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lunedì 25 maggio 2020

2020. Pignatelli.

Le presenti note sono dell'ASN

Pignatelli Aragona Cortès, duchi di Monteleone, duchi di Terranova, principi del Sacro Romano Impero (secc. XVII-); 

Napoli, Palermo

collocazione locale 

160 locale

161 locale 

162 locale 

163 locale 

165 locale 

168 locale 

232 locale 

233 ambiti e contenuto

Nell'ambito della "querelle" sugli archivi privati che si svolse in Europa e in Italia, tra la fine dell' '800 e gli inizi del '900, rientra l'iniziativa intrapresa dalla Direzione dell'Archivio di Stato di Napoli nel 1926, che provocò l'emanazione di un decreto dell'Alto Commissario della provincia di Napoli, con il quale l'archivio Pignatelli Aragona Cortes, uno dei più importanti dell'Italia Meridionale, fu dichiarato indivisibile e inalienabile.

Per evitare la dispersione e la divisione del patrimonio documentario che questo archivio conserva, fu necessario l'intervento sistematico da parte di organi dello Stato Italiano, della Magistratura e delle autorità amministrative e archivistiche.

L'archivio Pignatelli Aragona Cortes era in origine conservato a Palermo, nel maggiore palazzo della famiglia. All'atto dello sgombero del palazzo avvenuto nel 1922, l'archivio fu trasportato a Napoli dove un altro membro della famiglia lo prese in consegna. Ma proprio il trasporto aveva arrecato i primi danni all'archivio, essendoci stata una dispersione di materiale documentario. In seguito, le liti sorte poi tra i diversi membri della famiglia e la mescolanza delle scritture con l'archivio personale del nuovo detentore, misero in allarme le autorità locali. La Direzione dell'Archivio di Stato di Napoli infatti convinse l'Alto Commissariato della Provincia di Napoli, come già anticipato, ad applicare l'articolo 5 e l'articolo 8 della legge del 20 giugno 1909 sulle Antichità e Belle Arti anche all'archivio Pignatelli Aragona Cortes. Infatti fu notificato alla famiglia il citato decreto del 1926 con il quale le si vietava "di vendere, alienare, dividere l'archivio senza il preventivo parere del Ministero dell'Interno".

In seguito ad una seconda lite scoppiata tra i componenti della famiglia nel 1929 per la proprietà dell'archivio e di quelle carte, come i titoli di proprietà, che certificavano le diverse quote ereditarie, fu intentata una causa presso il Tribunale di Napoli. Per dirimere la questione, il Tribunale decise di avvalersi del parere dei funzionari archivistici in qualità di periti. Nella sentenza pubblicata il 13 maggio 1929 si dichiarava nella premessa che la documentazione di un archivio di accertato valore storico, interessando non soltanto il soggetto che lo ha prodotto, ma anche la comunità nazionale, deve pertanto essere considerato "patrimonio ideale comune della Nazione". La sentenza così recitava: "Per quanto grandi possano essere il valore morale o l'affezione per l'archivio privato da parte dei componenti la famiglia più nobile, è interesse pubblico che archivi del genere, come fonti di preziose notizie storiche e raccolte di importante interesse...non siano smembrati a ogni apertura di successione". L'archivio Pignatelli Aragona Cortes fu pertanto dichiarato indivisibile e inalienabile e gli fu riconosciuto lo status di "universitas rerum". Si stabilì inoltre che il detentore dell'archivio, nominato di comune accordo dai coeredi o dall'autorità giudiziaria in mancanza di accordo, non avesse alcun diritto esclusivo di proprietà, ma semplicemente il compito di custodire il complesso documentario e di permetterne la consultazione agli aventi diritto. A questo punto si stilò un inventario di consistenza che vide la stretta collaborazione tra i funzionari archivistici e i membri della famiglia Pigantelli Aragona Cortès. Dall'inventario di consistenza emersero i primi dati relativi all'archivio formato da circa 10.000 unità cartacee e 1954 pergamene. Tale documentazione, di eccezionale valore storico, supera i confini territoriali dell'Italia Meridionale per estendersi al resto della penisola, ma anche alla Spagna e, fuori dall'Europa, al Messico, terra nella quale giunse il conquistatore spagnolo Hernan Cortès.

