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venerdì 17 aprile 2020

1400-1499.

1400, settembre 11. - Indizione IX. 
Dato in Napoli da Leone Giordano di Ursinis al posto dell'assente padre Logotheta. 
Ladislao re, a. XIV, ordina ai giustiziari di Calabria che l'abate ed il monastero della Trinità di Mileto siano mantenuti e conservati nel possesso della terra di Vibo con I diritti delle tonnare dei casali di S. Pietro dei Longobardi, Triparonum, Venae Superiore ed Inferiore, S. Nicola di Campulum e di S. Giorgio con la spiaggia, gli uomini, i vassalli, i diritti, le rationes e tutte le pertinenze che la comunità di Monte Leone ed altri uomini avevano occupate. 

1400, febbraio 17. - Indizione IX. 
Dato in Napoli da Donato di Arezzo in assenza di/del Logotheta. 
Ladislao re, a. IX, ordina ai giustiziari di Calabria che all'abate al monastero di Mileto siano restituite quelle cose che abbiamo elencato al numero precedente, che gli ufficiali dei suoi predecessori che stavano nella terra di Monte Leone ed alcuni conti avevano occupato. 

1401, gennaio 6. - Indizione IX. 
Dato in Napoli da Donato di Arezzo sostituente il cancelliere. 
Ladislao re, a. XIV, ordina ai giustiziari di Calabria che conservino intatti e facciano che siano rispettati tutti I privilegi concessi da lui e dai suoi predecessori al monastero della Trinità di Mileto, e soprattutto facciano restituire tutti I beni donati da chiunque, con tutti I frutti percepiti nel frattempo (=medio tempore?). 

1402, aprile 4. - Indizione X. 
Sotto il regno di Ladislao, a. XIV. 
Antonio Eugenio detto Cannapessima baiulus di Mileto(, ) Giovanni Thomachellus giudice e Matteo Tommaso di Badulato notaio, su richiesta di Roberto abate di Mileto , fanno un transunto in forma pubblica di una bolla di Callisto II data in Mileto per mano di Grisogono cardinale bibliotecario, a. 1125, il 5 delle calende di gennaio; Indizione. X, a. di pontificato II con la quale in ricordo della consacrazione della chiesa della Trinità fatta di sua mano, alla cui chiesa concede il dominio e la dignità di abbazia di tutta la parrocchia e le pertinenze di tre tabernentium (taverne?) e concede indulgenze a chi elargisce elemosine a quella, a chi sceglie la (propria ) sepoltura in quella e a chi in certi giorni le fa visita. 

Sedente Goffredo, Callisto stesso con la sua presenza nobilitò il tempio abbaziale della S. Trinità magnificamente costruito dal conte Ruggero, una volta trasferite le colonne da Vibo. 
Alla presenza di Goffredo (lo) consacrò. Morì nello stesso anno. 

1404, ottobre 8. - Indizione XIII. 
Dato in Napoli in Castrum Novum per mano del re in persona. 
Ladislao, a. XVIII, ordina a Nicola di Gabriele di Nicothera e a Francesco di Funi di Napoli che entrino in possesso della abbazia della Trinità di Mileto e dei suoi beni e di tutto i diritti esistenti nelle zone della Calabria pro parte, (?) ed in nome di B. cardinale di S. Eustazio, (Baldassarre Cos(s)a cardinale di S. Eustazio) al quale venga pagato ogni provento e frutto ovvero denaro proveniente dalla vendita di quelli, oppure a Gaspare Cossa fratello del detto cardinale, detratte tuttavia le spese per la coltivazione dei beni e il vitto dei monaci viventi nella detta abbazia e per le altre cose necessarie che non superino il limite della modestia. Inoltre che recuperino qualunque cosa era stata alienata e facciano un inventario di tutte le cose. 

1405, maggio 16. - Indizione XIII. 
Dato in Napoli in Castel dell'Ovo per mano del re in persona. 
Ladislao, a. di regno XIX, su richiesta di Roberto abate di Mileto, revoca gli ordini esposti al numero precedente, ed ordina che il monastero sia reintegrato e reso in possesso dei beni che Nicola di Gabriele e Francesco di Turr (?) ed inoltre Gerardo Ponticelli in nome ed ex parte si Gaspare Cossa avevano invaso e alienato, o rivendicandoli a se o vendendoli ad altri. 

1411, maggio 11, . - Indizione IV, a. V di pontificato Di Gregorio XII. 
Mello arcivescovo Consen. , Nicola arcivescovo di Napoli un tempo di Teano (?) e Domenico vescovo di Mileto commissari apostolici per esigere (?) i servizi delle chiese con atti di N. di Damiano notaio della camera apostolica fanno quietanza finale all'abate Roberto su sette (fiorini?) d'oro e quaranta solidi da lui dovuti e su quaranta fiorini (?) d'oro dovuti da Pietro predecessore dello stesso e su 41 solidi e 8 denari dovuti da Giovanni Manni ugualmente predecessore, ed assolvono lo stesso Roberto dalla scomunica nella quale era caduto a causa della dilazione del pagamento. 

1420, ottobre XIX. - Indizione XIV. 
Sotto il regno di Giovanna II a. VI. Roberto del notaio di Mileto giudice e Antonio di Monte verde notaio, su richiesta di Roberto abate di Mileto, fanno un transunto della bolla di Alessandro III data in Verlum per mano di Staziano subdiacono della S. R. C. e notaio il 17 delle calende di agosto Indizione III, a. 1170 della domenica della incarnazione, a. XI di pontificato di Alessandro III, con la quale il pontefice conferma a Martino abate della Trinità di Mileto tutti i beni e i privilegi concessi dai predecessori, usando assolutamente le stesse parole che poi ha usato nella bolla all'abate Imberto che abbiamo riportato al numero 27, ad eccezione di alcune cose che diremo qui nella nota. 
La villa di Mistreto col castello ed i boschi ed i saltis delle acque dei mulini, erbaciis e villani e vassalli. 
La villa traninarum con i bagni e gli atri diritti e la metà della tonnara di S. Giorgio. 

1431 agosto 10. - Indizione IX. 
Sotto il regno di Alfonso di Aragona in Sicilia a. XIV. I giudici di Messina Antonio di Abrogali e Antonio di Carbono e Giovanni di Marco notaio, su richiesta di Thomasius Smirdius syndacus e procuratore del monastero di S. Placido di Caloniro della diocesi di Messina e di Pietro Sapunae procuratore e syndacus dell'ospedale di S. Angelo grande, fanno un transunto di privilegio del conte Ruggero dato a. 1102, Indizione XI, 10 luglio in favore della Trinità di Mileto da un altro transunto fatto nell'a. 1401, giorno 188 apr. , Indizione IX, sotto il regno di Ladislao, a. 15, su richiesta di Roberto abate di Mileto, da Iannucius Thomachellus giudice di Mileto e Antonio di Cerasia notaio. 

1431, agosto 10. - Indizione IX. 
Sotto il regno di Alfonso di Aragona in Sicilia a. XIV. I giudici di Messina Antonio di Abrogali e Antonio di Carbono e Giovanni di Marco notaio su richiesta, come sopra, fanno un transunto da un altro transunto fatto nell'a. 1426, 17 luglio, Indizione, IV dai bauli di Mileto (lacuna!) Iacunus Orlande e Filino di Gianni e dai notai Giacomo di Cucio e Pietro (lacuna!) i giudici della stessa città e Nicola di . Ageto notaio, sotto il regno della regina Giovanna II a. XII, su richiesta di Roberto abate di Mileto, fanno un transunto in quam (?) un privilegio del conte Ruggero dato a. 1102 che vedi qui alla lettera I. XII, e una bolla di Alessandro III data a. 1178 a Roberto (leggi Imberto) abate di Mileto, che vedi alla lettera B. V. , le quali sono state pubblicamente lette dalla voce del banditore senza che alcuno obbiettasse qualcosa. 

1432, alle none di apr. 
Dato in Roma presso S. Pietro, a. II di pontificato Eugenio IV ordine al cantore di Mileto che rescinda tutti i contratti con i quale gli abati e il convento del monastero di Mileto avevano alienato i loro beni in pregiudizio del monastero eadem(?), affittando sia a vita sia a lungo termine sia in perpetuo non ostante i patti, i giuramenti e le apostoliche ottenute su quelli. 

1436, ottobre 18. Indizione XV. 
Sotto il regno di Renato a. II presso Monte Alto. Benedetto di Mendicino giudice e
(lacuna!) di Napoli di Monte Alto notaio dichiarano che Gaetano Mapili di Matozano abitante della terra Amanthea procuratore di Giacomo abate della Trinità di Mileto presentò un documento fatto il giorno 22 ott. 1436, indizione XV, in Mileto da Roberto del notaio Gregorio giudice, con il quale dal predetto abate era nominato procuratore dei beni collocati nelle pertinenze di Agello e di Monte Alto, in virtù del quale a titolo di procura entra in materiale possesso della chiesa di Grancia e di tutti i beni di S. Cassiano. 

1436, il giorno precedente le calende di aprile. 
Dato in Firenze, a. VI di pontificato Eugenio IV ordina al cantore di Mileto che costringa gli occulti(?) alle restituzione dei beni mobili ed immobili dell'abbazia della Trinità, e (costringa) i consapevoli alla rivelazione immediata della scomunica, se sarà necessario. (?)

1439, maggio 12. - Indizione II 
Sotto il regno di Renato a. V. Giacomo di Garzona giudice e Nicola di Razeto notaio dichiarano che Giacomo abate della Trinità di Mileto affidò in euphiteusis a Domenico Noplari di Monte Leone il mulino posto nelle pertinenze della stessa Monte Leone in cambio di un determinato canone in cerca bianca da versarsi ogni anno. 

1443, agosto 29. - Indizione VI. 
Presso Mileto, sotto il regno di Alfonso di Aragona al di là del faro a. IX. Angelo Tomarchelus giudice di Mileto e Ippolito di S. Maria di Monte Leone notaio dichiararono che si presentò Filippo di Slavina di Sicilia, procuratore di Giovanni di Centellis commendatario della S. Trinità di Mileto, e mostrò un documento fatto in Marittima di Vibo, a. 1417, 20. settembre, indizione XI, sotto il regno di Giovanna II a. IV da Filippo di Salomone di Nicothera giudice e Pietro di Balnearia notaio, nel quale sono riportate lettere di Antonio di Valle di Teramo, colle quali ordina a Nicola Grisolia e a Roberto abate della Trinità di Mileto che facciano restituire la tonnara di Vibo ed il suo diritto che il conte di Bellicastro aveva loro (o , a lui, ?) usurpato, e che è evidente che spetti al monastero per testimonianza dei privilegi papali; ugualmente un terreno di vigne nelle pertinenze Castri Pitii usurpato da Antonio di Salvo di Liparo; a tutti queste cose è stata data esecuzione. Già fanno un transunto di questo documento in forma pubblica perché possa essere mandato alla curia del papa e della regia maestà. 

1451, ottobre 25. - Indizione XV. 
Sedente Nicola V a. V. Raynaldus arcivescovo di Napoli e commissario apostolico fa eseguire le lettere di Nicola V date in Roma a. 1451, il 3 delle calende di settembre, con le quali il pontefice, mosso dalle preghiere di re Alfonso e per favore ad Arduino figlio di Raynaldus di Montesorio, ordina che sotto canone annuale sia a quegli affidata in euphiteusis perpetua il mulino sito presso il castello di S. Salvatore nelle pertinenze di Thelesia nella terra di Labor (?), che si diceva spettasse al monastero di S. Salvatore. 

1452, febbraio 24. - Indizione XV. 
Sedente Nicola V a. V. Enneius di Guevara Cordabensis etc. e del monastero della Trinità di Mileto abate commendatario e signore della spiaggia di Vibo, rende nota al viceré, agli ufficiali di Calabria e a chiunque altro che ottenne una lettera da re Alfonso data a. 1450, 25 luglio, con la quale il re dichiara che sono sottoposti al suo foro secolare i monaci, i diaconi, i coniugati, i presbiteri e i servi del monastero; e il monastero stesso con i suoi beni e le persone sotto la sua protezione e salva guardia accetta per la difesa contro gli invasori e i molestatori. L'abate stesso accetta come suo servo Bracchia giudeo aromatario del monastero, con tutta la casa ed i suoi successori. Dato in Mileto nel monastero della SS. Trinità. 

1452, agosto 8. - Indizione I. 
Presso Mileto. Sotto il regno di Alfonso al di là del faro, a. XIII. Antonio di Monthoro giudice di Mileto e Domenico Burghisius notaio sanciscono con documento la donazione fatto al monastero della Trinità di Mileto da Domenica di Madis, col consenso del marito, di due pezzi di terra siti nelle pertinenze di Brancica nel luogo detto Crapa Morta, la qual donazione fa  per la redenzione(?) della sua anima etc. E in dote poiché era ammessa tra le monache mortificate. 

1459, febbraio 28. - Indizione VII. 
Sedente Pio II a. I. Sancius Romero suditore della camera apostolica spiega che Callisto III su richiesta di Antonio, ovvero Antonello Chifetius abate della Trinità di Mileto, aveva affidato a Agapito Cintii. Di Rusticus A. C. (?) l'indagine della causa che aveva contro Giuliano Banres abate intruso(?), ma essendo già sul punto di condannare Giuliano in contumacia, morto Callisto III ed eletto pontefice Pio II, l'indagine della stessa causa fu passata 1° a Guglielmo vescovo Cleren, al posto di Agapito sostituito, quindi a Sancius Romero il quale il giorno 31 di gennaio. dell'a. predetto emise la sentenza definitiva in favore di Antonio, e il giorno 28 febbraio tasso l'avversario Giuliano per le spese. 

1459, giugno 19. -Indizione VII. 
Sotto il regno di Ferdinando d' Aragona a. I. Carlo Caputo giudice di Tropea e Giacomo Schachiotus notaio, su richiesta di Francesco di Larena procuratore di Antonio Giusetus abate della Trinità di Mileto, riferiscono con pubblico documento la scomunica emessa dall'abate Giovanni Lutratius, eletto subesecutore apostolico, contro il signor Giovanni Barres impedivano che il detto abate Antonio prendesse possesso della chiesa e del monastero. 

1468 - 1675. Grancia di Castelvetere.

1473. Antonio abate della Trinità di Mileto e signore della spiaggia di Vibo ecc. concede a Sopranus Thomarchellus il privilegio della sepoltura e della cappellania con diritto di patronato nella chiesa della Trinità. 

1474, sgg. Scritture antiche. 

1474, sgg. Colture: Mileto ed altri luoghi. 


1474, sgg. Scritture antiche. -Seminara



001. 1468-1675. Grancia di Castelvetere. 001.-Grancia di Castelvetere.1468-1675.

-ASN, 206, f.29v, np.57 : " Altro libro colla lettera D, n.7, colla seguente iscrizione :
Grancia di Castel Vetere e di Cinquefrondi , il quale comincia :
" In nomine Domini nostri Iesu Cristi "
e finisce :
" Notarius Franciscus Tropea qui supra rogatus...",
in cc.scritte n.179,
oltre di altre cc.70 bb., legate nell'istesso libro,
che in tutto compongono cc.249,
le quali non sono in veruna maniera foliate, e solamente in qualche una di esse si ritrova qualche numero, ed oltre di queste, vi sono altre 49 <cc.> scritte, sciolte, in fine dello stesso libro." 


