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martedì 17 settembre 2019

1915. MERCATALI Enrico - VINCENZONI Guido (a cura di)_La guerra italiana. Cronistoria illustrata degli avvenimenti_Milano, Sonzogno, 1915-1919.

ITALIA. ESERCITO. PRIMA GUERRA MONDIALE. BRIGATA GARIBALDI. SCHEDA DI APPROFONDIMENTO.
Mario Sacca'
(16 luglio 2018)

Vincenzo Galati partì dal suo paesino immerso nel verde delle Serre calabresi, poco distante da Serra S Bruno, luogo santificato dalla presenza della Certosa conosciuta in tutto il mondo.
La mobilitazione aveva imposto anche a lui, di costituzione debole - come si legge nell’ esito della prima visita di leva - di andare a combattere nelle fila dell’ Esercito Italiano.
Aveva piu’ o meno ventitre’ anni ed era gia’ sposato con Anna Pileggi , una vedova con tredici anni in piu’. La prima e unica figlia Maria era nata nel Dicembre del 1913.
Lascio’ con tristezza Vallelonga, il suo lavoro di contadino , la piccola famiglia, amici e parenti. Guardo’ i monti per portarne sempre l’immagine, prego’ nel Santuario di Monsoreto che dominava la grande piazza del paese;nell’ edificio sacro aveva ricevuto il battesimo ed era stato celebrato il suo matrimonio.
Poi si mise in cammino per raggiungere a Catanzaro Marina dove vestì la divisa con le insegne del 48° fanteria che esibì orgogliosamente nella fotografia inviata alla famiglia. Il destino, però, tracciò per lui un'altra strada: poco tempo dopo fu fra quei soldati della Brigata Ferrara ( 47° e 48° fanteria) che furono chiamati per costituire il primo contingente del nuovo Reggimento di Milizia Mobile : il 141° che con il 142° formo’ la Brigata Catanzaro. Vincenzo fu inquadrato nel 141°.
Dopo il periodo di istruzione il treno trasportò quei soldati alla fronte. Prima di lasciare la Calabria si votarono alla Madonna del Carmine, la cui festa ricorre il 16 Luglio,lo stesso giorno della festa di San Vitaliano patrono di Catanzaro, implorando la grazia di farli tornare a casa vivi. Una data che avrebbe segnato la sua sorte per sempre.
Entrarono presto in battaglia distinguendosi sul Carso, sulle cui pietraie avrebbero combattuto per gran parte della guerra essendo riconosciuti per l’ eroismo fino al punto di meritare la Medaglia d’Oro alla bandiera per “motu proprio” di Vittorio Emanuele III. Anche gli austriaci li temevano.
Alla meta’ di Maggio del 1916 inizio’ l’ attacco AU detto della Strafexpedition .
La Brigata Catanzaro fu inviata sull’ Altopiano di Asiago per rafforzare le nostre difese ed impedire ulteriori avanzate degli avversari le cui vittorie aveva fatto arretrare gli italiani per circa venti Km.
L’ unita’ svolse egregiamente il proprio compito e il 27 Maggio fu protagonista del primo segnale di riscossa del nostro Esercito : nello scontro di Monte Mosciagh riconquistò una batteria di cannoni da 75, modello Deport, in precedenza catturata dagli austroungarici.
Fu una battaglia combattuta dal 141° e dal 142°solo alla baionetta e costo’ centinaia di morti ad ambedue le parti.
Fu citata nel Bollettino dell’ Esercito,ripreso in prima pagina da tutta la stampa nazionale ed il comandate delle truppe dell’ Altopiano Gen Lequio addito’ la Catanzaro come esempio da seguire.
Anche Vincenzo Galati partecipo’ allo scontro ed ebbe salva la vita.
Ma quella notte dopo la battaglia,a causa di un violento temporale, dell’imbizzarimento dei cavalli e dell’ attacco austriaco, si era perso nei boschi insieme a molti dei suoi compagni anche per via di un ordine ricevuto di mettersi al riparo.
Il col Thermes fu costretto da Cadorna a interpretare quel momento di confusione come un abbandono del posto di combattimento di fronte al nemico per cui ordino’ la decimazione di 12 dei 110 sbandati, fucilati a Monte Sprunk il 28 Maggio.
Gli altri, fra i quali Vincenzo Galati, vennero rinviati al Tribunale Militare che fu molto tollerante e meno influenzabile dal Comando fino ad affermare che nelle condizioni date non era possibile restare lucidi e tornare subito agli accampamenti. Se anche i giustiziati fossero stati giudicati da quell’ organo avrebbero avuta salva la vita: ma secondo Cadorna, bisognava dare l’ esempio( anche per mascherare gli errori dei comandi ndr!!). E poi tutti temevano le frequenti rimozioni ad opera del Generalissimo., tanto valeva obbedire anche sacrificando autonomia di giudizio e vite umane.
Galati subi’ una lieve condanna e fu rinviato al suo Reggimento per continuare la guerra.
Tuttavia era scampato al sorteggio per la scelta delle vittime da giustiziare.
Continuo’ a fare il suo dovere nelle altre battaglie isontine.
Giunse il giorno del rientro in seconda linea per il sospirato e oltre modo ritardato riposo a Santa Maria La Longa. Era la metà di Luglio del 1917.