Consegnatario e custode dell'archivio fu fino al 1930 Diego Aragona Pignatelli Cortès. Dopo la sua morte, Egildo Gentile, archivista di casa Pignatelli dal 1925, fu nominato dalla principessa Rosina, consegnatario del complesso documentario cui aveva dedicato circa trent'anni di cure.

Nel 1956 questo importante complesso archivistico fu trasferito dalla dimora di famiglia sita alla riviera di Chiaia, la Villa Pignatelli, oggi Museo "Diego Aragona Pignatelli Cortès", in deposito presso l'Archivio di Stato di Napoli. Il deposito avvenne per volontà testamentaria della principessa Rosa Fici dei Duchi di Amafi, moglie di Diego Pignatelli, che aveva anche donato allo Stato la villa alla Riviera di Chiaia perché vi fosse istituito il museo. L'incarico di curare il trasferimento dell'archivio, avvenuto in 4 mesi, da gennaio ad aprile del 1956, fu affidato dal Conte Riccardo Filangieri di Candida a Jolanda Donsì Gentile, che aveva affiancato già il padre Egildo nella sua opera di ricostruzione delle serie documentarie. Al deposito del 1956, seguirono le integrazioni del 1958, in seguito al versamento di circa 180 tra volumi e buste, effettuato dal Ministero degli esteri contenenti documentazione relativa all'amministrazione dell'Ospedale di Gesù Nazareno di Città del Messico, all'azienda di Atlacomulco e ai beni dell'Italia Meridionale per i secc. XVIII-XX.

L'archivio è costituito da diversi nuclei documentari, a loro volta composti da serie e sottoserie, formatisi in epoche diverse e che si riferiscono soprattutto ai beni e ai feudi che i vari rami della famiglia possedettero nelle province napoletane, in Sicilia, in Spagna e in Messico. Si evidenziano due grossi nuclei documentari principali, uno formatosi a Napoli e uno in Sicilia con sede nel palazzo Monteleone a Palermo, dimora dei Pignatelli duchi di Monteleone, archivi che, prima di essere riuniti, ebbero storie separate.

Un primo riordinamento del complesso documentario esistente in Napoli fu affidato da Maria Carmela Caracciolo di Brienza, moglie di Diego Pigantelli Aragona Cortes seniore, duca di Monteleone, all'archivario Michelangelo Pacifici. Questi, completando il lavoro entro il 1802, divise i documenti per materia fino a costituire CXLII Scansie dove il materiale venne conservato. Il Pacifici redasse un inventario analitico e predispose due enormi pandette alfabetiche, note appunto come "pandette Pacifici" e consultabili presso l'Archivio di Stato di Napoli.

La documentazione che costituisce l'Archivio di Napoli, così riordinato e relativo ai feudi e ai beni che la famiglia possedeva in Italia Meridionale, fu trasferita a Palermo, verso la metà dell'800, nel Palazzo Monteleone e riunita all'Archivio di Sicilia. Quest'ultimo, fu riordinato da Fedele Pollaci-Nuccio per incarico ricevuto da Diego Pignatelli Aragona Cortès, duca di Monteleone e da sua moglie Rosa Fici dei Duchi di Amafi. Nel 1921, al momento dello sgombero del palazzo Monteleone a seguito di espropriazione, si decise di trasferire i due Archivi in Napoli, costituendo nella Villa alla Riviera di Chiaia un "Archivio generale della famiglia". Nel 1925 finalmente l'archivio fu trasferito. La stessa principessa Rosina interpellò il conte Riccardo Filangieri per incaricare persona esperta del suo riordino. Questo incarico fu affidato ad Egildo Gentile. Il materiale documentario fu custodito in scaffali e stipi di legno al II piano delle "dipendenze" di Villa Pignatelli su S. Maria in Portico.

