Paolo MAURENSING |
La variante di Lüneburg |
2003,
Milano,
Adelphi
ISBN 8845909840
In copertina: Victor Hugo, Les Orientales. Dessin de Victor Hugo pour son poème Les Orientales (1829). [Bibliothèque Nationale de France, Paris].
"Fu proprio in quel primo periodo, durante una delle mie esibizioni, che lo incontrai per la prima volta. Credo che ciascuno di noi abbia, in qualche parte del mondo. il proprio antagonista, l'alter ego negativo, come ciò che si oppone ai Santi Nomi dell'Albero della Vita: la Qlippah, di cui i saggi sconsigliano perfino di pronunciare il nome, il serpente sempre pronto a sollevare la testa, l'avversario che non ci si augurerebbe mai di incontrare e nel quale, tuttavia, si finisce per imbattersi, essendo egli parte del nostro stesso essere. Nel mio caso, sembrò che tutti gli sforzi fatti, compresi quelli della generazioni passate, non mirassero, e da secoli non avessero mirato, che a combinare questo scontro mortale".
(Dal risvolto di copertina)
"Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un’altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto, e animati da un odio inesauribile, che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia ebreo e l’altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema. Un grande maestro del gioco, Kasparov, disse una volta: «Gli scacchi sono lo sport più violento che esista». Asciutto, lucido, teso, questo romanzo lo conferma con una storia che procede essa stessa come una efferata partita di scacchi – e insieme ci rivela uno scrittore."
(Dal risvolto di copertina)
***
Il filo rosso della narrazione è costituito dal tema degli scacchi, la cui leggendaria storia fa anche da prologo al romanzo.
Dieter Frisch, un ricco uomo d'affari sui sessanta anni, grande appassionato di scacchi, si è suicidato. Un lunghissimo flash-back spiega le cause e le modalità di questo decesso.
Su un treno, dove il signor Frisch sta viaggiando, la sera del venerdì precedente la sua morte, egli sta giocando, come al solito, una partita a scacchi con un suo collaboratore, quando nel loro scompartimento un giovane entra ed inizia a seguire la loro partita. Più tardi Frisch rivolgerà la parola a questo ragazzo, Hans Mayer, scoprendo che anche questi è un campione di scacchi.
Inizia qui la storia di Hans, che racconta come si è avvicinato al mondo degli scacchi, e come un certo Tabori («un uomo che ha giocato all’inferno») gli abbia fatto da maestro, portandolo ai massimi livelli di gioco, per poi sparire nel nulla. Hans, dopo due anni di totale dedizione agli scacchi, orfano del suo "tutore", non riesce più a giocare, ha addirittura una crisi di nervi ogni volta che si confronta con la scacchiera.
Tabori finalmente, dopo un anno, si fa vivo. È stato male e probabilmente non ha più molto da vivere; vorrebbe adottare Hans, e svelargli il suo misterioso passato. Ascoltato il racconto di Tabori, Hans deciderá di vendicare il suo padre adottivo: deve trovare un uomo e raccontargli una storia.
La storia di Tabori: nato in una famiglia ebrea dove il gioco degli scacchi era una tradizione che si tramandava di padre in figlio, fin dalla più tenera età si dimostrò versatissimo al gioco. Una volta entrato nel circuito dei tornei, ebbe un grosso successo, ma i tempi stavano cambiando e l’ascesa del nazismo portò ben presto l’antisemitismo anche nell’ambiente degli scacchi. Il primo con cui Tabori ebbe a scontrarsi fu un ragazzo che lo disprezzava perché egli era ebreo. Questo fu solo il primo episodio di tanti, fino a che il precipitare degli eventi, lo condusse in un campo di concentramento.
Qui, nell’abbrutimento più totale, Tabori non trovò altro modo di rimanere lucido se non quello di concentrare la sua mente sugli scacchi, iniziando a giocare un’interminabile partita contro un immaginario essere supremo.