C’erano tanti, troppi scontenti e sfiniti per il lungo turno di trincea, per le licenze negate, per le condizioni disumane di vita. Speravano, e l’ avevano chiesto, di essere dirottati verso il Trentino dove si moriva molto meno rispetto al mattatoio del Carso.
Ma non fu cosi’: la sera del 15 Luglio 1917 il fonogramma del Comando dispose il rientro in prima linea sul fronte carsico : stava per iniziare la XI battaglia dell’ Isonzo.
La ribellione scoppio’, violenta. Fu d’ obbligo formare uno schieramento che la contenesse e Vincenzo Galati venne comandato a schierarsi contro i ribelli che rivendicavano i propri diritti e il mantenimento delle promesse fatte loro di essere schierati sui monti.
Chissa’ come si senti’, dovendo combattere contro chi gli era stato a fianco fino a poco tempo prima .Forse anche lui aveva subito l’ ingiustizia ed avrebbe voluto rivedere la sua famiglia, il suo paesino, cosi’ come i ribelli chiedevano non per ragioni politiche, assolutamente inesistenti, ma per avere in cambio del sacrifico il riconoscimento di diritti minimi, fino a quel giorno negati.
Lo scontro fu tragico e per il nostro Vincenzo fu l’ultimo della vita : un proiettile gli provoco’ una ferita mortale all’ addome. Malgrado le cure mori’ nell’ Ospedale da campo n° 206 che aveva sede nella Filanda di Santa Maria La Longa , tutt’ora visibile.
Altri 10 morirono nello stesso posto. Fra i rivoltosi si parlo’ di 28 vittime fra fucilati del 141° (12) e del 142° ( 4 fucilati sul posto e 12 decimati).
Ma i documenti che ho trovato elencano solo i 16 del 142°¨degli altri, fin qui, non esiste traccia alcuna e la ricerca dovra’ necessariamente proseguire.
Tutti i morti di quel 16 Luglio ( giorno della Madonna del Carmine e del Patrono di Catanzaro) furono sepolti a Santa Maria La Longa: i legittimisti nel cimitero militare della frazione di Mereto di Capitolo con nome e cognome.
Gli altri in una fossa comune e senza nome vicino al muro del cimitero del capoluogo.
L’unico testimone oculare D’Annunzio : nel suo “Libro ascetico della Giovine Italia “ scrisse pagine commoventi ed implicitamente critiche sulla decimazione.
In quella fossa restarono fino a che,dopo la Guerra. se ne riesumarono i resti, tumulati nel Tempio Ossario di Udine . Tutti i libri pubblicati hanno affermato ,invece, che erano stati trasportati a Redipuglia.
Per quasi 90 anni fu questa la versione ufficiale e nessuno conobbe la verita’ sulla rivolta ne’, a maggior ragione,i nomi dei fucilati e decimati.
Sia la Commissione d’ inchiesta su Caporetto, che gli storici non si preoccuparono di cercare nelle carte ancora disponibili, specie in quel tempo sicche’ si scrisse per tutti quei caduti che erano morti a Santa Maria la Longa per fatto di guerra!
E cosi’ avvenne che i familiari di Vincenzo Galati chiesero invano notizie del loro congiunto fino a quando anche loro finirono il tempo della vita senza potere deporre un fiore sulla sua tomba.
Il soldatino calabrese aveva vissuto entrambi i drammi della sua Brigata nel 1916 e nel 1917: l’ ho voluto ricordare raccontando questa storia che ripercorre un cammino durato 90 anni.
Il luogo della prima sepoltura sua e degli altri l'ho trovato scavando negli archivi. Ho ricostruito fonti importanti per la verita’ negata per tanto tempo.
Se a partire dalla relazione Tommasi si fossero consultati gli archivi giusti, che in quegli anni non erano drammaticamente sparsi come oggi, avremmo avuto una conoscenza piu’ vera della rivolta della Brigata Catanzaro e dei suoi sviluppi post bellici nei confronti delle famiglie delle vittime, alle quali fu riconosciuta la pensione di guerra pur non avendo i loro congiunti avuto l’ onore di essere iscritti nei volumi di Albo d’ Oro.
Furono le comunita’ di appartenenza che li riconobbero come caduti nell’ adempimento del dovere immortalandoli sui Monumenti eretti in ogni comune italiano: un riconoscimento dovuto che compenso’ la tomba ignota. Erano stati eroi anche loro e la Medaglia d' Oro consegnata dal Re l’ avevano meritata a pieno titolo. La mia ricerca della verità su quell' eccidio è durata quasi cinque anni e sono riuscito a riaprire quella fossa comune del cimitero con dentro degli ignoti ai quali ho restituito un nome ed una tomba, cosi’ come deve accadere in ogni societa’ civile, anche durante una guerra. Oggi la ricerca è citata in tutte le pubblicazioni che trattano la storia della Brigata Catanzaro in Italia ed anche altrove, nei siti internet di ogni tendenza.
La storia emblematica di quella brigata si arricchisce di un capitolo importante che fa segnare un passo in avanti nella conoscenza degli uomini che ne furono protagonisti e restituisce identita’ a coloro che erano stati cancellati non dalla storia ma dall’ arroganza umana.
Mario Sacca’