Il lavoro di ricostituzione delle serie dei due archivi, integrate da quelle di recente acquisizione, terminò nel 1930.

Successivamente si provvide allo stralcio di tutte le pergamene che si trovavano ripiegate e inserite nelle diverse serie, al fine di costituire un fondo unico, mantenendo, con delle annotazioni, i riferimenti alle serie di provenienza. Furono estrapolate 1954 pergamene, ordinate secondo un criterio diplomatico e cronologico che, conservate in appositi armadi a cassettiera, andarono a costituire il cosiddetto "Tabulario" e delle quali se ne redasse un inventario.

L' archivio Pignatelli Aragona Cortes, il più cospicuo e certamente uno tra i più completi tra quelli conservati presso l'Archivio di Stato di Napoli, risulta oggi articolato nelle seguenti serie:

1) "Pergamene" o "Diplomatico", contenente tutte le pergamene (1212-1926, con documenti in copia dal 1101);

2) "Museo" contenente documentazione di natura patrimoniale e corrispondenza, oltre alle carte relative al Teatro Carolino (1516-1893);

3) "Pretorato", contenente la documentazione relativa all'ufficio di pretore della città di Palermo, esercitato da uno dei membri della famiglia tra il 1838 e il 1856 (1791; 1812-1856);

4) "Grande Almirante", contenente la documentazione relativa a questa carica che fu concessa da Carlo V a Giovanni Aragona il 25 novembre 1536 (1338-1797);

5) "Feudi" o "Scaffi", ovvero l' "Archivio portato da Palermo a Napoli", con la documentazione relativa all'amministrazione di tutti gli stati feudali e beni posseduti dalla famiglia in Sicilia (1205- sec. XIX);

6) "Messico", contenente la documentazione relativa agli stati feudali e ai beni posseduti dalla famiglia in Messico (1525-1926);

7) "Napoli", ovvero l'archivio ordinato da Michelangelo Pacifici, trasportato a Palermo e poi da Palermo a Napoli, contenete la documentazione relativa ai beni feudali sparsi nelle province dell'Italia Meridionale appartenuti o pervenuti alla famiglia in seguito a vincoli di parentela con altre famiglie (secc. XIII-XVIII);

8) "Alberi genealogici e piante topografiche" (secc. XVII-XX);

9) "Pignatelli-Messico": si tratta delle carte depositate dal Ministero degli Esteri e già appartenenti alla famiglia, relative all'amministrazione dei beni in Messico dal XVIII al XIX secolo;

10) "Archivio Moderno" (1858- sec. XX), in corso di ordinamento.

Si sottolinea che nell'Archivio Pignatelli Cortès è conservato lo stemma che ripercorre la storia genealogica della famiglia, derivata dall'unione delle tre famiglie principali: gli Aragona di Sicilia, i Pignatelli di Monteleone e i Cortès del Vaglio, oltre alle parentele con numerose famiglie del Regno. Meritano di essere segnalati alcuni documenti originali che riguardano, in particolare, il conquistatore spagnolo Herñan Cortès, la sua conquista del Messico e i titoli conferitigli dai sovrani spagnoli, riconfermati alla sua discendenza e pervenuti in eredità ai Pignatelli di Monteleone. 

Si tratta del diploma datato 1522 con il quale Carlo V nominò Herñan Cortès Capitano generale e Governatore della Nuova Spagna; il diploma datato 1522 con il quale si intimò a Velasquez, luogotenente del governatore di "Ilamada Cuba", di non armare spedizioni contro Cortès; il diploma datato 1529, con il quale Carlo V conferì ad Herñan Cortès il titolo di Marchese della Valle di Oaxaca; il privilegio di Filippo II con cui il titolo di Marchese venne confermato a Martino Cortès; il testamento di Herñan Cortès, nonché alcune piante relative alla Valle di Oaxaca e all'Ospedale Gesù Nazareno di Città del Messico.