1468. 001.-Grancia di Castelvetere.1468-1675. -Titolazione originaria solo parzialmente.
 Sull'aspetto,per alcuni versi problematico,della mancata rispondenza fra titolazione originaria (e per tale dobbia mo per il momento intendere quella dell'ordinamento Calca gni : 1698) e menzioni varie negli atti di sequestro e di versamento,oltre al rinviarsi a quanto nelle introduzioni ,vedasi ai casi particolari,di volta in volta.    -cc.1-179. +70 +49.    -cc.scritte     : 179.    -cc.bb.         :  70    -cc.numerate    : 179    -cc.non numerate:  79+49    -cc.sciolte     :  49    -incipit :"In nomine Domini nostri Iesu Christi..."    -explicit:"Notarius Franciscus Tropea,qui supra roga -               tus".    -ACGR,79,f.212r:     D.13.-Grancia di Castel Vetere,e di Cinque frondi.    -ACGR,79,in SCORDINO,L'archivio...,p.71:     D.13.-Grancia di Castelvetere e Cinquefrondi.    -ASN,332,f.12r,col.sx,sez.I,np.026.Versato in Mileto,I     "Altro n(ominat)o <<Gangie di Castelvetere e Cinque     frondi>>.L(ettera) D ".    -ANTONUCCI,in SCORDINO,L'archivio...p.80 :     "Gancia di Castelvetere e Cinquefrondi lettera D".    -ASN,206,f.29v,np.57 :     " Altro libro colla lettera D,n.7,colla seguente     iscrizione :     << Grancia di Castel Vetere e di Cinquefrondi >>,     il quale comincia :     " In nomine Domini nostri Iesu Cristi "     e finisce :     " Notarius Franciscus Tropea qui supra rogatus...",     in cc.scritte n.179,     oltre di altre cc.70 bb.,legate nell'istesso libro,     che in tutto compongono cc.249,     le quali non sono in veruna maniera foliate,e solamen     te in qualche una di esse si ritrova qualche numero,     ed oltre di queste,vi sono altre 49 <cc.> scritte,     sciolte,in fine dello stesso libro."    -ASN,Inventario 93,f.250r     " 1. 1468-1668. Volume intitolato "Grangia di Castel-       vetere".<a>     <a>Il n.1 Ì ripetuto,di mano moderna,in alto;        la cifra 1668 Ì interessata a due correzioni:con        la prima si Ì cancellato l'iniziale 1,poi ripetuto        ;con la seconda si Ì corretto un iniziale 1674 in        1678.        La dicitura: "Volume intitolato" Ì stata cancella-        ta;presumibilmente nelle operazioni revisione inve        ntario pro pubblicazione Mazzoleni.        Pur se le norme prevedono di giË espungere,in fase        trascrittiva,quanto nel ms. cancellato,segnandose-        ne memoria nelle note,qui si reputa utile dare men        zione di tale cassata dicitura ogni volta,stante        l'interesse -in questa sede-ad ogni pur piccolo        elemento ricostruttivo sull'archivio abbaziale.        E pur nella genericita' ed imprecisione che carat-        terizzarono il versamento ottocentesco al Grande            Archivio,napoletano,delle scritture abbaziali,la        distinzione fra 'volume','fascio','squarcio',rima-        ne valida e di grande interesse,anche data la sor-        te,gli smembramenti,le modificate titolazioni e le        gature dei tomi abbaziali dal 1698 in poi.        Manteniamo dunque la cancellata dicitura,come ana-        logamente di altre,poichÌ attiene all'insieme de -        gli elementi codicologi,utili alla ricostruttiva        dell'originaria composizione ed ordinamento di ta-        le non privo di interesse fondo abbaziale.
                                                        
1474. 002.-Scritture antiche.1474,sgg.  -Titolazione non originaria.-Volume in-folio.-Piatti in pergamena.-Frontespizio,f.Ir:"In questo tomo si contengono molte     scritture antiche,concernenti alli molini di S.Croce,al castagneto,oggi feudo di Mazza,ed altre terre in S:Grego rio ; e di una vigna in CramestË."    -ACGR,ms.79,f.212r:     D.2.-Scritture del 1474,appartenenti a S.Gregorio e          Piscopio".    -ACGR,ms.79,in SCORDINO,L'archivio...,p.70:     D2 idem,per San Gregorio e Piscopio.    -ASN,ms.332,f.11v,col.dx,sez.I,np.16.Versam.Mileto I:     "altro n(ominat)o  << S(crit)t(u)re antiche del 1474      t(om)o 1. S(an)to Greg(ori)o. L(ettera) D."    -ANTONUCCI,in SCORDINO,L'archivio...p.???     " (2)...Scritture antiche del 1474."     Ove il n.2,fra (),indica l'attribuzione al vol.2 del     napoletano fondo abbaziale,secondo elencazione pubbli     cata da Mazzoleni.    -ASN,vol.233,"Ordine per la consegna di talune carte     della badia",f.2v <I Notamento PEDICINI,1794.09.22>:     "Scritture antiche della badia,dell'anno 1474,libro      uno".    -ASN,vol.206,f.60r <II Notamento PEDICINI,1795...     "3. Libro in foglio,legato con cartapecora,col titolo     << Scritture antiche del 1474 >>,     nel primo foglio del quale sta scritto cosi':     "In questo tomo si contengono molte scritture antiche     ,concernenti     alli molini di S.Croce;     al castagneto,oggi feudo di Mazza,     ed altre terre in S.Gregorio;     e di una vigna in Cramesta' "     Il cosi' indicato sommario "In questo tomo...",troppo     risente delle modalita' classificatorie da Diego Cal-     cagni usate nel proprio ordinamento dell'archivio ab-     baziale,per non supporre egli ne debba essere autore.     Fra le altre particolarita',rilevasi che la designa -     zione "...castagneto,oggi feudo di Mazza..." Ì simile     alla titolazione del capitolo in ACGR,ms.79,ff,119r -       sgg.:"Memorie del castagneto,posseduto ora dal Mazza"     In quell'interessante sezione dell'ACGR,79,Calcagni     ci offre una dettagliata ricostruttiva di uno dei tan     ti momenti in cui rilevanti beni abbaziali vennero il     leicitamente sottratti nel sec.XV.     La partizione di ASN,vol.2,nel sommario introduttivo     di ACGR 79,a f.Ir,indicata quale "Castagneto di S.Gre     gorio",puo' dunque ragionevolmente essere individuata     quale fonte dello stesso capitolo ai ff.119r-sgg.del     tomo romano,stante tutto l'essere questi non altro     che una sintesi dell'intero archivio  abbaziale sino     al 1700.    -ASN,vol.206,f.61r <III Notamento PEDICINI,1795...     "4. Altro volume intitolato     << Scritture antiche del 1474 >>.    -ASN,vol.235.     1795,gennaio,31.-Monteleone.     "Relazione di Carlo Pedicini al marchese del Vasto,         maggiordomo maggiore di S.M. e presidente della r(ea        le) Accademia delle Scienze e Belle Arti,in cui dË      ragguaglio di talune carte ricuperate",     ivi elencato ai ff.3 rv,quale :     "Il settimo libro intitolato     << Scritture antiche del 1474 >>     contiene     varie copie informi di atti,fabbricati per varj spo -     gli dÌ fondi della badia,come     di un giardino,     di un castagneto,     e di tre molini siti in S.Gregorio,     e di una vigna sita in CramestË."    -ASN,Inventario n.93,f.250 r:     "2. (1474). Volume intitolato     "Scritture antiche del 1474".     In cui :     -l'indicazione del progressivo 2,Ì ripetuta tre volte     -la cifra 1474 Ì stata successivamente posta tra ().     -la dicitura "Volume intitolato" Ì stata cancellata,      come,d'altronde,in tutta l'elencazione dei voll.

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1474. 003.-Colture anche di Mileto ed altri luoghi.1474,sgg.                                                         +-Titolo non originario.    -Beni nelle seguenti localitË :     Amantea.     Borrello.     Briatico.     Castel Monardo.     Francica.     Larzona (Arzona).     Mileto.     Tropea.     S.Biagio.     S.Maria del Piano.     S.Venera.    -Notizie nel sec.xviii:    -cc.       :180.    -cc.scritte:146.    -cc.bb.    : 34,miste nelle 146.    -condizioni: nel 1774 "...per lo piu' (...) tutte logo                 re."<ved.ASN,vol.206,f.32 r>;    -Notizie nel 1980 :                                     
     "Tale volume non Ì in ottime condizioni;alcune pagine       erano strappate,sono state restaurate,ma non tutte so     no leggibili.",<D.V.,lettera del...........    -Le scritture cosi' risultano ripartite :     <   I> ff.  1r -50v  : Terre e case 
di Mileto.     <  II> ff. 51r -64v  : Terre e case di Francica.     < III> ff. 65r -70v  : Terre in S.Maria del Piano.     <  IV> f.  71r.      : S.Biagio e S.Venera.     <   V> ff. 72r -77v  : Terre e case di Arzona.     <  VI> ff. 78r -81r  : Terre e case di Borrello.     <  VI> ff. 82r -101r : Battinderio  di Briatico.     <VIII> ff.102r -116rv: Vigna        di Tropea.     <  IX> ff.117rv-120r : Robbe      dell'Amantea.     <   X> ff.121r -138v : Robbe      del  Castelmonardo.    -e,distintamente :I> "Tere e cas di Mileto":    ff.1r -  5        6rv.        7r -  8v.        9v - 18r.        9r - 21r.        2r.        3r.        4r - 27r.        8rv.        9rv.        0r - 32v.        3rv.        4r.        5r - 37v.        38r.        39r.        40r.        40v.        40 bis r- 41v.        42rv.        42 bis r- 44r.        44 bis v.        44 ter v- 50v.<II> "Terre e case di Francica":     ff.51r -53v.        53 bis v-56v.        57r -59r.        60r -64v.<III> "Terre in S.Maria del Piano" :     ff.65r-66r.        67r-68r.        69r-70v.<IV> " S.Biagio e S.Venera" :     f. 71r.<V>  "Terre e case di Arzona":     ff.72rv.        73rv.        74r-75r.        76r-77v.<VI> "Case e terre di Borrello":     ff.78r.        79r.        79v.        80r-81r.<VII>"Battinderio di Briatico":     ff.82r-83r.        84r-88v.        89r-92r.        93r-96r.        97r-100r.       101r.<VIII>"Vigna di Tropea":      ff.102r.         103r.         104r-106r.         107r-108r.         109r-110r.         111r-112r.         113r-115v.         116rv.<IX> "Robbe dell'Amantea":     ff.117rv.        118r.        119r-120r.<X>  "Robbe del Castel Monardo":     ff.121r-123v.        124r-125r.        126r-129r.        130rv.        131 bis v-138v.    -ACGR,ms.79,f.211 v :     " In un altro ordine,segnato con la lettera D :     " Tomo 1. Scritture antiche,dal 1474,appartenenti a       Mileto et altri casali."    -ACGR,ms.79,in SCORDINO,L'archivio...,p.70 :     D 1. Scritture antiche dal 1474 per Mileto et altri     casali".    -ASN,vol.332,f.12r,col.sx,sez I,np.31.-Versam.Mileto I     " Altro n(ominat)o     <<Colture antiche di Mileto et altri luoghi,1474>>".    -ANTONUCCI,in SCORDINO,L'archivio...,p.80 :     "(3)...Colture antiche di Mileto et altri luoghi 1474     Il (3) indica l'attribuizione ad ASN,vol.003.    -ASN,206,ff.31v-32r,np.64 :     " Altro libro,colla lettera D,n.1,       colla seguente iscrizione     <<Colture antiche di Mileto,ed altri luoghi.1474>>,       di cc.180,       delli quali 146 sono scritte,       e l'altre 34, frammezzate in esse,sono bb.,       ma,per lo piu',tali cc.sono tutte logore."    -ASN,vol.233,f.2v :     "Scritture antiche della badia dell'anno 1474.      Libro uno."    -ASN,Inventario n.93,f.250 r :     " 3.(1474). Volume intitolato     <<Colture antiche di Mileto ed altri luoghi>>.     In cui:     -l'indicazione del progressivo 3 Ì stata ripetuta tre      volte.     -la cifra 1474 successivamente Ì stata posta tra ().     -L'indicazione "Volume intitolato" Ì cancellata.     -Aggiunto in calce,di mano moderna:"a.1474 e sg.".
                        
1474. 004.-"Scritture antiche.Seminara.1474,sgg."   
-ACGR,ms.79,f.212r, "D 3. Scritture del 1474 appartenenti a Seminara et al -  tri luoghi."-ACGR,ms.79,in SCORDINO,L'archivio...,p.70: "D 3 idem,per Seminara et altri luoghi."-ASN,332,f.11v,col.dx,sez.I,np.14.-Versam.Mileto I. "Altro n(ominat)o <<Scritture antiche del 147<4>.Tomo 2.Seminara e l(etter) a) D >>. Il numerale 4,finale del 1474,trovasi in mg.cucitura.-ANTONUCCI,in SCORDINO,L'archivio...,p.79: "(4)...Scritture antiche del 1474;tomo 2.Seminara lettera   D". Il (4) indica l'attribuizione ad ASN,vol.004.-ASN,vol.206,ff.30v-31r,np.60 : "Libro colla lettera I,n.3, <<Scritture antiche del 1474.N.2.Seminara>>, che comincia : "In questo tomo si contengono..." e finisce con una carta lunga scuscita,in piu'ff.,col ti- tolo di : <<Ferdinando d'Aragona>>. Di cc.134,scritte, fre le quali ve ne sono comprese 20 bb.". Per il noto "In questo tomo si contengono...",inconfondi- bilmente di Calcagni,valgano le stesse considerazioni es- presse nelle note ricostruttive di ASN vol,002,segnatamen te al f.60 r di ASN 206.-ASN,Inventario 93,f.250 r : "4.(1474).Volume intitolato : <<Scritture antiche del 1474 e segu(enti).Seminara>>". Ove :-l'indicazione di "tomo 2" scompare:      -il progressivo 4 Ì ripetuto;      -la cifra 1474 Ì posta,da mano moderna,fra ();      -"e segu." Ì aggiunto,in interlineo inf.,dalla       stessa mano del secondo progressivo 4 e dell'apposi       zione delle () alla cifra 1474.   


