemann (1952) sulla bontà della edizione, hanno avanzato di recente fondate riserve sia Wolfgang Stürner (1996) che Cristina Carbonetti Vendittelli (2002).
Nella prefazione alla Historia diplomatica H.-B. aveva ricordato le iniziative assunte nel Settecento circa la raccolta delle lettere di Federico II e in particolare quella messa in atto da Francesco Daniele con la pubblicazione della Vita e legislazione dell'imperadore Federico II dove era stato inserito "un classement raisonné des lettres de Pierre de la Vigne" (Historia diplomatica, I, p. IV). Il problema delle lettere del potente consigliere dello Svevo sarà ripreso un decennio più tardi da H.-B. con l'edizione della Vie et correspondance de Pierre de la Vigne comparsa a Parigi nel 1865. Nella presentazione dell'opera egli dichiarava che essa era scaturita dalla convergenza di varie circostanze: innanzitutto una memoria che lo stesso autore aveva presentato sull'argomento all'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres nel 1858 e poi l'opportunità di utilizzare in un'opera di più ampio respiro la ricchezza dei materiali che aveva precedentemente raccolto e, non da ultimo, la pregnanza del soggetto che andava ulteriormente indagato nonostante che nel 1860 fosse stata pubblicata una biografia di Pier della Vigna da parte di Giuseppe De Blasiis frutto di "recherches fort estimables" (Vie et correspondance, 1865, p. I). Accanto a questi motivi, emergono altri due scopi che attengono alla sostanza dell'opera e che ne giustificano la pubblicazione: innanzitutto l'esame del ruolo che la tradizione aveva attribuito al ministro di Federico II nel movimento di riforma del XIII sec. e che aveva suscitato forti perplessità in De Blasiis e Waithe, poi la revisione critica dei documenti relativi a Pier della Vigna molto spesso arbitrariamente interpretati. De Blasiis aveva contestato a H.-B. il disegno attribuito a Federico II e a Pier della Vigna volto a "fondare una Chiesa scismatica laicale", mentre sullo stesso argomento Waithe aveva avanzato fondati dubbi sulla interpretazione delle metafore bibliche contenute nelle lettere. H.-B. riprende l'intera materia con più ampie e articolate argomentazioni ma non discostandosi dalla sostanza della sua tesi circa la complessa vicenda esaltante e tragica del potente consigliere dell'imperatore. Comunque ancora per molti decenni quest'opera rimarrà un essenziale punto di riferimento conferendo a H.-B. un posto di rilievo nella storiografia federiciana tra Otto e Novecento.
Fonti e Bibl.: opere di J.-L.-A. Huillard-Bréholles: Grande Chronique de Matthieu Paris, traduite en français et annotée parA. Huillard-Bréholles, accompagnée de notes et précédée d'une introduction, par M. le duc de Luynes, Paris 1840-1841; Recherches sur les monuments et l'historie des Normands et de la maison de Souabe dans l'Italie méridionale, publiées par les soinsde M. le Duc de Luynes, membre de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres.Texte par A. Huillard-Bréholles; dessins par Victor Baltard, architecte, ivi 1844; Historia diplomatica Friderici secundi, sive Constitutiones, privilegia, mandata, instrumenta quae supersunt istius Imperatoris et Filiorum ejus. Accedunt Epistolae Paparum et Documenta varia. Collegit, ad fidem chartarum et codicum recensuit, juxta seriam annorum disposuit et notis illustravit J.-L.-A. Huillard-Bréholles in Archivio caesario Archivarius auspiciis et sumptibus H. de Albertis de Luynes unius ex Academiae Inscriptionum Sociis, ivi 1852-1861; Chronicon placentinum et chronicon de rebus in Italia gestis, historiae stirpis imperatoriae Suevorum illustrandae aptissima, ad fidem Parisiensis et Londinensis codicum nunc primum recensuit, edidit et praefatione instruxitJ.-L.-A. Huillard-Bréholles auspiciis et sumptibus h. de Albertis de Luynes, ivi 1856; Vie et correspondance de Pierre de la Vigne, Ministre de l'Empereur Frédéric II, avec une étude sur le mouvement réformiste au XIIIe siècle par A. Huillard-BréhollesSous-chef de Section aux Archives de l'Empire, Membre du Comité des travaux historiques de la Société imperiale des Antiquaires [...], ivi 1865; Notice sur le Duc de Luynes Membre de l'Institut, Représentant du Peuple aux Assemblées Constituentes de 1848 à 1851, Ancien Membre du Conseil de surveillance de l'Assistence publique à Paris et du Conseil général de Seine-et-Oise, Chevalier de l'Ordre du Mérite de Prusse, Membre Honoraire de l'Académie des Sciences de Berlin, Associé de l'Institut Archéologique de Rome, Membre du Conseil de la Société de l'Histoire de France [...], ivi 1868. Constitutiones regum regni utriusque Siciliae mandante Friderico II imperatore per Petrum de Vinea capuanum praetorio praefectum et cancellarium concinnatae, a cura di G. Carcani, Neapoli 1786; F. Daniele, Vita e legislazione dell'imperadore Federico II, ivi 1786; Della vita e delle opere di Pietro della Vigna. Ricerche istoriche di Giuseppe De Blasiis, ivi 1864; E. Sthamer, Studien über die sizilischen Register Friedrichs II., "Sitzungsberichte der Preussischen Akademie der Wissenschaften", 1920, pp. 584-610; 1925, pp. 168-178; 1930, pp. 78-96 (ripubblicati in Beiträge zur Verfassungs- und Verwaltungsgeschichte des Königreichs Sizilien im Mittelalter, a cura di H. Houben, Aalen 1994); W. Hagemann, La nuova edizione del Registro di Federico II, in Atti del Convegno internazionale di Studi federicianitenutosi in occasione del VII centenario della morte di Federico IIPalermo 1952, pp. 315-336; Die Konstitutionen Friedrichs II. für das Königreich Sizilien, in M.G.H., Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, II, Supplementum, a cura di W. Stürner, 1996, pp. 41 ss.; O. Zecchino, Le edizioni delle Costituzioni di Federico II, in Federico II legislatore del regno di Sicilia nell'Europa del Duecento. Per una storia comparata delle codificazioni europee. Atti del Convegno internazionale di studi organizzato dall'Università degli Studi di Messina, Messina-Reggio Calabria, 20-24 gennaio 1995, a cura di A. Romano, Roma 1997, pp. 229-259; Die Urkunden Friedrichs II. 1198-1212, in M.G.H., Diplomata, XIV, 1, a cura di W. Koch, 2002, pp. VII ss.; Il registro della cancelleria di Federico II del 1239-1240, a cura di C. Carbonetti Vendittelli, I, Roma 2002, pp. XXV-XXVII.
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