All'archivio Pignatelli Aragona Cortès, giunto con le scaffalature e la mobilia originale, è annessa anche una biblioteca.

Di alcune serie dell'Archivio è in corso la revisione.strumenti di ricerca presenti in Sala di Studio inv. 608-647.  Inventari coevi, elenchi parziali e inventari recenti

STRUTTURA GERARCHICA

04449 -  Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 

serie

Pignatelli Aragona Cortes - Diplomatico

livello di descrizione

liv.2

titolo e estremi cronologici

Diplomatico , 1212 - 1928  con documenti in copia dal 1101

descrizione fisica pergamene  1954

soggetto produttore

Pignatelli Aragona Cortès, duchi di Monteleone, duchi di Terranova, principi del Sacro Romano Impero (secc. XVII-); Napoli, Palermo

storia archivistica

Nel 1925 la principessa Rosina Fici, dei duchi di Amafi, vedova del duca di Monteleone, don Diego Pignatelli, avendo preso a cuore le sorti delle carte di famiglia, incaricò il dott. Egildo Gentile della sistemazione delle scritture che costituivano il grande "Archivio della famiglia Pignatelli Aragona Cortes".

Alla fine degli anni '30 il lavoro di sistemazione delle scritture poteva dirsi ultimato: i due nuclei, di Napoli e Palermo erano stati unificati nell'unico grande archivio " Pignatelli Aragona Cortes".

Fu allora che il Gentile prospettò alla principessa Rosina l'opportunità di stralciare dalle diverse serie tutti i documenti in pergamena, per costituire un Tabulario o Diplomatico. Molti documenti in pergamena si trovano ancora rilegati in volume nella serie Museo dello stesso fondo.

Furono reperite ben 1954 pergamene che vennero raggruppate in quattro nuclei:

Atti Giudiziari  nn. 1 -  38  ( aa. 1411 - 1748), Decisioni emesse da autorità giudiziarie;

Bolle         nn. 1 - 141 (aa.1256 - 1926), Atti prodotti da autorità ecclesiastiche d'ogni ordine e grado;

Diplomi       nn. 1 - 694 (aa.1212 - 1928),Atti emanati da autorità sovrane non solo della Corte di Sicilia e Napoli, ma anche da altre Corti di Europa; ricordiamo, ad esempio, quelli concessi dall'imperatore Carlo V al conquistatore del Messico, Fernando Cortes

Istrumenti     nn. 1 - 1081 ( aa. 1276 - 1706), Atti privati stipulati per la maggior parte a Napoli e in Sicilia e in parte in Italia ed altri paesi europei nei quali si svolgeva l'attività dei personaggi dell' illustre Casa.

Terminata questa prima fase di lavoro si sarebbe dovuto procedere alla stesura dei regesti dei singoli atti. Il lavoro, però, a causa del trasferimento di Gentile da Napoli a Palermo si interruppe e sembrava destinato a non essere più ripreso.

Fu solo negli anni '90 che Iolanda Gentile riprese tra le mani i vecchi appunti dell'archivista Egildo Gentile, suo padre, e insieme all'archivista Laura Mazzarotta, si procedette alla collazione dei regesti delle serie diplomi e bolle.

Il presente lavoro è stato completato rispecchiando la quadruplice classificazione delle pergamene; ciascun regesto è preceduto dalla data cronologica e topica, ed è corredato da opportune relative alla pergamena ed ai sigilli.

Il diplomatico presente nel nucleo siciliano fu studiato nel 1858 da Isidoro La Lumia, il quale, come afferma Pipitone, sarebbe stato l'autore dell'Indice topografico di pergamene e diplomi …edito a Palermo nel 1858 e ne avrebbe fatto tesoro per gli "Estratti di un processo per lite feudale" e per gli " Estratti di un processo per lite feudale" che costituiscono la fonte principale per la sua opera "I quattro Vicari".

