Maria Cristina Parise Martirano
Recensione
“Che il dio del Sole sia con te”
di Pierfranco Bruni
- Pellegrini Editore. Cosenza -
Prima edizione, 2015.
Prima edizione, 2015.
Come tutti i libri di
Pierfranco Bruni ho trovato CHE IL DIO
DEL SOLE SIA CON TE (Pellegrini editore) molto intrigante. Nello stesso
tempo però, come tutti i libri di Pierfranco Bruni, un libro non facile da
presentare, un libro complesso, e probabilmente qui sta il suo fascino, nel
senso che non è una storia che si può raccontare…
Il titolo CHE IL DIO DEL SOLE SIA CON TE di per sé
è illuminante non solo perché evoca il sole, ma perché come quando abitualmente
diciamo “che Dio ti accompagni” allude ad un viaggio non facile anticipato
dall’ottativo , con la sua ambigua formula di augurio ed insieme esortazione
affinché non si risolva in un fallimento ( e qui ritorna il tema caro
all’autore del viaggio e dell’Ulissismo dantesco.
E’ un libro che va
letto e non solo una volta, perché, come nei libri di Pierfranco, ma qui ancora
di più, ci troviamo immersi in una scrittura che già ebbi modo di definire
labirintica. Qui l’autore usa un linguaggio sperimentale
che segue l’andamento fluido del linguaggio interiore multidirezionale, un
linguaggio capace di evocare simultaneamente e sinesteticamente più emozioni ricordi sensazioni come succede
con i fuochi d’artificio che esplodono in immagini luminose e colorate,
intrecciantisi e aprentisi in forme sempre diverse in un gioco pirotecnico e
caleidoscopico inafferrabile. Nello stesso tempo, il magma del suo vissuto
risulta da una lunga storia di sedimentazioni culturali ed empiriche che
affiorano nella sua scrittura: è per questo che ci troviamo di fronte ad un
libro non facile che ciascun lettore
legge e coglie in riferimento al sua storia culturale e personale, ma che allo
stesso lettore può parlare in modo diverso a seconda del particolare momento.
Ci rendiamo subito
conto che la lettura ci immette in un percorso che direi terapeutico
psico/sentimentale/spirituale in cui l’autore/sciamano ci guida per portarci al
raggiungimento di quel silenzio interiore e di quel vuoto assoluto, che egli ci
addita come le condizioni necessarie ed indispensabili per potere ascoltare la
voce che è in noi e che, sola, può salvarci. Ascoltati e ti salverai dirà
in chiusura Aquila di Vento. Qui sta per me il successo del libro: nel
coinvolgimento globale che l’autore riesce a realizzare con il lettore.
appena immessa nella
lettura, mi sono sentita Alice, persa in
una sorta di mondo onirico, smarrita nelle foresta di metafore e simboli
evocati …ed attendevo una parola illuminante fiduciosa che prima o poi sarebbe
arrivata… ed infatti man mano che procedevo nella lettura, mi accorgevo di
divenirne sempre più partecipe, come la protagonista interna di un
bildugsroman. Ed ecco: Credo - sia alla
magia, quindi all’alchimia della parola,- sia al mistero del miracolo di una
voce che detta,- in modo indefinibile,- la trasformazione del silenzio in
bellezza dell’ascolto. Magia ed
alchimia della parola! Era la prova che
non con la mente avrei capito quel libro scritto da un poeta visionario,
sciamano lui stesso.
L’eclettismo
che Pierfranco Bruni dimostra attraverso i suoi infiniti interessi ed impegni
culturali e la pluralità e profondità delle esperienze esistenziali accumulate
anche attraverso i suoi viaggi, a cui ho già fatto riferimento, lo hanno
collocato su un piano di superiore distacco e di un anticonformismo
aristocratico che alla fine paradossalmente lo porta ad aspirare all’
essenzialità, per potere arrivare alla verità del rapporto con se
stesso e con la realtà esterna, e così giunge alla riscoperta antropologica
dello sciamanesimo che ancora sopravvive in alcune culture orientali e con cui
è venuto in contatto.