Un giorno venne convocato da un alto ufficiale del campo, che si sarebbe rivelato essere quello stesso ragazzo che era il suo peggior nemico al tempo dei tornei di scacchi. L’ufficiale non aveva nessuno al proprio livello con cui confrontarsi, e ordinò quindi al prigioniero di diventare il suo avversario. Tabori però temeva la vittoria, non potendo immaginare la reazione di quest’uomo che aveva potere di vita e di morte su di lui. Tre volte Tabori non ebbe il coraggio di vincere, e per tre volte di notte fu costretto ad assistere ad orrende esecuzioni di altri internati. Quando, finalmente, ottenne spiegazioni, divenne chiaro che l’ufficiale nazista usava, come posta in gioco, la vita di altri prigionieri.
Da quel momento ebbe inizio, tra i due antagonisti, una gara senza respiro che durò fino alla liberazione del campo da parte degli Alleati. Tabori riuscì a vincere il match, ma perse due partite, che costarono la vita a ben 24 persone.
Il romanzo deve certamente molto della sua ispirazione alla Novella degli scacchi di Stefan Zweig, di cui per certi versi ricalca esattamente molti elementi; del resto l'autore della Variante di Luneburg ha ammesso di avere letto e studiato Zweig.
Il ritmo da thriller del romanzo di Maurensig trova il suo culmine nella parte ambientata nel campo di concentramento di Bergen Belsen: all’improvviso siamo immersi in un luogo dove «la vita vale meno di una fava» e la violenza è all’ordine del giorno.
Alcuni elementi del genere fantastico danno inoltre al racconto il tono di una leggenda (cosí come la narrazione si apre con una leggenda). Ad esempio quella sorta di facoltà di chiaroveggenza di Tabori, che dice: Quand’ero bambino avevo la facoltà di scoprire il grado d'influenza che il gioco esercitava sull’individuo che mi stava dinanzi, solo fissandolo qui, in mezzo alla fronte.
Edizioni
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, dodicesima ed., Adelphi, 1995, pp. 164. ISBN 88-459-0984-0
(Da: http://it.wikipedia.org/wiki/La_variante_di_Luneburg)
Dieter Frisch, un ricco uomo d'affari sui sessanta anni, grande appassionato di scacchi, si è suicidato. Un lunghissimo flash-back spiega le cause e le modalità di questo decesso.
Su un treno, dove il signor Frisch sta viaggiando, la sera del venerdì precedente la sua morte, egli sta giocando, come al solito, una partita a scacchi con un suo collaboratore, quando nel loro scompartimento un giovane entra ed inizia a seguire la loro partita. Più tardi Frisch rivolgerà la parola a questo ragazzo, Hans Mayer, scoprendo che anche questi è un campione di scacchi.
Inizia qui la storia di Hans, che racconta come si è avvicinato al mondo degli scacchi, e come un certo Tabori («un uomo che ha giocato all’inferno») gli abbia fatto da maestro, portandolo ai massimi livelli di gioco, per poi sparire nel nulla. Hans, dopo due anni di totale dedizione agli scacchi, orfano del suo "tutore", non riesce più a giocare, ha addirittura una crisi di nervi ogni volta che si confronta con la scacchiera.
Tabori finalmente, dopo un anno, si fa vivo. È stato male e probabilmente non ha più molto da vivere; vorrebbe adottare Hans, e svelargli il suo misterioso passato. Ascoltato il racconto di Tabori, Hans deciderá di vendicare il suo padre adottivo: deve trovare un uomo e raccontargli una storia.
La storia di Tabori: nato in una famiglia ebrea dove il gioco degli scacchi era una tradizione che si tramandava di padre in figlio, fin dalla più tenera età si dimostrò versatissimo al gioco. Una volta entrato nel circuito dei tornei, ebbe un grosso successo, ma i tempi stavano cambiando e l’ascesa del nazismo portò ben presto l’antisemitismo anche nell’ambiente degli scacchi. Il primo con cui Tabori ebbe a scontrarsi fu un ragazzo che lo disprezzava perché egli era ebreo. Questo fu solo il primo episodio di tanti, fino a che il precipitare degli eventi, lo condusse in un campo di concentramento.
Qui, nell’abbrutimento più totale, Tabori non trovò altro modo di rimanere lucido se non quello di concentrare la sua mente sugli scacchi, iniziando a giocare un’interminabile partita contro un immaginario essere supremo.