    
 Le presenti note sono dell'ASN

Pignatelli Aragona Cortès, duchi di Monteleone, duchi di Terranova, principi del Sacro Romano Impero (secc. XVII-);

057 - Martino, re di Sicilia, anche a nome di Martino re d'Aragona, considerando che, giusta ordine del re d'Aragona era stata donata la terra di Caltavuturo al consigliere e camerlengo regio Raimondo de Bages, togliendola a Luigi "de Raiadello" donano in cambio al detto Luigi, alla moglie Eufemia e ai suoi figli, i diritti e proventi del castello e della terra di Terranova, nonché i diritti della gabella del Pantano di Lentini,gabella stimata annue once 50, e i diritti della gabella di Betzini, stimata annue once 30 e quelli della gabella della balanza di Messina, stimata annue once 40; fa la concessione col peso del militare servizio e nonostante che già con real privilegio abbiano dichiarato di demanio regio la detta terra e che abbiano già concesso la gabella della balanza, al barone di Montfort; escludono come di rito dalla concessione i diritti di legnare, se ve ne fossero stati, a favore della regia Corte e le miniere,saline ecc.1402 feb. 01 

058 - Martino re d'Aragona e Martino re di Sicilia, tenendo presente il privilegio del 5 novembre 1392, ind. I, dato da Catania dal re e dalla regina di Sicilia, Martino e Maria, privilegio che a sua volta confermava l'altro del 26 giugno 1375, ind. XIII, dato da Avola, dal re Federico, relativo alla nomina di viceportolani e supportolani della terra di Noto in persona di Rinaldo de Landolina e Nicola de Marino, confermano, a vita, tale nomina a favore dello stesso Rinaldo de Landolina e di Rinaldo de Marino, figlio del detto Nicola1402 set. 12 

059 - Ladislao re d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia ecc. promette di mantenere nel regio demanio la terra e gli uomini di Cuccolo della provincia di Principato Citra, concede che la bagliva si debba affittare ad incanto a favore della regia corte , e dichiara che i casali di Montano, Laurito, Abatemarco, Massicella, San Nazzaro, Filittano e Castagnitello debbano considerarsi del distretto del casale di Cuccolo e contribuire con esso in tutte le contribuzioni ecc.1404 ago. 27 

060 - Martino, re di Sicilia, anche in nome di Martino re d'Aragona, concede a favore di Gabriele de Faulo, milite, camerlengo e consigliere della regina di Sicilia, la provvisione di 200 once annue "pro sustentatione sue militie", vita sua durante, sui redditi del porto e della spiaggia della terra di Licata, col peso del militar servizio, giusta la consuetudine del Regno1404 set. 01 

061 - Martino re d'Aragona e Martino re di Sicilia, avendo già concesso a Luigi de Raiadellis, milite, camerlengo e consigliere regio, 90 once d'oro sopra le tratte del carricatoio della terra di Eraclea (Terranova) per complemento di once 200, giusta privilegio dato in Augusta il 17 ottobre 1404, e volendo remunerarlo per altri servigi, gli concedono di potere estrarre, dal porto di Eraclea, 500 salme di frumento, franche e libere da ogni pagamento di diritto d'uscita e con facoltà di portarle fuori dal regno per ogni anno fino a che non gli sia dato su altra terra o castello il reddito equivalente delle once 200 donategli in compenso della terra di Caltavuturo1407 ago. 03 

062 - Martino re di Sicilia, anche in nome di Martino re d'Aragona, avendo già concesso al suo diletto consanguineo, consigliere e maggiordomo Giovanni de Aragona ed ai discendenti e successori di lui, in perpetuo, la terra di Avola, considerando i vincoli di sangue coi quali era a lui congiunto e il fatto che quegli non aveva avuto figli dal legittimo matrimonio con la nobile Giovanna, legittima e considera come nati da legittimo matrimonio, Pietro, Federico, Francesco, Giovanni, Guglielmo, Beatrice, Chiara e Aldonsa, procreati dal detto nobile Giovanni; fa tale concessione col peso del militar servizio1408 ago. 25 

063 - Martino re di Sicilia, anche in nome di Martino re d'Aragona, avendo già concesso al suo diletto consanguineo, consigliere e maggiordomo Giovanni de Aragona ed ai discendenti e successori di lui, in perpetuo, la terra di Avola, considerando i vincoli di sangue coi quali era a lui congiunto e il fatto che quegli non aveva avuto figli dal legittimo matrimonio con la nobile Giovanna, legittima e considera come nati da legittimo matrimonio, Pietro, Federico, Francesco, Giovanni, Guglielmo, Beatrice, Chiara e Aldonsa, procreati dal detto nobile Giovanni; fa tale concessione col peso del militar servizio1408 ago. 25 

064 - Martino re di Sicilia, anche in nome di Martino re d'Aragona, avendo già concesso al suo diletto consanguineo, consigliere e maggiordomo Giovanni de Aragona ed ai discendenti e successori di lui, in perpetuo, la terra di Avola, considerando i vincoli di sangue coi quali era a lui congiunto e il fatto che quegli non aveva avuto figli dal legittimo matrimonio con la nobile Giovanna, legittima e considera come nati da legittimo matrimonio, Pietro, Federico, Francesco, Giovanni, Guglielmo, Beatrice, Chiara e Aldonsa, procreati dal detto nobile Giovanni; fa tale concessione col peso del militar servizio1408 ago. 25 

065 - Martino re di Sicilia, anche in nome di Martino re d'Aragona, avendo già concesso al suo diletto consanguineo, consigliere e maggiordomo Giovanni de Aragona ed ai discendenti e successori di lui, in perpetuo, la terra di Avola, considerando i vincoli di sangue coi quali era a lui congiunto e il fatto che quegli non aveva avuto figli dal legittimo matrimonio con la nobile Giovanna, legittima e considera come nati da legittimo matrimonio, Pietro, Federico, Francesco, Giovanni, Guglielmo, Beatrice, Chiara e Aldonsa, procreati dal detto nobile Giovanni; fa tale concessione col peso del militar servizio1408 ago. 25 

066 - La regina Bianca, vicaria nel Regno di Sicilia, in nome di re Martino e in considerazione dei servigi resi dal quondam nobile Giovanni de Aragona, barone di Avola, concede al figlio di lui, di nome Giovanni, la cittadinanza di Siracusa, e ordina al senatore (o sindaco), ai giudici ed ai giurati della detta città di considerarlo e trattarlo, negli onori, nelle grazie immunità ecc., come gli altri cittadini, originari, e comanda pure agli ufficiali fiscali, secreti, vicesecreti, maestri procuratori ecc., di osservare e fare osservare tale privilegio1409 set. 07 

067 - Il patrizio, o sindaco, e i giudici e giurati della città di Catania, a richiesta di Costanza d'Aragona, balia e tutrice dei figli del q. Giovanni d'Aragona, signore di Avola, dichiarano che il notaio Lorenzo di Noto, di Catania, aveva rilasciato apoca di quietanza di once 30, pagate dal detto Giovanni a notar Pietro Raimondo de Gurpi per atti rogati nell'interesse dello stesso Giovanni1409 set. 09 

068 - Ladislao re di Ungheria, Gerusalemme, Sicilia ecc. ordina al giudice Giovanni de Fractis d'immettere il nobile Saladino di Santangelo nel possesso della terra di Borrello della provincia di Calabria Ultra, già vendutagli dalla Regia Corte e di fargli prestare dai vassalli il giuramento di fedeltà e assicurazione1409 dic. 09 

069 - Ladislao re di Ungheria, Gerusalemme, Sicilia ecc. ordina al giustiziere di Calabria Ultra ed al giudice Giovanni de Fractis di procedere ad opportuna inchiesta perché siano reintegrati al demanio della terra di Borrello i beni ed i diritti che se ne trovino staccati, così come egli aveva promesso nella vendita fattane a favore del nobile Saladino di Santangelo, regio ciambellano1409 dic. 09 

070 - Ladislao re di Ungheria, Gerusalemme, Sicilia ecc. omologa, ratifica e approva l'istrumento stipulato il 2 dicembre 1409 in Salerno per notaio Paolo de Gregaudio di Napoli, col quale istrumento egli aveva venduto al nobile ed egregio uomo Saladino di Tommaso di Santangelo pel prezzo di ducati di oro 5.600, la terra di Borrello, di cui vengono descritti i confini, sita nella provincia di Calabria Ultra, con tutti i casali, le pertinenze ecc., e col peso del servizio militare, giusta l'uso del Regno e l'editto relativo alla successione dei feudi, pubblicato da Carlo II nel parlamento tenuto a Napoli1410 gen. 20 

071 - Ladislao re di Ungheria, Gerusalemme, Sicilia ecc., sullo esposto di Carluccio Geronda, il quale asseriva di aver comprato per mezzo del padre, Rinaldo, col regio consenso, dal nobile uomo Antonio di Salvo di Lipari, la metà della terra di Roccamainalda della provincia di Calabria, che lo stesso Antonio teneva in capite dalla regia Corte, col peso del militar servizio, ordina al dottore in legge Giovanni di Morano di Catanzaro, d'immetterlo nel possesso, dopo la prestazione del debito giuramento1411 apr. 26 

072 - Re Ladislao, considerando i meriti della magnifica Margherita de Marzano e della casa di lei, concede, in burgensatico, a lei ed agli eredi e successori, in perpetuo, una starza demaniale della terra di Novi, in provincia di Principato Citra, presso il casale si Spio, e ordina di darne il possesso all'abate Nicola Ferraro e a Roberto de Urso per parte di detta Margherita1412 nov. 01 

073 - Ferdinando re d' Aragona, Sicilia, Valenza ecc. conferma a favore di Gabriele de Faulo il privilegio del 1° settembre 1404 di re Martino d'Aragona e re Martino di Sicilia, relativo alla concessione di 200 once annue per sostegno della sua milizia, da riscuotersi sui proventi del porto e della marina di Licata1413 gen. 04 

074 - Ferdinando re d' Aragona, Sicilia, Valenza ecc., sul istanza di Gabriele de Faulo, conferma la lettera patente del 2 settembre 1404 per l'esecuzione del privilegio del 1° dello stesso mese e anno relativo alla concessione di 200 once annue nei proventi del porto e della marina di Licata1413 gen. 04 

075 - Ferdinando re d'Aragona, Sicilia,Valenza ecc., a richiesta di Luigi de Raiadello conferma il privilegio già rilasciato a favore di lui da Martino, re d'Aragona e da Martino re di Sicilia, in data del 1° febbraio 1401, relativo ai diritti concessigli in cambio della terra di Calatabuturo1413 apr. 14 

076 - Ferdinando re d'Aragona, Sicilia,Valenza ecc., a richiesta di Luigi de Raiadello conferma il privilegio già rilasciato a favore di lui da Martino, re d'Aragona e da Martino re di Sicilia, in data del 1° febbraio 1401, relativo ai diritti concessigli in cambio della terra di Calatabuturo1413 apr. 14 

077 - Ferdinando re d' Aragona, Sicilia, Valenza ecc. assegna sulle esportazione "super tractis seu exituris" del porto o caricatoio della terra di Eraclea a favore di Luigi de Raiadello e dei suoi eredi e successori, 90 once annue d'oro, le quali già Martino re di Sicilia gli aveva concesse in data del 17 ottobre 1404 a complemento delle 200 once d'oro che gli aveva dato col peso del militar servizio in compenso della terra di Caltavuturo che gli era stata tolta, e fino alla concessione di altro castello, terra o baronia1413 apr. 18 

078 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc. concede assenso all'atto col quale Ciarletto Caracciolo, detto Viola, in nome proprio e del fratello Gualtiero, aveva venduto a Becolo Gattola di Gaeta il casale di Stefanacolo, sito nelle vicinanze della terra di Monteleone1414 ott. 23 

079 - L'infante Giovanni, secondogenito del re d'Aragona, quale vicerè di Sicilia, concede, a durata del beneplacito regio, a favore di Gabriele de Faulo, l'ufficio di provvisore dei castelli del demanio del Regno di Sicilia, vacante per morte di Francesco Castella1415 mag. 02 

080 - Giacomo e Giovanna II, re e regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., considerando i meriti di Giovanni Antonio de Marzano, duca di Sessa e conte di Squillace, concedono, in perpetuo, a lui ed ai suoi eredi e successori, la città di Sessa, le terre di Marzano, Roccamonfina, Caianiello e Marzanello della provincia di Terra di Lavoro, la baronia di Novi, Gioj, Rocca d'Aspide e Torre Magna della provincia di Principato Citra, la città di Squillace, e la terra di Satriano della provincia di Calabria, che erano già appartenute al quondam Giacomo de Marzano, conte d' Alife, zio paterno dello stesso Giov. Antonio, le quali terre re Ladislao, dopo la morte di Giacomo de Marzano e vivendo ancora il conte d'Alife, Goffredo, ed essendo Giovanni Antonio ancora in tenera età, aveva ridotte in suo potere1416 mag. 15 

081 - Giovanna II, regina di Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, dopo aver dato in pegno le città di Melfi, Rapolla e Torre della Cisterna della provincia di Basilicata, pel mutuo di ducati 4.000, che Sergianni Caracciolo, conte di Avellino e gran siniscalco del Regno, le aveva consegnato in camera segreta e nelle sue proprie mani, lo nomina castellano della città di Melfi con venticinque compagni e della Torre della Cisterna con altri dieci compagni e concede a lui 12 ducati al mese per ciascun castello, ed ai servienti 2 ducati per ognuno1418 lug. 02 

082 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., avendo inteso che il castello di Melfi aveva bisogno di riparazioni e fortificazione delle mura, ordina a Sergianni Caracciolo, capitano di Melfi e Rapolla, al quale lo aveva concesso in castellania, di procedere ai lavori necessari, e gli promette di rimborsarlo delle spese sostenute1418 lug. 14 

083 - I vicerè di Sicilia, ad istanza del nobile Petruccio, figlio di Giovanni d'Aragona , considerando che il detto Petruccio era stato istituito erede universale del padre specialmente nella terra di Avola e nei diritti di essa, confermano a lui ed ai suoi eredi, in perpetuo, il possesso della terra e del castello di Avola, sotto il peso del militar servizio1419 lug. 08 

084 - I vicerè di Sicilia, ad istanza del nobile Petruccio, figlio di Giovanni d'Aragona , considerando che il detto Petruccio era stato istituito erede universale del padre specialmente nella terra di Avola e nei diritti di essa, confermano a lui ed ai suoi eredi, in perpetuo, il possesso della terra e del castello di Avola, sotto il peso del militar servizio.1419 lug. 08 

085 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., ad istanza del magnifico Marino Caracciolo, accetta e conferma a beneficio del detto Marino, la vendita della terra di Casalnuovo della provincia di Capitanata, confinante col tenimento di Lucera e con quello di S. Severo, che aveva comprato, da Sergianni Caracciolo, conte di Avellino e gran siniscalco del Regno, pel prezzo di 1200 ducati d'oro.1420 giu. 02 

086 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc., ad istanza di Luigi de Raiadellis, riproduce un privilegio, dato da Barcellona il 14 aprile 1413, col quale re Ferdinando aveva concesso allo stesso Luigi ed agli eredi e successori di lui annualmente tanti fiorini di oro di Aragona, quanti ne corrispondessero al valore dell'estrazione delle 500 salme menzionate nel privilegio di re Martino del 3 agosto 14071420 lug. 10 

087 - Alfonso re d'Aragona dona e concede in feudo nobile al diletto regio consigliere Raimondo de Perillionibus ed ai suoi eredi, legittimi discendenti, la città di Lettere, le terre di Gragnano e Pimonte e il casale delle Fianche, "Franchorum", della provincia di Principato Citra, col peso del feudal servizio, secondo la consuetudine del Regno1422 nov. 25 

088 - Alfonso re d'Aragona ecc., in considerazione dei meriti del magnifico Raimondo de Perillionibus concede e dona a lui ed ai suoi eredi, in perpetuo, in feudo e col peso del feudal servizio, tutte le singole collette, ordinarie e straordinarie, le funzioni e imposte fiscali, sotto qualsiasi denominazione dovute alla Corte dalle università e dagli uomini di Castellammare di Stabia, Lettere, Gragnano e Pimonte, dalle Fianche, Vico e suoi casali in provincia di Principato Citra, e da tutte le altre città, terre e luoghi dei quali dalla regia Corte gli erano state fatte ampie concessioni1423 ott. 14 

089 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc. considerando i meriti di Leonetto Caracciolo e i servigi da lui resi, gli conferma il possesso delle terre di Novi e Pisciotta e delle altre terre che egli già possedeva nel Regno, con i castelli, le torri, i vassalli ecc.1424 set. 22 

090 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

091 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

092 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

093 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

094 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

095 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., ad istanza di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote del quondam Luigi de Raiadellis, morto ab intestato e senza eredi, conferma a detta Giovanna il castello e la terra di Terranova, già concessa da re Martino al detto Luigi in compenso della terra di Calatabuturo, con privilegio del 1° febbraio 1401, e revoca tutte le donazioni e concessioni di detta terra, a favore di altri e specialmente di Esimino di Pietro di Torella, Corella o Corcella1425 mar. 01 

096 - Alfonso re d'Aragona conferma a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis il privilegio col quale re Martino, da Catania, in data del 3 agosto 1407, aveva donate 500 tratte di frumento sul caricatoio di Terranova a favore del detto Luigi de Raiadellis in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