Attraverso lo
sciamanesimo egli può compiere un’operazione di azzeramento del tempo e dello
spazio, indispensabile a ritrovare quella verginità che ritiene necessaria alla
salvezza personale e sociale, scevra dagli inquinamenti ambientali, fisici e morali della
modernità…Un ritorno alle origini in cerca di una palingenesi che da
individuale si fa collettiva e che lo
pone nella scia dei grandi utopisti
della nostra tradizione, tra cui lo stesso Dante, che mirano alla rigenerazione
individuale e universale, quella che Pierfranco Bruni pensa si possa realizzare
attraverso lo sciamanesimo, l’originario modo
transculturale di vivere e di vedere il mondo
che accomunava le società primitive , la reductio ad unum riscontrabile
nel sinecismo ante torre di Babele, prima cioè
della confusione delle lingue e della moltiplicazione delle culture…e lo stesso
termine di “indiani” è usato dall’autore ambiguamente in quanto si può riferire
indistintamente ai pellerossa, nativi d’America, così come agli indiani
d’oriente.
Ma non
si tratta di rimpiangere il Paradiso perduto né la mitica età dell’oro, perché
invece lo sguardo è rivolto al presente ma soprattutto al futuro, al
rinnovamento che come dicevo inizi da quello personale… Nel libro di Pierfranco
Bruni si pone, come lui stesso suggerisce,
“sulla via dei monaci tibetani e dell‘illuminazione che ha la pazienza
della contemplazione e lungo la cerca degli antichi sciamani nell’ascolto dei
tocchi dei tamburi che sapevano ascoltare il vento e pregavano il dio del Sole”.
Simboli e immagini che tuttavia non sono in contrasto con quelli del suo
Cristianesimo quale troviamo espresso in alcuni libri precedenti…l’aquila . il
deserto il mare.
Anche
nel titolo stesso dove non si dice dio Sole, ma il dio del Sole. Apparentemente diverso dal suo precedente percorso
letterario e filosofico, il libro CHE IL
DIO DEL SOLE SIA CON TE è invece, come gli altri, il risultato della storia
personale dell’autore ed una tappa
momentanea del suo pellegrinare che non
si ferma mai e che non esclude direzioni altre.
L’autobiografismo
è anche qui presente perché sciamano è
lui stesso così come lui stesso è Pirandello, D’Annunzio e di volta in volta
Dante, Ulisse, Totò, Califano o Tenco, Claretta o Mata Hari, tutti i personaggi
che interpreta come proiezioni di se stesso. Libertà e indeterminatezza sono le
regole di una vita vissuta come viaggio in perpetuo cammino senza soste.
Indeterminatezza e incompiutezza sono i caratteri che rendono la vita un
mistero attraente e degna di essere vissuta giorno dopo giorno sempre alla
ricerca di quella serenità visionaria che nel libro “Che il dio del sole sia
con te” è il sonno sciamanico, il perdersi estaticamente dietro il ritmo dei
tamburi e delle danze quando l’immaginazione
prende il sopravvento sui pensieri comuni, quotidiani e personali che sono
propri dello stato di veglia.
Il
silenzio la solitudine e la pazienza sono le premesse indispensabili
all’ascolto della parola illuminante, la parola terapeutica che non insegna e
non offre consigli né verità assolute ma esempi e vie verso l’Illuminazione.
Quello di Pierfranco è un libro di cui si potrebbe parlare per ore e che mi ha
affascinato per quel suo vagheggiato ritorno alla pura essenzialità delle
origini, all’amore solidale, alla ricerca di un rapporto più autentico con la
realtà delle cose rispetto al rapporto
di una modernità che non considera
l’uomo nella sua globalità, in cui una parte importante hanno i sentimenti e le
emozioni…
Un
libro da leggere!
Maria Cristina Parise Martirano
Si ringraziano l'Autore
la Casa Editrice Pellegrini
e
Maria Cristina Parise Martirano
per la cortese autorizzazione
- Blog a cura di Giovanni Pititto