Un giorno venne convocato da un alto ufficiale del campo, che si sarebbe rivelato essere quello stesso ragazzo che era il suo peggior nemico al tempo dei tornei di scacchi. L’ufficiale non aveva nessuno al proprio livello con cui confrontarsi, e ordinò quindi al prigioniero di diventare il suo avversario. Tabori però temeva la vittoria, non potendo immaginare la reazione di quest’uomo che aveva potere di vita e di morte su di lui. Tre volte Tabori non ebbe il coraggio di vincere, e per tre volte di notte fu costretto ad assistere ad orrende esecuzioni di altri internati. Quando, finalmente, ottenne spiegazioni, divenne chiaro che l’ufficiale nazista usava, come posta in gioco, la vita di altri prigionieri.
Da quel momento ebbe inizio, tra i due antagonisti, una gara senza respiro che durò fino alla liberazione del campo da parte degli Alleati. Tabori riuscì a vincere il match, ma perse due partite, che costarono la vita a ben 24 persone.
Il romanzo deve certamente molto della sua ispirazione alla Novella degli scacchi di Stefan Zweig, di cui per certi versi ricalca esattamente molti elementi; del resto l'autore della Variante di Luneburg ha ammesso di avere letto e studiato Zweig.
Il ritmo da thriller del romanzo di Maurensig trova il suo culmine nella parte ambientata nel campo di concentramento di Bergen Belsen: all’improvviso siamo immersi in un luogo dove «la vita vale meno di una fava» e la violenza è all’ordine del giorno.
Alcuni elementi del genere fantastico danno inoltre al racconto il tono di una leggenda (cosí come la narrazione si apre con una leggenda). Ad esempio quella sorta di facoltà di chiaroveggenza di Tabori, che dice: Quand’ero bambino avevo la facoltà di scoprire il grado d'influenza che il gioco esercitava sull’individuo che mi stava dinanzi, solo fissandolo qui, in mezzo alla fronte.
Edizioni
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, dodicesima ed., Adelphi, 1995, pp. 164. ISBN 88-459-0984-0
(Da: http://it.wikipedia.org/wiki/La_variante_di_Luneburg)
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"Da quell'altezza tutto sembrava fluido e impersonale come un ammasso di detriti trasportati dall'acqua. Per decidere dei destini delle persone bastava dunque sollevarsi a una certa altezza, ecco allora che la visione cambiava, e si faceva divina. La compassione, la pietà, l'amore erano dunque condizioni relative, contingenti, e mai assolute. Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?" (Paolo Maurensing, La variante di Lüneburg, 2003, Milano, Adelphi, p. 21).
Bibliografia
Paolo Maurensig, Canone inverso, I Miti, Arnoldo Mondadori Editore, 1997. ISBN 88-04-43219-5
Paolo Maurensig, L'ombra e la meridiana, Oscar Mondadori, 1998. ISBN 8804442166
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, Adelphi, 1993. ISBN 8845909840
Paolo Maurensig, Venere Lesa, Mondadori, 1999. ISBN 880447081X
Paolo Maurensig, Venere Lesa, Mondadori, 1998. ISBN 880445065-7
Paolo Maurensig, Canone inverso, I Miti, Arnoldo Mondadori Editore, 1997. ISBN 88-04-43219-5
Paolo Maurensig, L'ombra e la meridiana, Oscar Mondadori, 1998. ISBN 8804442166
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, Adelphi, 1993. ISBN 8845909840
Paolo Maurensig, Venere Lesa, Mondadori, 1999. ISBN 880447081X
Paolo Maurensig, Venere Lesa, Mondadori, 1998. ISBN 880445065-7
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Progetto Parzifal
Dolci Presenze del Viandante seguono l'Ombra in questo Silenzio popolato di Assenza.
Occhi. Lago di Nuvole.
http://parzifalpurissimo.blogspot.com/
http://paesaggidellanima-parzifal.blogspot.com
- a cura di Giovanni Pititto
(E-mail: parzifal.purissimo@gmail.com)
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Genova. Palazzo dei Principi Doria-Pamphilj. Giardino. Pavoni. 08.