Nel 1906 Federico Pipitone pubblicò a Palermo il "Regesto dei diplomi dell'Archivio Pignatelli di Palermo", nel quale sono comprese solo una piccola parte delle pergamene e che non risponde esattamente al titolo poiché molti dei diplomi esistenti nel Tabulario ne sono esclusi ed invece molti dei documenti compresi nel testo non sono diplomi né hanno alcun legame con la diplomatica.ambiti e contenuto.

Questa serie comprende tutte le pergamene che, originariamente erano inserite nelle diverse serie dell'Archivio Pignatelli Aragona Cortès. Esse nel numero di 1954 furono stralciate al fine di costituire un fondo unico, il "Diplomatico", mantenendo, con delle annotazioni, i riferimenti alle serie di provenienza. Le pergamene, conservate oggi in 20 cartelle, sono sistemate in ordine diplomatico, ossia per tipologia e per solennità del documento, e nell'ambito di tale suddivisione, in ordine cronologico e ricollocate nel loro armadio originario.

La serie comprende:

a) "Diplomi", numerati da 1 a 694, 1101(1212-1928), ai quali sono state aggiunte sei lettere autografe su carta dell'imperatore Carlo V dirette a Fernando Cortès o ad altri funzionari dell'imperatore;

b)"Bolle", numerati da 1 a 141, (1256-1926);

c)"Atti giudiziari", da 1 a 38, (1411-1748);

d) "Istrumenti", atti notarili da 1 a 1081, (1276-1706).

Delle singole pergamene fu redatto anche il regesto nel corso di molti anni di lavoro.

Alcuni regesti si trovano nelle "pandette Pacifici" attualmente consultabile in Sala pandette.strumento di ricerca 0608 

Pignatelli Aragona Cortes - Diplomatico

informazioni redazionali

L'inserimento dati degli schedoni cartacei del Diplomatico è stato coordinato dall'archivista Francesca Chiara Calcagno.

La digitazione dati è stata realizzata dalle assistenti Vincenza Natoli e Lucia d'Angelo.

Responsabile della pubblicazione l'archivista Ferdinando Salemme.

STRUTTURA GERARCHICA

04449 -  Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 

serie Pignatelli Aragona Cortes - Diplomatico livello di descrizione unità archivistica livello di descrizione liv.3 titolo e estremi cronologici Diplomi , 1101 - 1928descrizione fisicapergamene  694


STRUTTURA GERARCHICA

04449 -  Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 

seriePignatelli Aragona Cortes - Diplomaticolivello di descrizioneunità archivisticalivello di descrizioneliv.3titolo e estremi cronologiciAtti giudiziari , 1411 - 1748descrizione fisicapergamene  38


STRUTTURA GERARCHICA

04449 -  Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 

seriePignatelli Aragona Cortes - Diplomaticolivello di descrizioneunità archivisticalivello di descrizioneliv.3titolo e estremi cronologiciBolle , 1256 - 1926descrizione fisicapergamene  141

soggetto produttorePignatelli Aragona Cortès, duchi di Monteleone, duchi di Terranova, principi del Sacro Romano Impero (secc. XVII-); Napoli, Palermo


STRUTTURA GERARCHICA

04449 -  Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 

seriePignatelli Aragona Cortes - Diplomaticolivello di descrizioneunità archivisticalivello di descrizioneliv.3titolo e estremi cronologiciIstrumenti , 1276 - 1706descrizione fisicapergamene  1081


Archivi privati
Pignatelli Aragona Cortes - Diplomatico 20 documenti

Bivona

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 

001 - Ruggiero, conte di Calabria e Sicilia dona al monastero della Santissima Trinità di Mileto, da lui fondato, la terra ed il porto di Bivona, con la tonnara e sue pertinenze.1101  

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04449 - Pignatelli Aragona Cortessecc. XII - XX 
04449.00001 - Diplomatico1212 - 1928 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 
04449.00001.00001 - Diplomi1101 - 1928 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 
04449.00001.00002 - Atti giudiziari1411 - 1748 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 
04449.00001.00003 - Bolle1256 - 1926 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928 
04449.00001.00004 - Istrumenti1276 - 1706 