097 - Alfonso re d'Aragona conferma a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis il privilegio col quale re Martino, da Catania, in data del 3 agosto 1407, aveva donate 500 tratte di frumento sul caricatoio di Terranova a favore del detto Luigi de Raiadellis in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

098 - Alfonso re d'Aragona conferma a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis il privilegio col quale re Martino, da Catania, in data del 3 agosto 1407, aveva donate 500 tratte di frumento sul caricatoio di Terranova a favore del detto Luigi de Raiadellis in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

099 - Alfonso, re d'Aragona, conferma a favore di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis, la concessione contenuta nel privilegio di re Martino del 17 ottobre 1404 delle 90 once d'oro donate al detto Luigi sulle tratte del caricatoio di Terranova, in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

100 - Alfonso, re d'Aragona, conferma a favore di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis, la concessione contenuta nel privilegio di re Martino del 17 ottobre 1404 delle 90 once d'oro donate al detto Luigi sulle tratte del caricatoio di Terranova, in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

101 - Alfonso, re d'Aragona, conferma a favore di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis, la concessione contenuta nel privilegio di re Martino del 17 ottobre 1404 delle 90 once d'oro donate al detto Luigi sulle tratte del caricatoio di Terranova, in compenso della terra di Caltavuturo1425 mar. 01 

102 - Alfonso, re d'Aragona, conferma a favore di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis, la concessione contenuta nel privilegio di re Martino del 17 ottobre 1404 delle 90 once d'oro donate al detto Luigi sulle tratte del caricatoio di Terranova, in compenso della terra di CaltavuturoContiene lo stesso privilegio del documento precedente, relativo alla conferma dell'altro del 17 ottobre 14041425 mar. 01 

103 - Alfonso, re d'Aragona, conferma a favore di Giovanna, moglie di Arnaldo de Villademani e nipote di Luigi de Raiadellis, la concessione contenuta nel privilegio di re Martino del 17 ottobre 1404 delle 90 once d'oro donate al detto Luigi sulle tratte del caricatoio di Terranova, in compenso della terra di CaltavuturoContiene lo stesso privilegio del documento precedente, relativo alla conferma dell'altro del 17 ottobre 14041425 mar. 01 

104 - Alfonso re d'Aragona, avendo confermato a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani la concessione del castello e della terra di Terranova, come innanzi, revocando tutte le donazioni e concessioni rilasciate a favore di altri e specialmente del regio coppiere Esimino di Pietro di Corella, ordina al fratello Pietro, suo luogotenente in Sicilia, di immetterla e mantenerla nel possesso del castello e della terra innanzi nominati1425 mar. 01 

105 - Alfonso re d'Aragona, avendo confermato a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani la concessione del castello e della terra di Terranova, come innanzi, revocando tutte le donazioni e concessioni rilasciate a favore di altri e specialmente del regio coppiere Esimino di Pietro di Corella, ordina al fratello Pietro, suo luogotenente in Sicilia, di immetterla e mantenerla nel possesso del castello e della terra innanzi nominati1425 mar. 01 

106 - Alfonso re d'Aragona, avendo confermato a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani la concessione del castello e della terra di Terranova, come innanzi, revocando tutte le donazioni e concessioni rilasciate a favore di altri e specialmente del regio coppiere Esimino di Pietro di Corella, ordina al fratello Pietro, suo luogotenente in Sicilia, di immetterla e mantenerla nel possesso del castello e della terra innanzi nominati1425 mar. 01 

107 - Alfonso re d'Aragona, avendo confermato a favore di Giovanna moglie di Arnaldo de Villademani la concessione del castello e della terra di Terranova, come innanzi, revocando tutte le donazioni e concessioni rilasciate a favore di altri e specialmente del regio coppiere Esimino di Pietro di Corella, ordina al fratello Pietro, suo luogotenente in Sicilia, di immetterla e mantenerla nel possesso del castello e della terra innanzi nominati1425 mar. 01 

108 - Luigi III, duca di Calabria e d'Angiò, figlio adottivo di Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., conferma come nuovo duca e signore del ducato di Calabria e quale futuro re, in favore di Covella Ruffo di Calabria, duchessa di Sessa e contessa di Montalto e Squillace e in favore degli eredi e successori di lei d'ambo i sessi, la terra di Montalto col titolo di conte, le terre di Briatico, Missiano, Motta di Filocastro ed altre terre che già possedeva nel ducato di Calabria, con tutti i diritti, le ragioni, ecc. salvo il servizio feudale1425 mag. 18 

109 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., ordina a Salvatore Zurlo, conte di Sant'Angelo, consiliario et fideli nostro, di recarsi alla presenza di lei nel castello di Aversa, fra otto giorni da quello della presentazione della lettera e sotto pena della accusa di disprezzo degli ordini regali, di ribellione, di delitto di lesa maestà e della confisca dei beni, ecc., per rispondere delle depredazioni, degli omicidi, delle violenze ecc. che aveva compiute, coi suoi seguaci, contro i sudditi fedeli e gli ufficiali regi1426 mag. 26 

110 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc., come nella precedente lettera, ordina nella stessa forma e negli stessi termini e per le stesse ragioni a Giacomo Zurlo, fideli nostro dilecto, quanto aveva già ordinato al conte di Sant'Angelo, Salvatore Zurlo1426 mag. 26 

111 - Giovanna II, avendo commesso al nobile uomo Francesco Russo de Miro di Pisa, familiare regio, l'incarico di notificare a Giacomo Zurlo l'ordine di recarsi alla presenza sua, poiché il detto Francesco aveva riferito che Giacomo Zurlo, al quale aveva notificato nel dì penultimo di maggio l'ordine della regina in Oppido di Basilicata, aveva ricusato obbedire, lo dichiara vero contumace e lo condanna alle pene minacciategli, alla pubblicazione e confisca di tutti i suoi beni1426 giu. 05 

112 - Giovanna II dona, col peso del servizio militare, a Sergianni Caracciolo di Napoli, duca di Venosa, conte di Avellino e gran siniscalco del Regno, ed agli eredi e successori d'ambo i sessi, la terra di Morra della provincia di Principato Ultra, che già era appartenuta al conte di Sant'Angelo, Salvatore Zurlo, e poi era stata confiscata e devoluta alla regia Corte con tutti i diritti, ragioni ecc.1426 dic. 07 

113 - Alfonso re d'Aragona, ampliando e confermando le donazioni contenute nei privilegi dati a Messina il 21 giugno 1421, e dalla piana di Sorrento il 23 giugno 1422 (inseriti) e da Castelvolturno di Napoli il 28 febbraio 1423, coi quali aveva concesso al nobile e diletto consigliere Raimondo de Perillionibus, governatore delle contee di Rossiglione e Ceritania, tutto ciò che teneva il viceconte "Insule et Caneti" che da ultimo era stato il nobile Pietro de Fonolleto e tenendo presente che il detto Raimondo aveva acquistato dalla regina Margherita, zia del re ed allora abbadessa del monastero di Valledonzella altri luoghi e terre ecc. giusta istrumento stipulato in Barcellona il 7 settembre 1427, ad istanza dello stesso Raimondo concede e conferma, a lui ed ai suoi, i luoghi di Clairano, San Lorenzo, la baronia di Castelnuovo e Belpoggio, i luoghi di Ens e Soler, il loro pieno dominio, confini e territori, con tutta la giurisdizione civile criminale, col mero e misto impero e con tutti i diritti ecc. che erano appartenuti al nobile Pietro de Fonolleto una volta viceconte1428 lug. 20 

114 - Alfonso re d'Aragona, avendo già concesso con carta del 20 luglio 1428 a favore del capitan generale Raimondo de Perillionibus e dei suoi discendenti i luoghi di cui è parola nel precedente privilegio, gli concede pure ogni diritto delle regalie e l'esercizio che di esse aveva e doveva il re avere in detti luoghi1428 ago. 16 


115 - Giovanna II, regina d'Ungheria, Gerusalemme, Sicilia, ecc. concede al nobile uomo Cristoforo Caetani, conte di Fondi, l'ufficio di capitano nei casali di Trentola e Marzano, nelle vicinanze di Aversa, col mero e misto impero ecc. e con la facoltà di trasmettere l'ufficio con tutti i diritti ai figli maschi, serbata la prerogativa dell'età1431 set. 01 

116 - Alfonso, re d'Aragona ecc. considerando: a) che già aveva concesso al nobile e diletto regio consigliere Raimondo de Perillionibus, governatore delle contee di Rossiglione e Ceritania e capitano generale del mare, tutto il diritto di svincolo e riscatto, che la regia Corte aveva, nella contea Agerense(Ageris, Agerensis) del principato di Catalogna, giusta privilegio dato a Palermo il 6 aprile 1421; b) che per avere detto Raimondo rinunciato alla concessione del luogo o villa di Toiro, avevagli promesso di svincolare e riscattare fra un certo tempo la enunciata villa Ageris da ogni pignoramento col quale l'arcivescovo di Terracona la possedeva, e di consegnarla e darne il possesso allo stesso Raimondo, e c) che per le urgenti necessità della guerra sorta tra lui e il re di Castiglia non aveva potuto svincolarla, dona, in perpetuo, al detto Raimondo, in compenso di ciò che questi aveva rinunciato o non aveva ricevuto "castra et valles et alcarcas de Seta et de Tranadell", siti nel regno di Valenza, in libero, puro e franco allodio1431 set. 15 

117 - Alfonso re d'Aragona ecc. concede e dona al nobile Raimondo de Perillionibus i frutti, censi, proventi ecc. che solevano raccogliersi dalla regia Corte "in villa et locis del Volo de Cortani de Montbaulo" situati nelle contee di Rossiglione e Ceritania. Ordina quindi ai vicegovernatori ed agli altri regi ufficiali delle dette contee di darne il possesso al detto Raimondo o al procuratore di lui1431 set. 30 

118 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., a richiesta di Arnaldo de Villademani, procuratore di sua moglie Giovanna, nipote ed erede di Luigi de Raiadellis, la quale in virtù del privilegio di re Martino, dato a Catania il 1° febbraio 1401, teneva e possedeva i diritti, i proventi ecc. del castello e della terra di Eraclea, ossia Terranova, concede che egli possa, nella detta qualità di procuratore, vendere e concedere a Beatrice de Faulo ed ai suoi eredi, secondo il diritto franco e col peso del militar servizio dovuto alla regia Corte, tali diritti e proventi e anche la torre di Castelluzzo, e possa comprarne o svincolarne, per una equivalente somma, censi o beni nelle parti di Catalogna nell'interesse e per l'utilità dei suoi eredi e della moglie stessa1432 ott. 30 

119 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., a richiesta di Arnaldo de Villademani, procuratore di sua moglie Giovanna, nipote ed erede di Luigi de Raiadellis, la quale in virtù del privilegio di re Martino, dato a Catania il 1° febbraio 1401, teneva e possedeva i diritti, i proventi ecc. del castello e della terra di Eraclea, ossia Terranova, concede che egli possa, nella detta qualità di procuratore, vendere e concedere a Beatrice de Faulo ed ai suoi eredi, secondo il diritto franco e col peso del militar servizio dovuto alla regia Corte, tali diritti e proventi e anche la torre di Castelluzzo, e possa comprarne o svincolarne, per una equivalente somma, censi o beni nelle parti di Catalogna nell'interesse e per l'utilità dei suoi eredi e della moglie stesso1432 ott. 30 

120 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia, Valenza ecc., a richiesta di Arnaldo de Villademani, procuratore di sua moglie Giovanna, nipote ed erede di Luigi de Raiadellis, la quale in virtù del privilegio di re Martino, dato a Catania il 1° febbraio 1401, teneva e possedeva i diritti, i proventi ecc. del castello e della terra di Eraclea, ossia Terranova, concede che egli possa, nella detta qualità di procuratore, vendere e concedere a Beatrice de Faulo ed ai suoi eredi, secondo il diritto franco e col peso del militar servizio dovuto alla regia Corte, tali diritti e proventi e anche la torre di Castelluzzo, e possa comprarne o svincolarne, per una equivalente somma, censi o beni nelle parti di Catalogna nell'interesse e per l'utilità dei suoi eredi e della moglie stessa1432 ott. 30 

121 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc., anche in nome di Giovanna II, di cui si dichiara, fra l'altro, vicario generale, conferma, a favore del magnifico uomo Giov. Antonio de Marzano, duca di Sessa e conte di Squillace, Alife e Montalto, tutti i capitoli e privilegi già concessigli1433 gen. 21 

122 - Alfonso re d'Aragona, di Sicilia citra et ultra Farum, di Valenza ecc. concede a Pietro de Cardona l'ufficio di maestro giustiziere di Sicilia oltre al Faro, per dopo la morte del padre, Antonio de Cardora, che ne era allora investito1437 giu. 30 

123 - Isabella regina di Gerusalemme e Sicilia ecc., moglie di Renato d'Angiò, di cui era vicaria generale nel Regno, ad istanza di Francesco Caracciolo, figlio ed erede di Leonetto, conferma, a favore di lui e degli eredi, in perpetuo, le terre avute in successione dal padre e cioè "terras seu castra Pissocte, Molope ei Castellucii...(prov. Principato) ac villas seu feuda Cardeti et Sancte Nastasie...(prov. Terra di Lavoro) nec non et territorium sive feudam Laureosi...(Basilicata)" da tenere e possedere per lo stesso Francesco e suoi eredi, in feudo immediato ed in capite della Regia Corte e col peso del feudale servizio e così pure la terra e valle di Novi, che da Giov. Antonio de Marzano era stata regolarmente venduta al padre, Leonetto, e poi era stata tolta1437 ago. 26 

124 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc., considerando che era tra le consuetudini sancite dai suoi predecessori nella Sicilia oltre il Faro l'esenzione da ogni onere di servizio o gabella, a favore dei padri di dodici figli legittimamente procreati, dichiara esente, franco e libero da tutte e singole convenzioni, collette ecc. il nobile Pietro d'Aragona, barone di Avola e consigliere regio1439 ago. 12 

125 - Re Alfonso, considerando la fedeltà di Covella Ruffo, duchessa di Sessa e contessa di Montalto, Squillace ed Alife, conferma a favore di lei e dei suoi eredi d'ambo i sessi, le precedenti concessioni, riconoscendole e di nuovo donandole tutte le città e terre e ciò la terra di Montalto con la dignità e il titolo di contea, la baronia di Paola e Fuscaldo, la terra di Briatico, quella di Mesiano, Mottafilocastro, Motta di Calimera, Motta di Ioppolo con tutti i loro casali e distretti, la terra di Seminara, il feudo di Palma, la città di Nicotera, la terra di Francica egualmente con tutti i loro casali e distretti, il feudo chiamato Montalto, posto nel tenimento di Tropea, un altro feudo pure chiamato Montalto sito nei tenimenti di Nicotera e Borrello, le terre di Simeri, Casabona, Roccadineto, la città di Cerenzia con la salina di Meliato, la terra di Caccuri con il diritto di piazza e con le saline di San Giorgio, la terra di Verzino, la città di Umbriatico pure col diritto di piazza, la terra di Crucoli, la terra di Scala, Cariati con fondaco, Campana con la mena del ferro, Pietrapaola, Crosia, Caloveto, Cropalati, Bocchigliero, il feudo detto di Piacenza e San Giovanni, sito nel tenimento di Rossano, la città di Policastro, Roccagloriosa, Montella, site nella provincia di Principato, la città di Acerenza, la terra di Genzano e Casalaspia, site nella provincia di Basilicata, il feudo detto di Montalto e il feudo di Parafisci, siti nel tenimento di Sessa, il casale di Crispano, nel distretto della città di Aversa, e tutte le altre terre e gli altri beni, così burgensatici che feudali, pervenutile per concessione, successione o altra causa, e specialmente la donazione fattale dalla magnifica donna Covella Ruffo contessa di Altomonte, sua ava, della metà dell'eredità del Conte di Mileto, e conferma pure alla detta duchessa tutte le grazie, i privilegi e altro, concessi a favore di lei o delle sue città e terre, o dei suoi vassalli1440 gen. 05 