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RispondiEliminaNon leggete per divertirvi o per istruirvi. Leggete per vivere
Gustave Flaubert
L'ESTATE DEI FESTIVAL
NARRAZIONI FESTIVAL 2012
Poggibonsi 7 - 8 giugno 2012
E' online il programma di Narrazioni 2012 Libera tutti. Saranno presenti: Massimo Carlotto, Giampaolo Simi, Paolo Nori e tanti altri. Guarda il programma
AREZZO FESTIVAL 2012
Arezzo 15 - 16 - 17 giugno 2012
VIENI A LEGGERE CON LaAV
Cerchiamo lettori ad alta voce che vengano il 17 giugno 2012 ad Arezzo per la 3° giornata nazionale LaAV (Lettura ad Alta Voce). Cerchiamo lettori, lettrici, lettori dilettanti, lettori professionisti, lettori che sanno solo leggere e stop, lettori bravi, cattivi lettori, lettori improvvisati... venite da tutta Italia, ... da tutto il mondo a leggere... grazie! Per maggiori informazioni
Workshop con lettura scenica di BABELE di Ana Candida De Carvalho Carneiro
Testo vincitore del premio Hystrio 2011 scritture di scena_35
Testo selezionato per the 9tn Women playwrights International Conference in Stoccolma (15-20 august 2012)
Laboratorio condotto da Sabrina Sinatti. Il Workshop è rivolto a attori o aspiranti tali con un interesse verso la drammaturgia contemporanea. Per maggiori informazioni
Torna nel Salento dal 3 agosto la 7a edizione del Locomotive Jazz Festival
RispondiEliminaPosted: 15 Jul 2012 04:01 PM PDT
Torna in Salento la settima edizione del Locomotive Jazz Festival internazionale diretto dal sassofonista Raffaele Casarano all’insegna di progetti internazionali con il Festival d’Ète di Tolouse (Francia) e il Moscow International Performance Art Center (Russia). Tra gli ospiti Eugenio Finardi, Gianluca Petrella, Daniele Di Bonaventura, Alexey Kolosov Trio, Lars Danielsson 4tet, Don Pasta e molti altri. Il cantautore Eugenio Finardi, il trombonista Gianluca Petrella, Daniele Di Bonaventura e il suo bandoneon, il musicista, giornalista e poeta russo Alexey Kolosov, il contrabbassista e violoncellista svedese Lars Danielsson, il dj ed economista Donpasta, sono alcuni degli ospiti della settima edizione del Locomotive Jazz Festival, diretto dal sassofonista Raffaele Casarano, che si terrà da mercoledì 1 a sabato 4 agosto tra Sogliano Cavour, Sannicola e l’abbazia di Cerrate, in provincia di Lecce. Quest’anno il tema principale del festival è “Il Viandante”, figura che simboleggia il viaggio come condivisione di esperienze, di tradizione e di cultura e che bene interpreta lo spirito del Locomotive che vuole essere crocevia di incontri e identità. “Il viandante è pronto ad accogliere e a essere accolto, a percorrere un tratto di strada insieme a coloro che incrocerà sul suo cammino, senza confini né pregiudizi solo con la voglia di condividere un tratto di strada insieme. Incrociare la propria vita con quella degli altri è affascinante, è jazz”, sottolinea Raffaele Casarano. In questa direzione l’edizione 2012 apre, ancor di più rispetto agli anni scorsi, a progetti di scambio con organizzazioni e festival stranieri, in particolare con il Festival d’Ète di Tolouse in Francia, collaborazione che ha portato allo spettacolo Tarantulae (3 agosto), un viaggio tra le musiche popolari con DonPasta, Benjamin Sauzerau, Alessia Tondo, Vito de Lorenzi, Giancarlo Paglialunga, Rocco Nigro, Marco Bardoscia, Raffaele Casarano, e con il Moscow Jazz Festival in Russia che prevede l’esibizione dell’Alexey Kolosov Trio (1 agosto). L’articolato programma del festival che toccherà anche l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate e la collina di San Mauro a Sannicola (con la consueta alba in jazz che sabato 4 agosto si preannuncia veramente speciale) prevede oltre ai concerti serali in Piazza Diaz a Sogliano anche incontri e presentazioni di libri, dj set a cura di Populous e mostre fotografiche. Grande attenzione al jazz italiano di qualità con i concerti di Gianluca Petrella che si esibirà (1 agosto), in Tubolibre con Oren Marshall (tuba), Gabrio Baldacci (chitarra) e Cristiano Calcagnile (batteria); il progetto Band Union (4 agosto) di Daniele Bonaventura (bandoneon) mette insieme Marcello Peghin (chitarra 10 corde), Felice Del Gaudio (contrabbasso) e Alfredo Laviano (percussioni).
