Emblematica foto pubblicata dalla Gazzetta del Sud del 05.02.2012 |
Chissà perchè eravamo convinti che tra i partecipanti, o gli invitati istituzionali, fossero sollecitati ad intervenire il Comandante della Capitaneria di Porto e il Soprintendente ai Beni Monumentali (o un suo delegato).
E' stata un'assenza pesante, che a noi rivela - più di altre assenze istituzionali - la incomprensibile volontà della Giunta Comunale di "volare basso", su questo importante bene monumentale! Sicuramente agli altri palazzi Gagliardi della città è stato dato un valore - sia nei modi che nei tempi - più alto!
Eppure, oltre che a dare il senso di quanto si intende fare ... sarebbe stata l'occasione per definire una chiara e comune strategia, nel rispetto delle norme e dei ruoli, per perseguire in maniera efficace il percorso utile alla valorizzazione del bene che è al contempo tutelato dal Ministero dei Beni Culturali e dal Demanio.
Sarebbe stata l'occasione per attivarsi a ritrovare il Fascio Documentale dell'archivio Demaniale, relativo alla Tonnara di Bivona (che contiene preziosi documenti e planimetrie dei primi anni del '900) che, introvabile in Capitaneria, pare sia stato consegnato ai tecnici comunali all'epoca degli ultimi lavori di restauro, utile per definirne lo stato di diritto.
Sarebbe stata l'occasione per far conoscere alla Soprintendenza gli interventi previsti nell'imminente intervento di recupero della Loggia, chiarendo con il Codice dei Beni Culturali alla mano, le competenze spettanti agli enti locali sul bene monumentale, visto che su questo argomento le perplessità sulla leggittimità sull'uso fatto in questi mesi dal comune provengono da più parti, oltre che da noi.
Niente di tutto ciò. Anzi, a leggere i resoconti giornalisti, la loro assenza emerge in tutta la sua gravità, ancor più della costatazione che la parola "museo" non sia stata nemmeno pronunciata.
Per qualcuno degli intervenuti ... quell'auditorium restaurato è "un miracolo", per qualche altro è una "una depandance di prestigio, in cui il decoro si sostituisce al degrado"; per qualche altro si è ridata "l'anima ad un corpo che ne era priva".
Prendiamo atto dunque di quest'altra assenza e seppur preferiamo pensare che solo per dimenticanza non si sia fatto cenno al suo futuro museale, ci dichiariamo certi in tutti prevarrà l'impegno a raggiungere questo prezioso traguardo. Per tale ragione continuiamo comunque a dare il nostro fattivo contributo segnalando la necessità di attivare al più presto tutte le opportune procedure utili a salvare i preziosi barconi della tonnara.
Già, perchè proprio grazie ad una recente quanto fortunata ricerca d'archivio abbiamo scoperto che si deve ad un'altra parimenti virtuosa associazione locale la donazione - fatta dal Marchese Riccardo De Riso - di tutti i barconi della Tonnara al Comune di Vibo Valentia, nel lontano 24 settembre del 1997.
Ovviamente, per evitare agli attuali amministratori una ricerca dall'esito incerto tra le carte comunali, pubblichiamo l'atto di donazione integralmente sul nostro blog, unitamente alla lettera con la quale l'associazione sensibilizzava a tale scopo il generoso Marchese De Riso, compresi gli articoli di stampa dell'epoca.
Perchè riportiamo l'atto? Al di là del dato storico ... le ragioni sono due, entrambi allarmanti. La prima è legata alle condizioni delle imbarcazioni (in particolar modo per quelle rimaste senza protezione all'esterno della Loggia -[ricordiamo che all'intervento di copertura l'amministrazione comunale preferì effettuare la semplice recinzione dei barconi e la realizzazione di un'area giochi per bambini, assecondando la richiesta delle mamme di Bivona]), che ad oggi non hanno avuto il benchè minimo intervento di restauro. L'intervento in realtà è ormai improcrastinabile, anche perchè, stando all'atto di donazione ed all'opportuna tutela e valorizzazione, i "Barconi della Tonnara di Pizzo e di Bivona" dovranno essere "dopo la loro restaurazione, situati presso la struttura dove sono già depositate affinchè costituiscano il nucleo iniziale del costituendo Museo multimediale della Civiltà del Mare e centro di educazione ambientale"
La seconda ragione è legata alla titolarità della proprietà, che - come riteniamo - potrebbe non essere più del Comune, se non si rinnova immediatamente la volontà allora espressa dal Marchese De Riso con gli attuali eredi. La donazione del 1997 infatti era "subordinata all'onere che detto Museo sia di fatto realizzato nel termine di tre anni da oggi", mentre di anni ne sono trascorsi ben 15!
Dunque, se è sincera la volontà di realizzare il museo, è bene che i giovani amministratori si mettano subito al lavoro, evitando che la comunità perda - per incuria e per sopponenza - questi preziosi beni!
Un consiglio lo diamo, come sempre.
Contemporaneamente alla soluzione dell'importante problema della proprietà di barconi con gli eredi, che ovviamente immaginiamo chiederanno nuove garanzie sulla loro destinazione museale, sarà necessario attivare da subito (sic! noi sono anni che lo chiediamo!) la "Verifica dell'interesse culturale" dei Barconi, ai sensi dell'art.12 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, affinchè siano sottoposti all’accertamento dell’interesse culturale etnoantropologico, e possano così fruire di risorse pubbliche per il loro restauro.
Per far questo bisogna contattare la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, non trascurando di attivare la richiesta di verifica anche via internet, oltre che in modalità cartacea, mediante la compilazione di una modulistica on-line, presente nell' area autorizzati del sito istutuzionale del Ministero Beni Monumentali [http://www.benitutelati.it/verifica.html].
Insomma c'è ancora tanto buon lavoro da fare ... e del resto amministrare vuol dire proprio questo! La comunità ringrazia.