126 - Alfonso, re d'Aragona, Sicilia ecc. concede al nobile Baldassarre de Tagliavia, barone di Castelvetrano, vita durante, ogni giurisdizione civile e criminale nella detta terra di Castelvetrano e il mero e misto impero, oltre quelle facoltà che quegli già possedeva, concedendo e togliendo tali giurisdizioni dal patrimonio, dominio, diritto e dalle regalie della Corona1440 dic. 10 

127 - I giurati della nobile città di Messina, considerando il loro dovere di rendere migliore di giorno in giorno la città col farla abbondare di virtuosi e illustri cittadini, e considerando pure la fama e le virtù del magnifico uomo Pietro d'Aragona, signore della terra di Avola, gli conferiscono la cittadinanza1446 apr. 06 

128 - Alfonso, re d'Aragona, Sicilia ecc., ad istanza di Marino Caracciolo, conte di Sant'Angelo, avendo Nicol'Antonio Zurlo, utile signore del castello di Andretta, contratto matrimonio con Caterina Caracciolo, figlia del detto Marino, e avendo obbligato per le doti e l'antefato il detto castello, presta il regio assenso al relativo istrumento di obbligo, stipulato per notar Pietro di Montefusco1448 feb. 12 

129 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc., il quale aveva già concesso al conte di Sant'Angelo, Marino Caracciolo, strenuo capitano d'armi, annui ducati 200 di camera, da conseguire sopra le collette e funzioni fiscali dovute alla regia Corte, ed aveva esteso tale concessione per tutta la vita di lui, giusta privilegio dato da Pontecorvo il 9 ottobre 1441, avendo dipoi, nel parlamento generale tenuto a Napoli, tolte le collette e commutate l'esazione dei 200 ducati sul diritto dei fuochi, dovuto alla regia Corte, giusta lettera patente data dal castello di Sant'Erasmo della città di Napoli il 9 aprile 1443, a da ultimo avendo, nel parlamento generale, tenuto da poco in Napoli, stabilito che le tasse generali si pagassero annualmente in luogo dei fuochi, ne commuta nuovamente l'esazione, così che il detto conte possa esigere i 200 ducati dalle tasse generali imposte e imponende sulle sue terre, nel modo che fino allora li aveva esatti dalle tasse dei fuochi1449 set. 25 

129 bis - Re Alfonso conferma al magnifico Artale de Cardona, primogenito di don Pietro, la contea di Golisano e le terre di Golisano, Caronia e Petralia Superiore ed Inferiore e il feudo di Belice1451 ago. 25 

130 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc. concede al conte di Sant'Angelo, Marino Caracciolo, in burgensatico, uno spazio del terreno demaniale o via pubblica, di 44 metri di lunghezza e 14 di larghezza, posto innanzi alla bottega e alle case che il detto conte possedeva al largo di Porto1451 nov. 08 

131 - Alfonso re d'Aragona concede al nobile Carlo Pignatelli di Napoli ed ai suoi successori, in perpetuo, una via pubblica sitanella città di Napoli, tra la via Armatoria e la via Tabernaria confinante verso San Pietro ad Aram, con la facoltà di poterla chiudere ed edificarvi case.1452 ott. 09 

132 - Il vicerè di Sicilia, in nome di re Alfonso, a richiesta di Giovanni d'Aragona, figlio del quondam Petruccio, presentata a mezzo di Antonio fratello di lui, riconoscendo che il detto Giovanni era figlio del q. Petruccio e il maggiore d'età e perciò legittimo successore, gli conferma, col peso del militar servizio, giusta privilegio dell'8 luglio 1419, che è inserito nell'atto, il possesso della terra di Avola1453 lug. 17 

133 - Il vicerè di Sicilia, in nome di re Alfonso, a richiesta di Giovanni d'Aragona, figlio del quondam Petruccio, presentata a mezzo di Antonio fratello di lui, riconoscendo che il detto Giovanni era figlio del q. Petruccio e il maggiore d'età e perciò legittimo successore, gli conferma, col peso del militar servizio, giusta privilegio dell'8 luglio 1419, che è inserito nell'atto, il possesso della terra di Avola1453 lug. 17 

134 - Il vicerè di Sicilia, a richiesta di Giovanni de Aragona, figlio ed erede del quondam Pietruccio, gli conferma i seguenti feudi: li Lanfi, Rachelmedica, li Buchini e Burgillusa, sotto il peso del militar servizio, dovuto alla regia Corte, giusta il diritto dei Franchi e con le solite esclusioni del diritto di legnare, delle difese ecc. riservate al demanio regio1453 lug. 17 

135 - Il vicerè del Regno di Sicilia, in nome di re Alfonso d'Aragona, a richiesta di Giosuè de Marino, figlio del q. Ruggiero, figlio del q. Filippo de Marino, gli conferma il possesso della terra di Gibellino, giusta il privilegio del 14 marzo 1398 (1397 stile dell'incarnazione) che è inserito nell'atto1453 ago. 14 

136 - Il vicerè del Regno di Sicilia, in nome di re Alfonso d'Aragona, a richiesta di Giosuè de Marino, figlio del q. Ruggiero, figlio del q. Filippo de Marino, gli conferma il possesso della terra di Gibellino, giusta il privilegio del 14 marzo 1398 (1397 stile dell'incarnazione) che è inserito nell'atto1453 ago. 14 

137 - L'arcivescovo di Palermo, presidente del governo del Regno di Sicilia, in nome del Re, ad istanza di Giovanni Tagliavia, figlio del q. Baldassarre, il quale era figlio del q. Nino, conferma a favore del richiedente il privilegio di re Martino, del 31 marzo 1397, relativo alla terra di Castelvetrano e alla terra e al castello di Pietra Belice1453 set. 12 

138 - Margherita di Sanseverino, contessa di Capaccio, madre, tutrice e balia di Gaspare Sanseverino, in nome anche del figlio, a richiesta di Francesco de Alitto di Castelluccia, suo familiare, il quale aveva esposto che Andrea de Alitto, possedendo in feudo nobile dalla casa Sanseverino una terra detta "la Isca dello Lazaretto" presso il fiume Calore ed altri confini, sotto il peso feudale di un tarì gliel'aveva venduta sotto lo stesso peso feudale, giusta istrumento rogato per mano di notar Oliviero de Forzato di Castelluccia, con la riserva del relativo assenso, concede il chiesto assenso confermando tale vendita1454 mar. 15 

139 - Marino Gio. Francesco de Marzano Ruffo, milite, principe di Rossano, duca di Sessa, conte di Squillace, Montalto, Alife, e ammiraglio del Regno di Sicilia, per l'amore che nutriva verso la moglie Alinora d'Aragona (de Ragonia) le dona in perpetuo tutti i diritti, redditi, proventi spettantigli sulla città di Policastro e sulle terre di Gioia Nova e Roccalaspide del distretto di Principato (Iove nove, Roccalaspri et civitatis Policastri)1454 mag. 14 

140 - Alfonso re d'Aragona, di Sicilia citra et ultra ecc., essendo vacante l'ufficio di governatore e capitano della terra di Monteleone per la morte del magnifico Pietro de Mila, ne investe il magnifico Mariano de Alagno, di Napoli, sua vita durante, con facoltà di sostituirne altri in sua vece1455 mar. 18 

141 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc. concede e dona al magnifico Mariano de Alagno, governatore e castellano del castello e della terra di Monteleone, il diritto del sale, ossia i carlini 5 e grana 2 da pagarsi, per ogni tomolo di sale, in due rate, dalla università e dagli uomini della terra di Monteleone e del suo distretto, per ogni focolare, e gli dona pure, vita durante, altri diritti1455 mar. 18 

142 - Alfonso re d'Aragona ecc. nomina il magnifico Mariano de Alagno di Napoli all'ufficio di castellano della terra di Monteleone, vacato per la morte del magnifico Pietro de Mila, e gli dà facoltà di nominare un sostituto per la custodia del castello della detta terra1455 mar. 18 

143 - Alfonso re d'Aragona ecc., avendo nominato Mariano de Alagno castellano e governatore di Monteleone in luogo del quondam Pietro de Mila, al quale aveva concesso il diritto dei focolari o della tassa generale della terra di Monteleone, per non usare al detto Mariano un trattamento meno favorevole e volendo che la tassa generale sia integralmente destinata alla Camera regia, gli dona, in cambio di essa, vita durante, la provvisione annua di 546 ducati e tarì 3, corrispondente all'introito della tassa generale della stessa terra di Monteleone, e da pagarglisi in due rate, cioè a settembre e febbraio, dal tesoriere regio di Calabria, dalla moneta del diritto del sale dovuto per i focolari1455 mar. 18 

144 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc., considerando che, per i servigi resigli dal quondam Raimondo de Perellos, aveva donato a lui ed ai suoi successori le valli de Secta de Travadell e la villa de Gorga, site nel regno di Valenza, con i loro castelli, vassalli, giurisdizione ecc. col patto che, qualora fosse stato dato a lui o ai suoi eredi in cambio il viscontato di Ager, sarebbe rimasta estinta la precedente concessione, assegnata a Luigi de Perellos figlio e successore del quondam Raimondo, in sostituzione del comitato di Ager, la terra ed il castello di Gagliano sito nel regno di Sicilia oltre il faro e ceduto alla regia Corte del magnifico Santo Royz de Lyori visconte di Galeano, al quale erano in cambio passate le valli de Secta de Travadell e la villa de Gorga1455 set. 01 

145 - Alfonso re d'Aragona ecc. concede al magnifico Giovanni d'Aragona il mero e misto impero e la potestà della spada "et potestatem gladii" e la giurisdizione criminale delle terre di Avola e Terranova, site nella valle di Noto, le quali il detto Giovanni possedeva, cioè Avola per successione paterna, e Terranova per le doti della nobile Beatrice d'Aragona sua moglie, figlia del nobile quondam magnifico Berengario de Cruilles1455 set. 01 

146 - Alfonso re d'Aragona ecc. concede al magnifico Giovanni d'Aragona il mero e misto impero e la potestà della spada "et potestatem gladii" e la giurisdizione criminale delle terre di Avola e Terranova, site nella valle di Noto, le quali il detto Giovanni possedeva, cioè Avola per successione paterna, e Terranova per le doti della nobile Beatrice d'Aragona sua moglie, figlia del nobile quondam magnifico Berengario de Cruilles1455 nov. 01 

147 - Re Alfonso fa noto al nobile uomo Giovanni Ferraro, razionale della regia Camera della Sommaria e commissario delegato alla raccolta del diritto del quinto imposto su tutte le annue provvisioni e grazie regie,di aver rimesso e condonato tale diritto del quinto al conte di Sant'Angelo, Marino caracciolo e quindi ordina che nulla esiga o faccia esigere da lui1456 mag. 23 

148 - Alfonso re d'Aragona e Sicilia di qua e di là dal Faro, dopo il parlamento generale tenuto nella chiesa di Santa Chiara in Napoli il 10 settembre 1456 e in più volte e giorni successivi, approva, dopo matura deliberazione del Sacro Consiglio, le grazie e i capitoli che i baroni avevano in quel parlamento concordate e indi sottoposte alla regia sanzione, e, da ultimo, approva pure una cedola che il 15 ottobre di quell'anno presso le Paludi, fuori la città di Napoli, i magnati e baroni, dopo lunghe dissertazioni, svolte in quel parlamento per il bene del Regno, gli avevano presentata, relativa al modo di pagamento del supplemento dei 20 carlini per focolare1456 ott. 15 

149 - Re Alfonso considerando i meriti di Carlo Pignatelli gli concede, vita durante, in ricompensa dei servigi resigli e di quelli che potrà rendergli, un'annua provvisione di 20 once di carlini d'argento (da calcolarsi 60 carlini per ogni oncia) su tutte le secrezie del ducato di Calabria e particolarmente di Cosenza, ordina perciò che il pagamento si compia a mezzo del tesoriere del detto ducato, Renzo de Afflitto, o dei suoi sostituti1456 nov. 08 

150 - Alfonso re d'Aragona, Sicilia ecc. per la demenza del magnifico Bernardo Zurlo, conte di Nocera e Montesoro, nomina la consorte di lui, Margherita Caracciolo, sua curatrice e balia1457 ago. 09 

151 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme e Ungheria, in considerazione degli utili servigi resigli da Carlo Pignatelli di Napoli, che nel giorno della sua incoronazione aveva decorato delle insegne militari, conferma in perpetuo a lui ed ai suoi successori e sotto il peso dell'adoa, la concessione delle 20 once, donategli già, con privilegio del dì 8 novembre 1457, da re Alfonso sulle secrezie di Calabria1459 feb. 15 

152 - Michele Hospital, cavaliere della Camera Regia e governatore generale conferma l'istrumento rogato in Siracusa per mano di notaio Giuliano di Paternò, in data 14 ottobre 1456, indizione V, col quale Antonio Palassino, quale procuratore di Blasio d'Alagona, di Giovanni, in conformità di mandato conferitogli con atto di notaio Guglielmo de Griguzio, di Catania, del 29 settembre dello stesso anno, aveva venduto a Giovanni de Bonaiuto, di Siracusa, un feudo chiamato Scarpello, sito nel tenimento di Lentini col patto di poterlo riscattare nel biennio, per il prezzo di 50 once d'oro, che vengono pagate metà per il banco di Blasio Scot e metà per il banco di Giovanni Gullico, e con la fideussione di Ortale d'Alagona, fratello di Blasio e Giovanni Ferrandes1459 lug. 31 

153 - Giovanni re d'Aragona, Sicilia, Navarra, Valenza ecc. per la conservazione, difesa e utilità di Terranova o Eraclea concede a tutti quelli che da qualunque luogo siano venuti ad abitarla una moratoria di otto anni per il pagamento dei debiti1459, dicembre 16 

154 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria dona a Guglielmo Raimondo de Corella ed agli eredi e successori di lui un'abitazione sita in Napoli, nel sedile di Capuana, detta de li Barrili, e la metà di una casa sita nel sedile di Portanova, ed una starza sita nelle vicinanze di Somma, un feudo sito nei territori di Aversa e Capua, detto l'Isola di Santa Maria della fossa e la gabella del terzo che si soleva raccogliere nelle piazze di Napoli e che era stata dei coniugi Gio.Antonio Caldola e Lucrezia Barrile di Napoli, un mulino sito nelle vicinanze di Aversa, e propriamente vicino al ponte di Sant'Antonio d'Aversa, il quale mulino era stato pure di Antonio Caldola, che si soleva chiamare conte di Trivento, e di Rostaino Caldola, suo figlio, i quali beni tutti erano stati confiscati e devoluti alla regia Corte per la notoria ribellione Antonio, Rostaino, Giovanni Antonio e Lucrezia, che avevano parteggiato per Giovanni duca del Regno (duci Reni)1459 dic. 31 

155 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria concede al magnifico uomo Carlo Pignatelli di Napoli ed ai suoi eredi e successori d'ambo i sessi, in perpetuo, la metà della gabella dei pesci della città di Napoli, e degli introiti frutti e redditi di essa, in feudo e sotto il peso del feudal servizio adoa, in modo che in caso di locazione debba pagarsi a lui la metà del prezzo degli arrendatori e, in caso che sia tenuta in credenza, possa il detto Carlo intervenire, o personalmente o per mezzo di suoi delegati, alla confezione del registro degli introiti in compagnia del credenziero o con altri ufficiali destinati dalla regia Corte1460 gen. 17 