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001 - Ruggiero, conte di Calabria e Sicilia dona al monastero della Santissima Trinità di Mileto, da lui fondato, la terra ed il porto di Bivona, con la tonnara e sue pertinenze.1101 



266 - Federico re di Sicilia ecc. vende a favore di Ettore Pignatelli, per il prezzo di ducati 15.000 le terre di Borrello, Rosarno e Mesiano, Monteleone con gli uffici della bagliva e mastrodattia, la torre di Bivona, la terra di Cinquefrondi con il feudo di Morbogallico1501, giugno 8 



267 - Federico re di Sicilia ecc. vende a favore di Ettore Pignatelli, per il prezzo di ducati 15.000 le terre di Borrello, Rosarno e Mesiano, Monteleone con gli uffici della bagliva e mastrodattia, la torre di Bivona, la terra di Cinquefrondi con il feudo di Morbogallico1501, giugno 8 



278 - Luigi re di Francia, Napoli ecc. conferma a favore di Ettore Pignatelli l'acquisto della terra di Borrello col titolo di contea, la terra di Monteleone con la torre, il porto e la dogana di Bivona, le terre di Rosarno, Mesiano e Cinquefrondi col feudo detto Morbogallico1502, ottobre 



279 - Contiene lo stesso privilegio del documento precedente, relativo alle terre di Borrello, Monteleone, Bivona, Rosarno, Mesiano, Cinquefrondi e Morbogallico1502, ottobre 



335 - Il Vicerè ordina al governatore di Calabria che, nonostante la proibizione generale, permetta al Conte di Monteleone di far fabbricare e fortificare le sue castella e particolarmente quelle di Monteleone e Bivona1509 set. 25 



343 - Re Ferdinando, il Cattolico, considerando i meriti del conte di Monteleone Ettore Pignatelli, il quale, fra l'altro, aveva partecipato alla spedizione portata contro i Francesi, che invadevano lo Stato Romano, e valorosamente aveva combattuto nella battaglia di Ravenna, concede a lui ed ai suoi eredi e successori, in feudo immediate et in capite e col peso dell'adoa, ducati annui 200, sugli introiti del fondaco della gabella nuova e terziaria del ferro e degli altri diritti che si riscuotevano nel caricatoio di Bivona1513 lug. 01 



356 - Giovanna regina e il figlio Carlo, re di Castiglia, Aragona ecc. confermano al conte di Monteleone Ettore Pignatelli tutti i privilegi dei loro predecessori, concernenti particolarmente le concessioni urgenti: la terra di Monteleone col titolo di contea, con il castello, il porto e la dogana di Bivona, la riscossione di annui ducati 200 sui diritti della gabella nuova e della terziaria del ferro, che si esigono nel caricatoio di Bivona, la terra di Borrello col titolo di contea, le terre di Rosarno, Mesiano, Mottafilocastro, Ioppolo, il casale di Cuccorino, il feudo di Santa Venera, la terra di Cinquefrondi col feudo di Morbogallico e, nella provincia di Terra di Lavoro, la baronia di Trentola, il feudo di Giugliano e il castello di Belvedere, abitato.1517, giugno 20 



357 - Giovanna regina e il figlio Carlo, re di Castiglia, Aragona ecc. confermano al conte di Monteleone Ettore Pignatelli tutti i privilegi dei loro predecessori, concernenti particolarmente le concessioni urgenti: la terra di Monteleone col titolo di contea, con il castello, il porto e la dogana di Bivona, la riscossione di annui ducati 200 sui diritti della gabella nuova e della terziaria del ferro, che si esigono nel caricatoio di Bivona, la terra di Borrello col titolo di contea, le terre di Rosarno, Mesiano, Mottafilocastro, Ioppolo, il casale di Cuccorino, il feudo di Santa Venera, la terra di Cinquefrondi col feudo di Morbogallico e, nella provincia di Terra di Lavoro, la baronia di Trentola, il feudo di Giugliano e il castello di Belvedere, abitato.1517, giugno 20 