Il Locomotive accoglie inoltre l’unica data italiana (3 agosto) di Lars Danielsson 4tet, contrabbassista e violoncellista svedese tra i più interessanti musicisti del panorama jazzistico europeo che si esibirà al Locomotive con Jonas Östholm (pianoforte), John Parricelli (chitarra) e Magnus Ostrom (percussioni).
Una delle caratteristiche del Locomotive sono le produzioni originali inedite. Anche quest’anno il festival ripropone i progetti di “Il jazz salentino incontra…” che promuove collaborazioni inedite tra musicisti pugliesi e grandi artisti italiani. Il 2 agosto il combo di Raffaele Casarano & Locomotive incontra il cantautore milanese Eugenio Finardi in un progetto originale targato Locomotive Jazz Festival con Marco Bardoscia (contrabbasso), Mirko Signorile (piano) e Marcello Nisi (batteria). Il 3 agosto spazio ad un altro progetto originale ‘Locomotive Percussion Afrobeat’ con i salentini Triace e il gruppo francese Danser Ensemble.
Da: LSDmagazine)
Storie di viaggi e ritratti di città…ecco i libri consigliati
RispondiEliminaPosted: 14 Jul 2012 09:00 PM PDT
Storie di viaggi che stuzzicano la voglia di partire, ritratti di città, consigli pratici e suggerimenti lontani dalle solite mete turistiche. Ma, nell’estate 2012, arrivano anche la prima guida di una serie dedicata ai «cervelli in fuga» e le istruzioni «per un corretto uso di valigie, solitudine e buonumore». Per chi, in tempi di crisi, non vuole semplicemente trascorrere un periodo all’estero, ma trasferirsi in un’altra città è perfetta ‘Strano ma Londra’ (Fazi) del giornalista Mattia Bernardo Bagnoli, che dal 2005 vive e lavora nella capitale britannica come corrispondente dell’ANSA e giornalista free lance. Dall’acquisto della carta telefonica all’affitto di una casa, dall’apertura di un conto in banca alla ricerca di un lavoro, Bagnoli passa in rassegna tutti gli aspetti della vita quotidiana a Londra con le possibili soluzioni alla portata di tutti.Di tutt’altro tenore il manuale semiserio per viaggiatrici sorridenti e solitarie, ‘Io viaggio da sola’ (Einaudi) di Maria Perosino, storica dell’arte e curatrice di mostre, che aiuta a godersi un bell’aperitivo, anche da sole, sulla terrazza di un bar di Istanbul, e ad arrangiarsi in ogni circostanza a partire dalla scelta delle valigie con al primo posto il trolley che, più di ogni altra invenzione, «ha contribuito alla liberazione delle donne» per la Perosino.Storia di un tour eccezionale e guida speciale è ‘In Sardegna’ (Feltrinelli), un viaggio musicale di Paolo Fresu che per i suoi cinquant’anni, compiuti nel 2011, ha suonato in piazze di paese, miniere abbandonate, spiagge, siti archeologici, centrali eoliche, stazioni ferroviarie, andando alla riscoperta per due mesi della sua amatissima isola. Durante gli spostamenti il musicista ha tenuto un diario da cui è nato questo libro che è diventato un itinerario ricco di suggerimenti per mangiare, trovare luoghi poco battuti in Sardegna, con le testimonianze di compagni di viaggio come Lella Costa, Michela Murgia e Flavio Soriga.Esotismo ai massimi livelli con l’ormai introvabile da troppo tempo ‘Dren-Giong’ (Corbaccio), il primo libro, del 1938, di Fosco Maraini, che torna in libreria accompagnato dal ricordo di tanti amici. Viaggiatore instancabile, etnologo, antropologo, alpinista, morto nel 2004, il padre della scrittrice Dacia Maraini trasmette in questi suoi appunti di viaggio nelle valli tra l’Himalaya e l’India, che i tibetani chiamano appunto Dren-giong, l’emozione della scoperta di un mondo nuovo. Per chi ama i gialli del Nord e vuole conoscere più a fondo ‘Stoccolma’ (Odoya Edizioni), c’è il ritratto della città dello storico australiano Tony Griffiths che diventa una