156 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria concede al magnifico uomo Carlo Pignatelli di Napoli ed ai suoi eredi e successori d'ambo i sessi, in perpetuo, la metà della gabella dei pesci della città di Napoli, e degli introiti frutti e redditi di essa, in feudo e sotto il peso del feudal servizio adoa, in modo che in caso di locazione debba pagarsi a lui la metà del prezzo degli arrendatori e, in caso che sia tenuta in credenza, possa il detto Carlo intervenire, o personalmente o per mezzo di suoi delegati, alla confezione del registro degli introiti in compagnia del credenziero o con altri ufficiali destinati dalla regia Corte1460 gen. 17 

157 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria concede al magnifico uomo Carlo Pignatelli di Napoli ed ai suoi eredi e successori d'ambo i sessi, in perpetuo, la metà della gabella dei pesci della città di Napoli, e degli introiti frutti e redditi di essa, in feudo e sotto il peso del feudal servizio adoa, in modo che in caso di locazione debba pagarsi a lui la metà del prezzo degli arrendatori e, in caso che sia tenuta in credenza, possa il detto Carlo intervenire, o personalmente o per mezzo di suoi delegati, alla confezione del registro degli introiti in compagnia del credenziero o con altri ufficiali destinati dalla regia Corte1460 gen. 17 

158 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, ordina al governatore, al capitano ecc. di Aversa di non intromettersi nelle cose toccanti la giurisdizione degli uomini della villa di Giuglianano appartenente ad Onorato Caetani, conte di Fondi e Trivento, al quale invece tale giurisdizione vuole del tutto riservata1461 gen. 29 

159 - Il vicerè di Sicilia, Giovanni de Moncajo, concede al nobile Nino de Tagliavia, barone di Castelvetrano e regio consigliere, il mero e misto impero sulla detta terra di Castelvetrano1461 mar. 31 

160 - Il vicerè di Sicilia, a richiesta del nobile Giovanni de Aragona, che presenta un privilegio dato da re Giovanni, da Barcellona, il 31 gennaio 1460, relarivo al mero e misto impero concesso ai feudatari che vengono elencati nel privilegio citato, inserito nel presente atto, ordina al maestro giustiziere, al luogotenente, ai giudici della regia gran Corte e a tutti gli altri regi ministri e ufficiali di osservare e fare osservare tale privilegio a favore del nobile Giovanni de Aragona, barone di Avola e Terranova, uno dei baroni a favore dei quali quello era stato spedito1461 mar. 31 

161 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, avendo già concesso, in data 17 gennaio 1460, a Carlo Pignatelli la metà della gabella del pesce della città di Napoli, gli dona parimenti, in feudo, anche l'altra metà e cocede che egli possa venderla o tenerla in credenza1461, maggio 23 

162 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, avendo già concesso, in data 17 gennaio 1460, a Carlo Pignatelli la metà della gabella del pesce della città di Napoli, gli dona parimenti, in feudo, anche l'altra metà e cocede che egli possa venderla o tenerla in credenzaContiene lo stesso privilegio del documento precedente, relativo a Carlo Pignatelli1461, maggio 23 

163 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, avendogli Carlo Pignatelli presentato un albarano col quale Roberto di Sanseverino, ammiraglio del Regno quale vicerè delle province di Basilicata e Principato, da Tarsia, in data 14 febbraio 1461, aveva confermato al detto Carlo tutti i privilegi e provvisioni e particolarmente la provvisione di 20 once annue sopra la secrezia di Calabria e quella della gabella del pesce della città di Napoli, conferma, ratifica, accetta ed approva l'albarano e quanto in esso si contiene1462, gennaio 3 

164 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, promette al magnifico Carlo Pignatelli di non revocare mai, in alcun tempo, la concessione della gabella del pesce della città di Napoli e gli promette ancora, sotto la parola di Re, che, nel caso che per urgenti necessità debba altrimenti disporre, gli darà tanti beni burgensatici in provincia di Terra di Lavoro, quanti corrispondano, in valore, al reddito di detta gabella1462 gen. 14 

165 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, promette al magnifico Carlo Pignatelli di non revocare mai, in alcun tempo, la concessione della gabella del pesce della città di Napoli e gli promette ancora, sotto la parola di Re, che, nel caso che per urgenti necessità debba altrimenti disporre, gli darà tanti beni burgensatici in provincia di Terra di Lavoro, quanti corrispondano, in valore, al reddito di detta gabella.1462 gen. 14 

166 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria concede l'assenso alla vendita o alle donazioni che il magnifico uomo Guglielmo Raimondo Corella, milite, consigliere e regio cavallerizzo maggiore, voglia compiere, in tutto o in parte ed a favore di qualsivoglia persona, dei feudi e beni concessigli col privilegio del 31 dicembre 1460 (1459 dello stile della natività)1462, gennaio 29 

167 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, nomina governatori per la giustizia e la guerra, ad iustitiam et guerram, della terra di Monteleone il magnifico Mariano de Alagno conte di Bucchianico e la moglie Catarinella de Ursinis1462 giu. 24 

168 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, poiché Marino Caracciolo, conte di Sant'Angelo, aveva esposto d'essere stato spogliato del possesso di alcune case di cui aveva preso possesso in Trani per esproprio eseguito contro Giovanni de Maroldo, fideiussore di Michele Conza di Ragusa, che era debitore di 120 ducati per frumento vendutogli dal detto conte, ordina al capitano della città di Trani, al luogotenente di lui e al procuratore fiscale di prenderne sommaria informazione e, trovando esatto l'esposto, di rimettere il supplicante nel possesso delle case di cui era stato spogliato1464, maggio 10 

169 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, avendo già stabilito che i capitani di Aversa avessero ad esercitare il mero e misto impero e la potestà della spada e la giurisdizione criminale su tutto il distretto, i casali e le vicinanze di Aversa, revocate tutte le concessioni di mero e misto impero date a qualsivoglia barone, dichiara esplicitamente che sia intanto conservata la concessione del mero e misto impero a favore del conte di Fondi, Onorato Caetani, per i casali che possedeva in quel distretto1464, luglio 12 

170 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, ad istanza del venerabile Giovanni di Paolo di Novi, il quale, su presentazione per diritto di patronato dell'olim Principessa di Rossano, utile signora di Novi, era stato nominato abate del monastero di Santa Maria di Pattano della diocesi di Capaccio e ne aveva ottenuto il possesso, essendo stata poi la terra di Novi aggregata al regio demanio, conferma l'esponenente nel possesso di detta Badia1464 ago. 08 

171 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, poiché Iosio di Cassano e i figli avevano esposto che il magnifico Giancola de Ianvilla aveva tolto loro alcuni porci e li aveva consegnati al vicerè di Principato Ultra e Terra Beneventana, il quale aveva poi loro negata udienza e chiuse le porte, quando erano ricorsi a lui per chiederne la restituzione, ordina allo stesso vicerè di restituirli facendo prestare idonea cauzione e fideiussione di stare al giudicato del regio Consiglio, al quale deferisce la cognizione della causa1464 ago. 29 

172 - Re Ferdinando ecc. dopo avere considerato le informazioni assunte, dalle quali era risultato: 1) che, per la morte di Nilo abate del monastero di Santa Maria del Pattano, era stato nominato abate il monaco Elia "de terra Joye" con la bolla di Papa Eugenio, del 1431; 2) che poi con la bolla di Papa Callisto del 1457 era stato deposto per la sua vita disonesta e il malgoverno della badia; 3) che, con istrumento del 6 giugno 1458, dalla Principessa di Rossano, la quale ne aveva il diritto di patronato, era stato presentato quale abate Giovanni di Paolo; 4) che questi dal Vicario di Capaccio, commissario apostolico ne aveva ricevuta l'investitura, giusta istrumento del 26 giugno 1458, e ne era stato immesso nel possesso, giusta istrumento del 28 dello stesso mese ed anno, ed era stato anche benedetto dal Vescovo di Capaccio, dichiara il detto Giovanni di Paolo vero e legittimo abate della Badia di Santa Maria del Pattano e ordina che ne sia mantenuto il pacifico possesso1464 set. 20 

173 - Re Ferdinando ecc. ordina al vicario generale, Alfonso, suo figlio primogenito, al tesoriero, al secreto ed agli altri ufficiali costituiti e costituendi nella provincia di Calabria, e particolarmente a Pietro de la Candida, castellano di Monteleone, che osservino e facciano osservare il privilegio, dato a 24 giugno 1462, col quale aveva donato a Mariano d' Alagno (de Alajno), conte di Bucchianico, e alla moglie di lui, Caterinella de Ursinis, tutti i diritti, le collette e le funzioni fiscali, le gabelle, le dogane, censi, servizi feudi, erbaggi ecc. nella terra e nei casali del distretto di Monteleone1465, aprile 24 

174 - Re Ferdinando ecc., considerando che Mariano de Alagno gli aveva mutuato mille ducati, che erano stati consegnati a Pasquasio Diaç Garlon castellano di Castelnuovo e generale percettore, non potendo restituirli in quel momento, promette, sotto la parola e fede regia e con giuramento, che fino alla restituzione di tale somma, non lo rimuoverà dagli uffici di castellano e capitano della terra di Monteleone, né gli revocherà la riscossione degli stipendi dovuti per quegli uffici, cioè nulla revocherà di quanto re Alfonso gli aveva concesso con privilegi del 18 e 20 marzo 1455; ordina quindi al vicario generale Alfonso d'Aragona, suo figlio primogenito, al maestro giustiziere e agli altri ministri e ufficiali di osservare e far osservare quanto ha dichiarato, a favore del detto Mariano e degli eredi di lui1467, luglio 6 

175 - Il vicerè del Regno di Sicilia, Lupo Ximenes Durrea, in nome di Giovanni re d'Aragona, avendo il nobile Nino Tagliavia, barone di Castelvetrano, donato alla regia Corte once 100, amplia la concessione del mero e misto impero e la giurisdizione che quegli esercitava nella baronia di Castelvetrano, estendendola agli eredi di lui, così che egli, e dopo la sua morte, gli eredi possano godere di tutti i diritti annessi a tale concessione1467 dic. 02 

176 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., poiché Nicolangelo de Pascale di Policastro, creditore, per ducati 100, di Antonio di Pando di Napoli, aveva preso possesso, per una rimanente somma di ducati 40, delle case site nella piazza di Nido presso i beni di maestro Martuccio di Cava e di D. Placido di Sangro ed obbligati dal detto Antonio insieme con altri beni, ordina che il detto Nicol'Angelo ne sia mantenuto nel pacifico possesso1468 mag. 01 

177 - Ferdinando re di Sicilia ecc. nomina il magnifico uomo Carlo Pignatelli di Napoli governatore delle terre di Rossano, Borrello, Brancaleone, site nella provincia di Calabria con la piena potestà del mero e misto impero e della spada (cum plena meri mixtique imperii et gladii potestate) e gli concede tutti i proventi del detto ufficio1469, giugno 9 

178 - Guglielmo di Sanseverino, conte di Capaccio, in considerazione dei servigi resi ai suoi predecessori, magnifici ed eccellenti signori quondam Tommaso ed Americo e a lui dal quondam Giovanni Valicurto e dai figli e nipoti, conferma a favore di Marco e Francesco Valicurto, figli, e a Giovanni e Antonio Valicurto, nipoti, per parte del padre quondam Nicola, del detto quondam Giovanni, tutti i beni feudali che, siti in Castelluccia, come è specificato nel presente privilegio, erano stati concessi sotto il peso del feudale di un paio di chiroteche o guanti di camoscio, con privilegio del 20 aprile 1444 al quondam Giovanni, che fino alla morte l'aveva posseduto in feudo nobile e "immediate et in capite" dalla Corte comitale1469 ago. 11 

179 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. dopo aver esaminato la relazione del magnifico milite Antonello de Caivano, destinato qual commissario nell'esame della questione dei mulini edificati sul fiume Lagno, dalle vicinanze di Nola al luogo detto Patria, per la quale relazione, seguita da convenzioni, di sette mulini erano stati conservati tre e i padroni erano stati indennizzati della demolizione degli altri, riconoscendo poi dall'esperienza che ancora danni derivavano dall'esistenza di uno dei tre mulini cioè dal mulino del Ponte di Sant'Antonio, ordina che si conservino solamente due mulini e cioè il mulino di Ponte Silice e il mulino di Turricella1469, ottobre 15 

180 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. dopo aver esaminato la relazione del magnifico milite Antonello de Caivano, destinato qual commissario nell'esame della questione dei mulini edificati sul fiume Lagno, dalle vicinanze di Nola al luogo detto Patria, per la quale relazione, seguita da convenzioni, di sette mulini erano stati conservati tre e i padroni erano stati indennizzati della demolizione degli altri, riconoscendo poi dall'esperienza che ancora danni derivavano dall'esistenza di uno dei tre mulini cioè dal mulino del Ponte di Sant'Antonio, ordina che si conservino solamente due mulini e cioè il mulino di Ponte Silice e il mulino di Turricella1469 ott. 15 

181 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria concede ad Antonio Tricia, consigliere suo e del Duca di Milano, le terre di Castelmonardo, Montesoro, Polia, Monterosso, Tiriolo, Gimigliano e Rocca Fallucca della provincia di Calabria col mero e misto impero, con la potestà della spada e con la giurisdizione alta e bassa, durante la sua vita1469, dicembre 11 

182 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria, considerando i meriti del magnifico Carlo Pignatelli e specialmente l'esperienza mostrata nella revisione dei conti della regia razza lo nomina a vita uno dei presidenti della regia Camera della Sommaria, con gli stipendi , salari, lucri ecc. relativi a tale ufficio, e lo nomina ancora principale e speciale revisore di tutti e singoli conti presentati e da presentarsi, con facoltà di assumere uno o più razionali1470 feb. 13 

183 - Antonio Sin, quale procuratore, in nome del magnifico don Gaspare de Aragona, il quale, come figlio primogenito del q. Giovanni e di Beatrice de Aragona, sua tutrice e balia, possedeva la terra e la baronia di Avola, presta, per la detta baronia e terra, nelle mani del vicerè, il giuramento e l'omaggio nella consueta forma e giusta le costituzioni e prammatiche del Regno1471 nov. 15 

184 - Il Vicerè di Sicilia, aderendo alle suppliche della magnifica Beatrice d'Aragona, la quale aveva esposto che il suo defunto marito, Giovanni de Aragona, finchè era vissuto, aveva posseduto, come bene dotale di lei, la terra e baronia di Terranova e vi aveva esercitato il mero e misto impero, conferma e concede che ella possa egualmente esercitarvi il mero e misto impero e la potestà della spada così come l'aveva ereditato il quondam Giovanni, suo marito1471 nov. 21 

185 - Giovanni re d'Aragona, per premiare Artaldo, conte di Golisano, dei servigi resigli nella repressione dei ribelli in Catalogna, gli dona, vita durante, il diritto spettante alla regia Corte sui formaggi e cuoiami (ex omnibus caseis et coreis) che si portavano al caricatoio della terra di Caronia per l'esportazione1471, dicembre 3 

186 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria dona al magnifico Carlo Pignatelli di Napoli, durante il beneplacito regio, la provvisione annua di ducati 150 da pagarsi col denaro ricavato dal sale, delle saline di Barletta e Manfredonia, che si vendeva fuori Regno1472, maggio 1° 

187 - Giovanni re d'Aragona promette a D. Antonia de Luna, vedova di don Pietro de Cardona, conte di Golisano, e a don Artale, figlio dei detti coniugi, che non riscatterà mai né ripiglierà, loro vita durante, la secrezia di Patti, da essi tenuta in pegno per concessione del vicerè di Sicilia, per il prezzo di 4.500 fiorini, anche in caso di restituzione della somma anzidetta1473 lug. 10 