358 - Giovanna regina e il figlio Carlo, re di Castiglia, Aragona ecc. confermano al conte di Monteleone Ettore Pignatelli tutti i privilegi dei loro predecessori, concernenti particolarmente le concessioni urgenti: la terra di Monteleone col titolo di contea, con il castello, il porto e la dogana di Bivona, la riscossione di annui ducati 200 sui diritti della gabella nuova e della terziaria del ferro, che si esigono nel caricatoio di Bivona, la terra di Borrello col titolo di contea, le terre di Rosarno, Mesiano, Mottafilocastro, Ioppolo, il casale di Cuccorino, il feudo di Santa Venera, la terra di Cinquefrondi col feudo di Morbogallico e, nella provincia di Terra di Lavoro, la baronia di Trentola, il feudo di Giugliano e il castello di Belvedere, abitato.1517, giugno 20 / 



407 - L'imperatore Carlo V presta l'assenso all'istrumento rogato in Palermo per notaio Giovanni de Marchesio il 19 ottobre 1531, col quale Ettore Pignatelli, vicerè in Sicilia, istituisce il fidecommesso sullo stato di Monteleone, incorporandovi altri feudi e palazzi, giusta la facoltà concessagli con privilegio del 7 dicembre 1526, e cioè sottoponendo al fidecommesso la terra di Monteleone con i casali, la torre, la dogana, il porto e il caricatoio di Bivona, il reddito di annui ducati 200 sulla secrezia di detto porto, il feudo di Santa Venera, la terra di Borrello, la baronia di Mesiano, le terre di Filocastro, Rosarno, Ioppolo, i diritti che possiede sulla terra di Cinquefrondi e sul feudo di Morbogallico, e tutti i beni burgensatici ed allodiali dei detti feudi, il castello di Belvedere, presso Napoli, nelle vicinanze di sedile di Nido ed altre case, pure in Napoli e inoltre il diritto delle 4 grana da riscuotersi sulle estrazioni della Sicilia oltre il faro, secondo il privilegio del 9 dicembre 1526, stabilendo che tutti i beni, così uniti, costituiscano il fidecommesso.1533 ago. 30 



477 - ll vicerè Afan de Ribera, duca d'Alcala presta il regio assenso all'atto da stipularsi tra Ciarletta Caracciolo e il Duca di Monteleone, i quali dopo una lite, svoltasi nel Sacro Regio Consiglio e dopo l'apprezzo compiuto dall'Arcivescovo di Sorrento e da Dionisio Caracciolo, quali arbitri, addivengono ad accordo, per il quale il detto Ciarletta promette di vendere per ducati 1.800 al detto Duca i diritti pretesi sulla tonnara di Bivona, i quali teneva in suffeudo dal detto Duca con il peso dell'adoa di una di ferro, di poi ridotto a ducati 39 per ciascuna adoa.1562 ott. 27 



0042 - Giovanni, figlio di Ferdinando Re d'Aragona, vicerè di Sicilia, sull'istanza presentata dal procuratore del Fisco, attore, contro Ruggiero de Marino, convenuto, affinchè questi come spurio, fosse dichiarato inabile ed incapace a succedere nella terra di Muxiario e in quelle di Gibellini e Guastanello, spettanti al regio Fisco, in considerazione dei documenti e delle difese, pronuncia la sentenza, con la quale, ritenendo non sufficientemente provata l'istanza, assolve il convenuto1416 apr. 10 / 



0313 - Ettore Pignatelli dichiara di aver comprato dalla regia corte le terre di Borrello, Rosarno e Mesiano e, sotto titolo di governo e amministrazione, la terra di Monteleone con la torre ed il porto di Bivona e nomina suo procuratore Giacomo Pignatelli, non potendo prenderne personalmente possesso.1501 giu. 03 / 