guida sui generis della capitale svedese con le sua inaspettate contraddizioni e le pagine più oscure della sua storia.La giornalista Adele Cambria è partita invece sulle orme di tre autorevoli penne come Edmondo De Amicis, Pierre Loti e Orhan Pamuk alla volta della ‘Istanbul- Il doppio viaggio’ (Donzelli) dei giorni nostri. Cartoline da un paese che non c’è più arrivano invece dal viaggiatore eco-sostenibile Andrea Ragona e dal pittore e disegnatore Gabriele Gamberini che firmano ‘Yugoland’ (BeccoGiallo), una «guida contro-turistica» che sfata i più pericolosi luoghi comuni sull’ex Yugoslavia e ne fa una meta ricca di cultura, sapori e contraddizioni. Tutti i diversi significati dell’essere altrove vengono esplorati in ‘Viaggioterapia’ (Salani) di Renata Discacciati, un libro-guida per vivere al meglio l’esperienza del viaggio. L’attrazione irresistibile e quasi fatale fra Italia e Francia viene raccontata in ‘Falsi Amici’ (Fandango), un documentato saggio della giornalista Anais Ginori, che non è certo una guida al viaggio ma un modo per entrare nell’anima di due paesi che hanno un rapporto pieno di luci ed ombre.
(Da: LSDmagazine)
Marco Pierin in Puglia per il Levante Danza Festival di Massafra / Posted: 14 Jul 2012 07:00 PM PDT
RispondiEliminaL’ètoile internazionale Marco Pierin, anche quest’anno sarà il direttore di giuria del concorso internazionale del Levante Danza Festival. Dopo aver studiato presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano e la Scuola di Ballo del Teatro Bolshoj di Mosca, nel 78 entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e successivamente diventa solista e primo ballerino. Durante la sua carriera collabora in qualità di “guest” con svariate compagnie, tra cui, Australian Ballet a Sidney in Australia, Pittsburgh Ballet in Pennsylvania negli U.S.A, Richmond Ballet in Virginia sempre negli U.S.A, al Ballet Nacional de Cuba a La Havana, Ballet de Montevideo in Uruguay. Anche in questa edizione sarà il presidente di giuria. Nella prima edizione qual è stato il livello dei partecipanti? Il livello è stato molto buono, soprattutto direi nel classico. Abbiamo avuto, veramente, la gioia di apprezzare delle buone performance e anche questo significa che dietro questi allievi ci siano delle buone scuole che curano molto l’aspetto della danza classica e l’aspetto fondamentale per affrontare qualunque altra disciplina nel migliore dei modi. In questa edizione 2012 ci saranno diverse novità nel Levante Danza Festival. Cosa si aspetta da questa seconda edizione? Mi aspetto che il livello in generale delle varie discipline sia ancora più alto e migliore dell’anno scorso. Ho questa speranza, voglio credere che sarà migliore. La giuria del Concorso Internazionale da lei diretta, come lo scorso anno, è altamente qualificata. Quali saranno i parametri di giudizio che utilizzerete? I parametri sono sempre, più o meno, gli stessi. Si guarda innanzitutto la qualità dell’esecuzione e ovviamente anche il talento degli esecutori. Direi che i parametri sostanzialmente siano questi: la qualità che è sicuramente molto importante e il talento. In una situazione di crisi come quella in cui ci troviamo, in che modo possono essere utili il Levante Danza Festival e le altre manifestazioni che mettono in evidenza il talento dei giovani? Possono essere utili proprio perché in questo momento di crisi c’è bisogno di dare nuovi stimoli, nuovi input e soprattutto di credere che la danza non stia morendo, come probabilmente vorrebbero alcuni e che invece ha ancora una forza vitale straordinaria perché i giovani comunque si iscrivono sempre con grande entusiasmo alle scuole. Questo vuol dire che c’è voglia di danza e che malgrado le