188 - Giovanni re d'Aragona, avendo concesso al magnifico e nobile uomo don Artale de Cardona la facoltà di aprire un caricatoio sulla spiaggia di Caronia e riconoscendo poi, per mezzo di relazioni di regi ufficiali, che ne sarebbe derivato danno al movimento dei caricatoi già stabiliti nel Regno di Sicilia, gli revoca la precedente grazia e gli concede solamente che, vita durante, ogni anno applichi a suo beneficio 40 once di moneta del Regno di Sicilia, dai diritti ed introiti delle immissioni ed estrazioni che personalmente o per mezzo di altri in suo nome si eseguano1474 mag. 12 

189 - Giovanni re d'Aragona, Sicilia, Navarra ecc. concede l'ufficio di maestro-portulano del Regno di Sicilia e delle isole adiacenti e di tutti i porti, caricatoi o marittime, vita durante, al consigliere e camerlengo regio Sigismondo de Luna con l'integrità dei diritti, delle preminenze ecc., come meglio e più favorevolmente l'avevano esercitato gli altri fino ad allora e con tutte le giurisdizioni e col mero e misto impero e la potestà della spada, coll'esercizio di tali diritti e con facoltà di nominarvi un luogotenente1475 mag. 24 

190 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ed Ungheria ordina al magnifico Simonello de Rocco di Napoli, presidente della Camera della Sommaria, d'immettere il camerlengo e consigliere regio Giacometto Caracciolo o il suo procuratore nel possesso reale della terra di Corato della provincia di Bari, concessagli in feudo e sotto il peso dell'adoa, e di riceverne il dovuto giuramento di fedeltà e fargli quindi prestare dai vassalli il giuramento di assicurazione1477 dic. 09 

191 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. vende e concede a titolo di vendita ad Antonio d'Aragona de Piccolomini, per il prezzo di 7.000 ducati, le terre di Casteldelmonte, Ofena e Forca di Penne della contea di San Valentino della provincia di Abruzzo, con tutti i casali, le fortezze, i vassalli, i redditi, il mero e misto impero ecc. e col banco della giustizia e con la cognizione delle cause civili, criminali, miste ecc.1478, settembre 1° 

192 - Ferdinando re di Sicilia ecc., ad istanza di Onorato Caetani d'Aragona, conte di Fondi, che gli presenta il testamento rogato, a 9 dicembre 1478, per mano di notaio Ciro Santoro di Napoli e col quale aveva nominato erede il suo unico figlio Pietro Berardino, conte di Morcone, e aveva, fra l'altro, istituito il legato della concessione della terra di Maranola a favore di Caterina Pignatelli, sua moglie, concede il regio assenso al detto legato1479, gennaio 13 

193 - Ferdinando re di Sicilia ecc., ad istanza del magnifico Camillo Caracciolo, figlio del quondam magnifico Giacomo, lo ammette alla successione del padre e, fra l'altro, gli concede l'investitura della terra di Corato con tutti i diritti, le ragioni ecc., così come già l'aveva posseduta il padre di lui1479, agosto 27 


194 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., ad istanza della magnifica Caterina Pignatelli, moglie del conte di Fondi, Onorato Caetani, la quale aveva presentato un istrumento rogato, in data del 25 giugno 1479, per notaio Giacom'Antonio di Bucchio di Gaeta, nel quale il conte di Morcone Pietro Berardino si era obbligato, quale erede universale del padre Onorato ad adempiere i legati stabiliti a favore della matrigna Caterina Pignatelli, concede l'assenso a quanto nel detto istrumento si contiene1479, novembre 25 

195 - Don Gaspare d'Aragona presta giuramento di fedeltà e vassallaggio nelle mani del Vicerè per la terra e baronia di Avola in occasione della morte di Giovanni, re d'Aragona, e della successione del figlio Ferdinando al trono di Castiglia, Aragona, Sicilia ecc. (in cuius rey testimonium presens nota facta est loco investiture)1479 dic. 20 

196 - Don Gaspare d'Aragona, figlio primogenito di Beatrice de Aragona, presta, a mezzo del suo procuratore Giovanni de Laczaris, nelle mani del Vicerè, il giuramento di fedeltà e vassallaggio per la terra di Eraclea o Terranova1480 mar. 08 

197 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., con lettera esecutoria, ordina al nobile Giovanni de Alessio di Napoli, portiere del Sacro Regio Consiglio, di dare esecuzione alla sentenza del 22 giugno 1480, con la quale, in grado di appello, il Consiglio aveva confermata la sentenza emessa, in data del 19 febbraio 1479, dal magnifico dottor in legge Cubello Barnaba di Aversa, commissario subdelegato per la formazione dell'inventario e reintegrazione dei beni e dei diritti del feudo o baronia di Trentola delle vicinanze di Aversa, a favore dell'utile signore di essa, il conte di Fondi Onorato Caetani de Aragona, contro Martone de Renzia, cittadino aversano, condannato alla restituzione delle terre che indebitamente teneva e possedeva di quella baronia1480, agosto 10 

198 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., per provvedere alle urgenze della sua corte, imposte dalla guerra che doveva sostenere per mare e per terra contro i Turchi, i quali da pochi giorni avevano assediato e occupato la città di Otranto, vende a favore di Leonardo di Tocco, per il prezzo di ducati 20.000, la terra di Sinopoli con la baronia di Briatico, cioè Briatico, Mesiano, Filocastro, Calimera, San Calogero, Ioppolo e Cuccorino1480, ottobre 15 

199 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., per provvedere alle urgenze della sua corte, imposte dalla guerra che doveva sostenere per mare e per terra contro i Turchi, i quali da pochi giorni avevano assediato e occupato la città di Otranto, vende a favore di Leonardo di Tocco, per il prezzo di ducati 20.000, la terra di Sinopoli con la baronia di Briatico, cioè Briatico, Mesiano, Filocastro, Calimera, San Calogero, Ioppolo e Cuccorino1480, ottobre 15 

200 - Ferdinando re di Sicilia, avendo donato a suo figlio Federico, secondogenito, alcune terre, cioè la città di Squillace col titolo di principe, le terre di Soverato, Satriano, Girifalco, Chiaravalle, Montepavone e Petrizzi, la contea di Nicastro, cioè Nicastro, Maida, Feroleto e Laconia, e la contea di Belcastro con le terre di Belcastro, Zagarise, Barbaro e Cropatri, nonché la terra di Ipsigro della provincia di Calabria, ordina a Vincilao de Campitello, regio tesoriere in Calabria, di darne a Berlingario Carafa e Andrea Bellante, procuratori del detto suo figlio, il possesso1483, gennaio 17 

201 - Federico d'Aragona, principe di Squillace, concede a Berlingiero Carafa di Napoli, suo maggiordomo, la carica di suo luogotenente generale nel principato di Squillace, nelle contee di Nicastro e Belcastro e nella terra "de lo Ciro"1483, gennaio 30 

202 - Bartolomeo Snacufia, procuratore di Chiara d'Aragona, vedova del quondam Gaspare d'Aragona e madre e tutrice di Carlo d'Aragona, presta nelle mani del vicerè, il giuramento e l'omaggio per la terra e la baronia di Avola e per i redditi ecc. della terra di Eraclea o Terranova, dopo la constatazione fatta dal dottor Nicola Sabia del diritto di primogenitura del detto Carlo e dell'investitura del quondam Gaspare1483 set. 27 

203 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. ordina a Giovannello Pisanello di Napoli di dare e mantenere il possesso di una metà della terra di Andretta a favore di Leonardo Caracciolo, conte di Sant'Angelo, al quale era contesa da Berardo Piscicello1484, maggio 27 

204 - Federico principe di Taranto e Squillace ecc. concede al magnifico Berlingiero Carafa, suo maggiordomo, ed ai figli e discendenti di lui, d'ambo i sessi, la motta di Chiaravalle, sita nel distretto del principato di Squillace, con tutti i diritti, giurisdizione ecc., niente riservandone a sé se non i primi appelli e il pagamento dell'adoa ogni qualvolta sia imposta dal Re ai magnati e baroni del Regno1486, marzo 15 

205 - Federico d'Aragona, principe di Taranto e Squillace, concede a Berlingiero Carafa, suo maggiordomo, la carica di vice-principe nella provincia di Terra d'Otranto, con tutte le facoltà, onori ecc.1486, marzo 19 

206 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. conferma a favore di Berlingiero Carafa il castello inabitato chiamato Chiaravalle, già concessogli da Federico, principe di Taranto e Squillace ecc.1486, maggio 24 

207 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. vende a Marino Curiale, conte di Terranova, per il prezzo di ducati 3.000, un edificio sito in Napoli nelle vicinanze del sedile di Nido e che era stato confiscato a Nicola da Procida per la sua ribellione1486, novembre 8 

207 bis - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. vende a Marino Curiale, conte di Terranova, per il prezzo di ducati 3.000, un edificio sito in Napoli nelle vicinanze del sedile di Nido e che era stato confiscato a Nicola da Procida per la sua ribellione1486, novembre 8 

208 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., considerando i meriti della casa Visconti concede a Ludovico Maria Sforza d'Aragona Visconti, duca di Bari, la città di Rossano e la contea di Borrello e Rosarno nonché la terra di Longobucco della provincia di Calabria, in feudo nobile e col peso del feudal servizio1487, marzo 11 

209 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. vende al magnifico Ettore Pignatelli, per il prezzo di ducati 4.000, un casamento sito in Napoli nel luogo detto Rua Francesca che già era stato di Antonello Petrucci e di Elisabetta Vassallo, sua moglie, ed era stato loro confiscato per la ribellione di detto Antonello1487, agosto 15 

210 - Antonio Tagliavia, figlio legittimo e naturale, primogenito ed erede del quondam Nino Tagliavia, presta, per la terra col castello e la baronia di Castelvetrano, a mezzo di procuratore, nelle mani del presidente del Regno di Sicilia, d. Giuliano Centelles, che lo riceve per parte di Ferdinando re di Castiglia, Aragona, Sicilia ecc., il giuramento di fedeltà e vassallaggio nella consueta e debita forma1488 apr. 11 

211 - Caterina Pignatelli di Napoli, contessa di Fondi, concede a Pietro e Santillo Favozzo, germani, ed ai loro eredi e successori, in feudo e natura di feudo, una casa e accessori e quarte dodici di territorio, siti nel tenimento di Trentola, col peso di un annuo censo di grana 14 e mezzo1489 mag. 11 

212 - Ferdinando re di Castiglia, Aragona, Sicilia ecc. concede a Gaspare de Marino, barone di Muxiaro, la facoltà di scavare il sale nella sua baronia e valersene a suo piacimento, durante il regio beneplacito1489 ott. 26 

213 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., a richiesta del magnifico Luigi de Gesualdo, conte di Conza, di Ettore Pignatelli e della sorella Caterina Pignatelli, contessa di Fondi, concede il regio assenso ai capitoli stipulati per il matrimonio da contrarsi per tutto il 10 dicembre 1489 tra il detto Ettore e Ippolita Gesualdo, sorella di Luigi, nei quali capitoli è stato tra l'altro, promesso da Caterina Pignatelli di donare al fratello Ettore la baronia di Trentola e il feudo di Giugliano a contemplazione del detto matrimonio1489, novembre 17 

214 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., a richiesta del magnifico Luigi de Gesualdo, conte di Conza, di Ettore Pignatelli e della sorella Caterina Pignatelli, contessa di Fondi, concede il regio assenso ai capitoli stipulati per il matrimonio da contrarsi per tutto il 10 dicembre 1489 tra il detto Ettore e Ippolita Gesualdo, sorella di Luigi, nei quali capitoli è stato tra l'altro, promesso da Caterina Pignatelli di donare al fratello Ettore la baronia di Trentola e il feudo di Giugliano a contemplazione del detto matrimonio1489, novembre 17 

215 - Ferdinando re di Castiglia, Aragona, Sicilia ecc. concede al nobile Gaspare de Marino la facoltà di costruire, nel feudo de lo Muxiaro o nella parte più adatta di esso, case ed altri edifici e farli abitare da uomini e donne, che, stabilita ivi la dimora, debbano considerarsi vassalli di lui1489 dic. 15 

216 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., concede l'assenso all'istrumento del 15 gennaio 1490, stipulato in Fondi per mano di notaio Ciro Santoro di Napoli, col quale istrumento il conte di Fondi, Onorato Caetani, aveva rilasciato alla contessa sua moglie, Caterina Pignatelli, quietanza finale e perpetua su tutti gli affari, beni e cose di lui, amministrate da detta sua moglie, e le aveva donato tutte le sue cose che le fossero pervenute o potessero in futuro a lei pervenire nelle mani, eccetto una certa quantità di denari, oro, argento lavorato e anche gingilli e margherite, annotati in particolari inventari, come risulta dal citato istrumento che nel diploma viene inserito1490, aprile 1° 

217 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., concede il regio assenso al testamento del conte di Fondi Onorato Caetani, rogato in Fondi il 15 gennaio 1490, per mano di notaio Ciro Santoro di Napoli, nel quale testamento, inserito nel diploma, il detto conte di Fondi istituisce eredi universali e legittimi i suoi nipoti Onorato Caetani d'Aragona, conte di Traetto, e Giacomo Maria Caetani d'Aragona, e fra gli altri legati dona alla moglie Caterina Pignatelli il castello di Maranola con tutti i diritti, le ragioni, pertinenze ecc.1490, aprile 1° 

218 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc., concede il regio assenso alla vendita facienda da parte di Luigi de Gesualdo, conte di Conza, a favore di Ettore Pignatelli, per il prezzo di ducati 2.000, delle terre di Taurasi e Castelvetere, site nella provincia di Principato, con tutte le ragioni, pertinenze ecc. e specialmente col mero e misto impero e con la potestà della spada1491, gennaio 17 

219 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. avendo già affidato a Caterina Pignatelli, per la morte del marito, conte di Fondi, Onorato Caetani, la tutela e la cura dei due nipoti di lui, cioè del conte di Fondi e Traetto e del fratello, conte di Morcone, e avendo già spedite, in data del 1° luglio, le relative istruzioni, ordina che, in conformità di quelle, tenga la cura e l'amministrazione di quella tutela1491, luglio 4 

220 - Il nobile Silvestro Profiti, nella qualità di procuratore del magnifico Giosuè de Marinis, figlio primogenito del quondam Gaspare, presta il giuramento di fedeltà e vassallaggio, nelle mani del Vicerè, per i feudi di "lu Muxaru, li Gibillini et Gustanello"1493 apr. 01 

221 - Ferdinando re di Sicilia, Gerusalemme ecc. considerando che Onorato Caetani, conte di Fondi e Traetto, pur avendo già compiuto i quattordici anni ed essendo uscito di tutela, ha bisogno di contrarre obbligazioni non solo personali, ma anche reali, e che quindi è necessario che quelle siano legittimate, convalidate e autorizzate, concede all'arcivescovo di Capua il baliato di lui, non potendo egli, re Ferdinando, esercitarlo, perché da altre cure distratto1493, luglio 1° 

222 - Alfonso II re di Sicilia ordina al presidente della regia Camera della Sommaria e ad un razionale di essa che, insieme con l'arcivescovo di Capua, esaminino i conti dell'amministrazione della tutela del conte di Fondi e duca di Traetto, Onorato Caetani, suo cognato, e del fratello di lui conte di Morcone, Giacomo Maria Caetani, tenuta da Caterina Pignatelli, loro tutrice, la quale ha domandato di essere esonerata da tale ufficio per le sue condizioni di salute1494, febbraio 26 