0319 - Il sindaco e gli eletti dell'Università di Monteleone, in adempimento di lettera, del 15 agosto 1501, di Consalvo de Cordova, luogotenente del Re e della regina di Spagna, con la quale Ettore Pignatelli, già spogliato del possesso delle terre di Monteleone, Mesiano e Rosarno e del castello di Bivona, ne era stato poi reintegrato, all'arrivo del detto luogotenente, immettono nel reale possesso della loro terra il procuratore di Ettore Pignatelli, il quale si obbliga ad osservare e far osservare i capitoli e le grazie che Ettore aveva concesso.1501 ago. 19 



0322 - Ettore Pignatelli, utile signore delle terre di Borrello, Rosarno, Mesiano e Monteleone, con la torre ed il porto di Bivona, nomina suo procuratore il fratello fra Fabrizio per recuperare dalle mani di Consalvo de Cordova le dette terre e per ricevere il giuramento di assicurazione dai vassalli.1501 ago. 26 / 



0343 - Fabrizio Pignatelli, quale procuratore del fratello Ettore, prende possesso della terra di Bivona.1507 feb. 01 / 



0401 - Ettore Pignatelli, conte di Monteleone, Diana Pignatelli, vedova di Giovanni Francesco Brancaccio e tutrice dei figli, Giacomo Antonio Brancaccio, di lei figlio, e Coluccio Coppola, procuratore dell'Università di Monteleone, dichiarano che re Ferdinando II aveva donato e dato in governo la terra di Monteleone con il castello, il porto e la dogana di Bivona a Gio. Battista Brancaccio ed agli eredi, in perpetuo; che, dopo la morte di Giovan Battista, l'Università di Monteleone, rifiutando di stare sotto il governo dei figli di lui, si era obbligata a pagare ducati 2000 per passare in demanio, e re Federico aveva convenuto con la detta Diana che ella rinunziasse, mediante il compenso di ducati 3000, ad ogni diritto sulla stessa terra. Diana quindi e suo figlio Giacomo Antonio dichiarano di aver ricevuto da re Federico ducati 1000, dall'Università di Monteleone ducati 700 e da Ettore Pignatelli gli altri 1300, e ne fanno ampia e finale quietanza.1509 giu. 04 / 



0741 - Nicola Brigliano vende al duca Ettore Pignatelli, per ducati 350, due magazzini siti nel luogo detto Bivona, redditizi ogn'anno, l'uno per un rotolo, e l'altro per un rotolo e 6 once di cera, a favore della badia della Santissima Trinità di Mileto.1543 ago. 25 
STRUTTURA GERARCHICA
04449 - Pignatelli Aragona Cortes secc. XII - XX 
04449.00001 - Diplomatico 1212 - 1928 
04449.00001.00004 - Istrumenti 1276 - 1706 

serie: Pignatelli Aragona Cortes - Diplomatico
livello di descrizione: unità archivistica
titolo e estremi cronologici: Nicola Brigliano vende al duca Ettore Pignatelli, per ducati 350, due magazzini siti nel luogo detto Bivona, redditizi ogn'anno, l'uno per un rotolo, e l'altro per un rotolo e 6 once di cera, a favore della badia della Santissima Trinità di Mileto. , 1543 ago. 25 , Monteleone Indizione I
segnature: segnatura definitiva: Pignatelli Aragona Cortes, Diplomatico, Istrumenti 0741
descrizione fisica: annotazioni: Originale in pergamena. 
pergamena 01
dimensioni (altezza x larghezza in mm): 0,89 x 0,53
ambiti e contenuto: Per notaio Paolo Donadio, di Nocera.


0742 - Nicola Brigliano vende al duca Ettore Pignatelli, per ducati 350, due magazzini siti nel luogo detto Bivona, redditizi ogn'anno, l'uno per un rotolo, e l'altro per un rotolo e 6 once di cera, a favore della badia della Santissima Trinità di Mileto.(Duplicato)1543 ago. 25