difficoltà c’è ancora questo desiderio. La danza è un’arte straordinaria che può fare miracoli e io sono convinto che, in questo momento particolare, può aiutare tantissimo. Attualmente, qual è il suo giudizio sulla danza? Come dicevo pocanzi la danza è un’arte meravigliosa che unisce il cielo alla terra. L’uomo nasce danzando, i popoli primitivi danzavano per manifestare le loro espressioni e i loro sentimenti. L’uomo ha sempre danzato nell’arco della storia e lo sappiamo, la storia ce lo insegna e la danza è una forma d’arte straordinaria perché è la più immediata, è presente nel dna dell’uomo ed è per questo che io credo sia fondamentale, oggi più che mai, ritornare ad apprezzarla e a salvaguardarne la disciplina anche perché sono convinto che la danza, in tutte le sue forme specialmente quella del balletto classico, susciti una sorta di magia anche nel pubblico. Tali emozioni sono necessarie in questo periodo di terrorismo psicologico e di crisi che i potenti della terra stanno provocando, facendoci vivere nella paura e nell’incertezza. Credo che la Danza sia un’espressione straordinaria di libertà e di potenza che l’uomo ha come arma nelle sue mani per difendersi dall’apatia e dalla follia di questi nostri tempi. Da: LSDmagazine)
Zweig e Maurensig: partita a scacchi
RispondiEliminadi Silvia Tomasi
Sulla scacchiera della letteratura la 'mossa del cavallo', col suo procedere obliquo, lega fra loro due autori: Stefan Zweig, epigono della 'rande Vienna' al tramonto e autore nel 1941 della Novella degli scacchi, e Paolo Maurensig, scrittore goriziano che nel 1992 diede alle stampe La variante di Lüneburg. Gli intrecci delle due narrazioni, entrambe costruite in un rewind degli antefatti ambientati in epoca nazista, sono paralleli; tutto ruota su una decisiva e mortale partita a scacchi dove il microcosmo delle 64 caselle diventa il campo di battaglia in cui le storie individuali s'intrecciano alla Storia collettiva e il catalogo delle mosse sembra racchiudere i misteriosi intrecci che legano il destino dei singoli a quello dell'intera umanità.
http://www.treccani.it/scuola/dossier/2010/comparatistica/tomasi.html
La Novella degli scacchi: un'accusa al nazismo
RispondiElimina"A un tratto ci fu qualcosa di nuovo tra i due giocatori, una pericolosa tensione, un odio appassionato. Non erano più due partners che volessero provare per gioco il loro talento l'un contro l'altro, erano due nemici che avevano giurato di distruggersi a vicenda".
Così racconta la voce narrante della Novella degli scacchi travolto dall'Anschluss nazista del 1938: "male assoluto" lo definirà Zweig. L'acido prussico e prussiano nascosto nello strato di cioccolato amaro della Sachertorte aveva già fatto di Vienna nella prima guerra mondiale, come fustigava Karl Kraus, il vero "terreno di prova per la distruzione del mondo". Ma ora la Kakania di Musil, che scrive il suo capolavoro L'uomo senza qualità negli anni Trenta, è sfatta nel fango come un Golem privo di spirito vitale. Zweig non è più giovane quando il nazismo si avvinghia come una piovra all'Austria; si può dire che la sua resistenza eroica stia proprio nella Novella degli scacchi scritta a Petropolis, nel lontano Brasile, dove è fuggito insieme alla giovanissima seconda moglie. Un racconto-accusa contro il nazismo e i metodi dell'orrore attuati dalla Gestapo, un lascito testamentario prima del suicidio suo e della moglie nel 1942: finis Europae. Zweig si è fermato spiritualmente in quella Grande Vienna prima del nazismo, si potrebbe scorgerne il ritratto in uno dei personaggi di Uomini tedeschi di cui scriveva nello stesso periodo Walter Benjamin.
http://www.treccani.it/scuola/dossier/2010/comparatistica/tomasi.html