223 - Alfonso II re di Sicilia, Gerusalemme ecc. vende a favore di Caterina ed Ettore Pignatelli, per il prezzo di ducati 7.000 le terre di Montecalvo e Corsano, devolute alla regia Corte per la notoria ribellione del quondam don Pietro de Guevara, gran siniscalco del Regno, e con tutti i castelli, casali ecc., col mero e misto impero, con la cognizione delle prime cause civili, criminali e miste, e con esenzione di pesi, eccetto il servizio feudale1494, marzo 24 

224 - Alfonso II re di Sicilia, Gerusalemme ecc., ordina al nobile ed egregio uomo Valentino Scala, commissario particolarmente delegato, di far prestare a Caterina ed Ettore Pignatelli dai vassalli delle terre di Montecalvo e Corsano, come innanzi ad essi vendute, il giuramento di fedeltà1494, aprile 4 

225 - Alfonso II concede all'istrumento rogato in Napoli, per notaio Marc'Antonio de Carpinis, addì 6 maggio 1494, col quale il duca di Traetto, Onorato Caetani, in considerazione dei benefici ricevuti, ha donato ad Ettore Pignatelli la terra di Maranola, già posseduta dall'avo e poi lasciata in legato a Caterina Pignatelli, contessa di Fondi, vita di lei durante, alla morte del quale egli, duca di Traetto, ne avrebbe raccolta la successione in quella terra1494, maggio 15 

226 - Federico d'Aragona, principe d'Altamura, duca d'Andria, conte di Montescaglioso, Copertino e Acerra ecc. nomina Berlingiero Carafa di Napoli suo viceprincipe in tutto il suo stato con la piena potestà del mero e misto impero e della spada e con la cognizione e giurisdizione plenaria, così civile che militare1494, giugno 22 

227 - Carlo re di Francia, Gerusalemme e Sicilia di qua del Faro, nel muovere alla conquista del regno di Sicilia, affida al nobile Palamede Forbino milite, signore di Soler, ciambellano e consigliere regio collaterale, l'ufficio di suo commissario, procuratore e vicegerente generale e speciale con ampia e lata giurisdizione, potestà e facoltà di accettare ed accogliere principi, duchi, marchesi, conti, baroni ecc., città, terre, comunità, di confermarli nelle esenzioni, immunità, di fare remissione, perdonare, stabilire stipendi, portar guerra e conchiudere tregua ecc.1494, novembre 26 

228 - Alfonso II, re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede al magnifico Quintiliano de Bonis, il quale possedeva i casali di San Mauro e di Rodio nella provincia di Principato, col peso dell'annuo censo di ducati 15 a favore del priorato di Sant'Eufemia, il mero e misto impero su quei casali e su quegli uomini e vassalli e abitanti di essi e la potestà della spada e la giurisdizione criminale, ordinando che non più si intromettano nella giurisdizione di quei casali gli altri capitani e particolarmente i capitani di Policastro, Gioia e Novi1495, gennaio 18 

229 - Federico d'Aragona, principe d'Altamura ecc., concede al suo maggiordomo Berengario Carafa il feudo di Savignano, sito nella provincia di Bari, in perpetuo e in feudo nobile e sotto il peso del feudale servizio e dell'adoa1495, febbraio 9 

230 - Palamede Forbino, vicegerente del re di Francia nelle province del Regno di Sicilia al di qua del Faro, concede in perpetuo a Pellegrino de Filippo di Mantova, regio contestabile "la casa della regia Corte chiamata la cavalleritia sita et posta al castello della Cerignola di Puglia, fuora la porta, iuxta li fossi della terra, la strada pubblica et altri veriori confini", con facoltà di usarla per osteria e di prendere, dove gli piaccia, vino, biade ecc. senza impedimento alcuno, per uso di detta osteria1495, febbraio 24 

231 - Carlo re di Francia ecc. conferma a Camillo Caracciolo, nobile napoletano, la terra di Quarato della provincia di Terra di Bari, che gli spettava per successione paterna e di cui era stato privato da re Ferdinando1495, marzo 4 


232 - Carlo re di Francia ecc. conferma a favore di Leonardo Caracciolo, conte di Sant'Angelo, la città di Sant'Angelo col titolo di conte, le terre di Leonino, Casale di San Bartolomeo, Monticchio e Oppido, inabitate, e le terre di Cerignola, Andretta e Motta, abitate, che teneva immediatamente dalla regia Corte e col peso del feudal servizio ossia adoa1495, marzo 13 

233 - Carlo re di Francia, Gerusalemme ecc. conferma a favore di Berengario Carafa il feudo disabitato denominato Savignano, sito nel tenimento di Castel del Monte, nelle vicinanze della città di Andria, giusta il tenimento della terra di Corato e della città di Minervino in Terra di Bari, e alcune massarie che lo stesso Berengario aveva avuto in cambio del castello di Chiaravalle della provincia di Calabria, site in Napoli, a Poggio Reale, ed un'altra massaria di moggia 27 e mezzo sita egualmente in Napoli, nel luogo detto a Santa Maria Cozzuottolo1495, marzo 17 

234 - Carlo re di Francia e Sicilia, ad istanza della nobile donna Caterina Pignatelli e di Ettore Pignatelli, suo fratello, cittadini napoletani, utili signori delle terre e dei feudi di Maranola e Montecalvo, Corsano...Castelvetere, Trentola, Giugliano e del mulino di Sant'Antonio della provincia di Terra di Lavoro e Principato, essendo essi stati spogliati del possesso della terra di Maranola, ordina che siano restituiti nel possesso di essa e mantenuti nel possesso di tutte le altre terre1495, marzo 19 

235 - Carlo VIII re di Francia, Sicilia ecc. ordina l'esecuzione della sentenza della Regia Camera della Sommaria, del 21 maggio 1495, con la quale Prospero Colonna era stato condannato a restituire il possesso della terra di Maranola a Caterina Pignatelli e al fratello di lei, Ettore1495, maggio 22 

236 - Ferdinando II re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede il regio assenso alla vendita del castello di Cossano, sito nella Valle Beneventana compiuta con istrumento del 28 giugno 1495 per notaio Malfitano dal Conte di Consa, per il prezzo di 2.000 ducati, a favore di Ettore Pignatelli, suo cognato, creditore di lui per ducati 800 per residuo della dote di sua moglie, sorella di detto Conte1495 nov. 25 

237 - Ferdinando II re di Sicilia, Gerusalemme ecc., stretto dalle necessità e specialmente dal pagamento delle genti armate e della flotta, che combattevano, per la difesa del Regno, contro il Re di Francia, vende a favore di Gio.Tommaso Calatayu, per il prezzo di ducati 3.000, i castelli di Mottafilocastro, Ioppolo e Cuccorino, con i casali, gli uomini, i vassalli, il mero e misto impero, la cognizione delle prime cause civili e criminali ecc., in feudo e col peso del feudal servizio o adoa1495, dicembre 1° 

238 - Ferdinando II re di Sicilia, Gerusalemme ecc., stretto dalle necessità e specialmente dal pagamento delle genti armate e della flotta, che combattevano, per la difesa del Regno, contro il Re di Francia, vende a favore di Gio.Tommaso Calatayu, per il prezzo di ducati 3.000, i castelli di Mottafilocastro, Ioppolo e Cuccorino, con i casali, gli uomini, i vassalli, il mero e misto impero, la cognizione delle prime cause civili e criminali ecc., in feudo e col peso del feudal servizio o adoa1495, dicembre 1° 

239 - Ferdinando II ecc. nomina Berengario Carafa suo viceprincipe nelle province di Bari e Basilicata1495, dicembre 9 

240 - Ferdinando II d'Aragona, re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede in piena proprietà a Nicola Calò e Giovanni Cortese della nobile e fedelissima città di Tropea un territorio sito nella terra di Mesiano, della provincia di Calabria, che dava di reddito otto tomoli di grano l'anno1495, dicembre 24 

241 - Ferdinando II ecc. ordina l'esecuzione della sentenza del Sacro Real Consiglio, con la quale, in data del 10 dicembre 1495, Carrafello Carafa fu condannato a rendere ad Ettore Pignatelli ducati 1.500, ricevuti in conto della dote di 2.500 ducati della quondam Lucrezia Pignatelli, sorella del detto Ettore e moglie del detto Carrafello, detratti però ducati 250, lasciati per testamento dalla detta Lucrezia al marito1496, gennaio 8 

242 - Federico d'Aragona re di Sicilia, Gerusalemme ecc. conferma a favore di Berengario Carafa le terre di Gioia e Novi della provincia di Principato Ultra, che già erano appartenute ad Antonello Petrucci e poi, per ribellione, erano passate alla regia Corte ed erano state vendute da Ferdinando II al detto Berengario per il prezzo di ducati 3.0001496, ottobre 11 

243 - Federico d'Aragona, re di Sicilia, Gerusalemme ecc. conferma a favore di Quintiliano de Bonis, utile signore di San Mauro e Rodio, il privilegio del 18 gennaio 1495 di re Ferdinando II, che gli aveva concesso in quei casali la giurisdizione criminale e il mero e misto impero1496, ottobre 15 

244 - Federico d'Aragona re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede a Berengario Carafa, cavaliere napoletano e regio maggiordomo e consigliere, ed agli eredi e successori di lui in perpetuo, serbata la prerogativa del sesso e dell'età, la terra di Tolve della provincia di Basilicata, con tutti i diritti ecc., in feudo e col peso dell'adoa1496, novembre 3 

245 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc. dona al magnanimo uomo Consalvo Ferrandis de Cordoba in feudo, per i servigi resi nella sconfitta dei nemici e ribelli del Regno, ed agli eredi e successori di lui d'ambo i sessi, da lui legittimamente discendenti, la città di Sant'Angelo presso Monte Gargano, la terra di San Giovanni Rotondo, la città di Campo Marano, le terre di Roccavalle, Morrone, Montenegro, Pinella, Torremaggiore, devolute alla regia Corte per la ribellione di Carlo di Sangro1497, marzo 10 

246 - Ferdinando re di Castiglia concede a Pietro de Cardona, conte di Golisano, vita durante, l'ufficio di contestabile, vacato per la morte del conte di Caltabellotta, nel regno di Sicilia1497, maggio 5 

247 - Federico d'Aragona re di Sicilia, Gerusalemme ecc., concede il regio assenso alla facoltà data con istrumento da Ettore Pignatelli alla sorella Caterina, contessa di Fondi, di disporre di ducati 2.500 sui feudi di Trentola e Giugliano, che la stessa Caterina, riservandosene l'utile domino, aveva donati al detto Ettore1497, maggio 17 

248 - Isabella d'Aragona del Balzo, regina di Sicilia, Gerusalemme ecc., conferma a favore del magnifico uomo Berlingiero Carafa la concessione del castello di Tolve, già donatogli da re Federico1497, novembre 2 

249 - Isabella d'Aragona del Balzo, regina di Sicilia, Gerusalemme ecc., conferma a favore del magnifico uomo Berlingiero Carafa la concessione del castello di Tolve, già donatogli da re Federico1497, novembre 2 

250 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., vende, per il prezzo di ducati 1.500, a favore di Berardino, Giacomello e Bartolomeo Barone ed ai figli ed eredi del fratello di essi, quondam Geronimo Barone, tutti e singoli diritti, introiti e pertinenze della terra di Mesiano1498, giugno 28 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
251 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., ad istanza del Conte di Sant'Angelo, Leonardo Caracciolo, dopo la morte della figlia di Rinaldo Caracciolo, Isabella, che era andata sposa a Marino Caracciolo, ed aveva lasciato tre figli, Tiberio, Laura e Caterina, poiché il detto conte non poteva avere nelle sue mani l'assenso concesso ai capitoli matrimoniali della detta Isabella, concede il regio assenso particolarmente ad uno dei detti capitoli1498, settembre 1° 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
252 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede il castello di Monteforte, devoluto alla regia Corte per la ribellione di Antonio de Vicariis, a favore di Giacomo Pignatelli1498, settembre 15 

04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
253 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., avendo già concesso alla contessa di Fondi Caterina Pignatelli, durante la vita, e, dopo la morte di lei, al fratello Ettore il castello di Caposele, sito nella provincia di Principato Citra, ordina al commissario deputato di darne ai concessionari il possesso reale, ad ogni loro richiesta, e di far loro prestare il debito giuramento di assicurazione dai vassalli1498, novembre 7 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
254 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., concede a Berengario Carafa, cavaliere napoletano e maggiordomo e consigliere regio, le terre di Cuccaro e Magliano e loro casali e la giurisdizione criminale e il mero e misto impero dei casali di Laurito, Montano e Massicella e la giurisdizione criminale del Casale del Monte della terra di Cilento; terre, casali e diritti devoluti alla regia Corte per la notoria ribellione di Guglielmo di Sanseverino, conte di Capaccio, e di Antonello di Sanseverino, principe di Salerno1498, novembre 7 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
255 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., possedendo la terra di Caposele, sito nella provincia di Principato Citra e devoluto alla regia Corte per la ribellione di Luigi de Gesualdo, conte di Consa, lo dona con tutti i diritti ecc., eccetto due feudi, cioè il feudo di "Petra Boare" e "Bonum in ventre" e col mero e misto impero ecc. in feudo e col peso del feudal servizio a Caterina Pignatelli, contessa di Fondi, e ad Ettore Pignatelli, suo fratello ed ai successori, in compenso della terra di Maranola, concessa a Prospero Colonna, e in soddisfazione anche di ducati 2.400, dovuti per frutti della detta terra alla stessa Caterina1498, novembre 7 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
256 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc., possedendo la terra di Caposele, sito nella provincia di Principato Citra e devoluto alla regia Corte per la ribellione di Luigi de Gesualdo, conte di Consa, lo dona con tutti i diritti ecc., eccetto due feudi, cioè il feudo di "Petra Boare" e "Bonum in ventre" e col mero e misto impero ecc. in feudo e col peso del feudal servizio a Caterina Pignatelli, contessa di Fondi, e ad Ettore Pignatelli, suo fratello ed ai successori, in compenso della terra di Maranola, concessa a Prospero Colonna, e in soddisfazione anche di ducati 2.400, dovuti per frutti della detta terra alla stessa Caterina1498, novembre 7 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
257 - Federico re di Sicilia, Gerusalemme ecc. concede l'assenso alla vendita delle terre di Tauraso e Castelvetere della provincia di Principato Ultra, che Ettore Pignatelli aveva acquistato per ducati 2.000 dal conte di Consa, Luigi de Gesualdo, e alla vendita della terra di Cosano nella stessa provincia, che parimente quegli aveva acquistato per ducati 2.000 dallo stesso conte di Consa, nonostante che già sia stato rispettivamente dato il regio assenso alla prima vendita da re Ferdinando I, e alla seconda da re Ferdinando II durante l'occupazione del Regno compiuta da Carlo re di Francia1498, novembre 25 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
258 - Re Federico ordina al dottor Paolo de Galiotta, commissario specialmente delegato, che faccia prestare il ligio omaggio e il giuramento di fedeltà a Berlingiero Carafa dagli uomini delle terre e casali già donatigli giusta privilegio di concessione e cioè delle terre di Cuccaro, Magliano e dei casali di Laurino, Montano e Massicella, e del Casale del Monte della terra di Cilento1499, gennaio 16 
04449.00001 -  Diplomatico 1212 - 1928  / 04449.00001.00001 -  Diplomi 1101 - 1928 
259 - Caterina Pignatelli, contessa di Fondi e utile signora dei feudi di Trentola e Giugliano, siti nelle vicinanze di Aversa, concede a Minichello Cacciapoto, vassallo del detto feudo di Giugliano, ed ai di lui figli ed eredi legittimi in feudo due moggia di terra, site nel luogo detto "ad Campum" col peso di tarì 3 annui, da pagarsi nella festa di Santa Maria di agosto, e con la condizione di non poterlo vendere o in qualsivoglia modo obbligare1499 mar. 12