14 luglio 2018 · 
"A Fossalta di Piave, un giovane tenente di origini calabresi del 221° Reggimento - già distintosi sull'Isonzo, conquista la sua seconda Medaglia di Bronzo al Valore Militare. Questa la motivazione:"Comandante di un reparto zappatori, lo condusse con energia, calma e coraggio esemplari, attraverso ad una zona violentemente battuta dal fuoco nemico, spingendosi con bell'impeto fin sotto i reticolati delle posizioni avversarie.
Fossalta di Piave - 16 Giugno 1918.


Lo vedete nella foto, il suo nome è Rocco Cotroneo"


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MERCATALI Enrico - VINCENZONI Guido (a cura di), "La guerra italiana. Cronistoria illustrata degli avvenimenti", Milano, Sonzogno, 1915-1919. Numerose illustrazioni b.n. - n.t.

In copertina al fascicolo n° 1 (29.05.1915): Vittorio Emanuele III, re d'Italia. 

Prima di copertina fascicolo n° 1 (29.05.1915)

L'OPERA E' IN VENDITA.

1915. MERCATALI Enrico - VINCENZONI Guido (a cura di), "La guerra italiana. Cronistoria illustrata degli avvenimenti", Milano, Sonzogno, 1915-1919. Numerose illustrazioni b.n. - n.t.
Tipo di documento: testo a stampa
Autore: Mercatali, Enrico + Vicenzoni, Guido
Soggetto: Guerra mondiale 1914-1918 - Italia - partecipazione italiana
Codice Dewey: 940.345
Luogo di pubblicazione: Milano - Stab. grafico Matarelli
Editore: casa ed. Sonzogno / Anno di pubblicazione: 1915-1919
Lingua: italiano / Paese: Italia

OFFERTA DI VENDITA - COMUNICAZIONI:

Dell'opera si dispone complessivamente di quanto segue: 
- 73 fascicoli delle annate 1915 e 1916. 

Così distribuiti: 
- I^ Serie (da 29.05.1915 a 14.11.1915) = Fascicoli da N° 1 a 25. Serie completa. 
- II^ Serie (da 21.11.1915 a 07.05.1916) = Fascicoli da N° 1 a 25. Serie completa. 
- III^ Serie (da 14.05.1916 a 28.10.1916) = Sono 20 fascicoli. Mancano fascicoli N° 11, 12, 13, 20, 24. Serie non completa. 
- IV^ Serie (fascicolo N° 1: 05.11.1916). 
- 2 fascicoli di indici analitici. 

Si specifica che ogni fascicolo è composto mediamente da 16 pagine + 19/20 ill. b.n. n.t.


DISPONIBILITA' INFO

Si è disponibili a rispondere a quesiti d'ordine bibliografico o richieste su Vs. desiderata (Si evidenzia però che si è in condizione di proficuamente rispondere ove il quesito rientri fra la disponibilità dei 73 fascicoli).  













Quarta di copertina fascicolo n° 1 (29.05.1915)




[Per le informazioni bibliografiche: Copyright © ICCU |Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche]

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