venerdì 25 maggio 2012

CHE LA DOMENICA DEDICATA A GIANKI SIA UN NUOVO GIORNO!


La nostra 
è una realtà difficile ... 
Noi stessi diciamo che non ci sono più
uomini in gamba o ragazzi audaci.
In verità di giorno
non sappiamo riconoscerci:
la caparbietà con cui  ricordiamo orgogliosi
le passioni dei giovani, presi dalla notte, lo rivela. 
Ricordiamo Gianky dunque
per rifiutare le vuote giornate
in cui ci dividiamo
crogiolanti.   

venerdì 11 maggio 2012

TONNARA DI BIVONA: DA IERI L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONOSCE UFFICIALMENTE IL D.L. 85/2010!





Apprendiamo dalla stampa che nei giorni scorsi la Fondazione Carical ha promosso un incontro al quale hanno partecipato rappresentanti dell'Anci e di Mecenate 90, per sottoscrivere una convenzione utile a sostenere, anche economicamente, gli enti locali nelle richieste di utilizzo e valorizzazione dei beni demaniali monumentali, da inviare allo Stato per la gestione dei Beni Demaniali.
La Fondazione, ribadendo che la condizione per il trasferimento dallo Stato agli Enti Locali è che questi siano mantenuti e valorizzati con un progetto ben definito, è rimasta positivamente colpita dal numero delle richieste avanzate dal Comune di Vibo Valentia, uno dei soli due comuni intervenuti.
Noi,   che da un anno ormai abbiamo illustrato obblighi e vantaggi del Decreto Legislativo 85/2010, in particolare riferendoci alla paradossale vicenda della Tonnara di Bivona, continuiamo ad augurarci  che l'incontro possa aver aperto la mente ai nostri amministratori.
E' certo comunque che da ieri, dalla data di quell'incontro nella sede della Fondazione Carical a cui ha partecipato il nostro Assessore alla Cultura (vedi filmato),  nessuno a Vibo Valentia può più far finta che il Decreto Legislativo che disciplina i modi e le forme con cui gestire i Beni Demaniali, non esista! Certo, localmente a nulla sono valse le denuce, a nulla le interpellanze ed a nulla la discussione in Consiglio Comunale ... e le prospettive non sono molto entusiasmanti. Anche i  resoconti di stampa non sono forieri di notizie positive: tra le 6 proposte di assistenza avanzate figura, ad esempio,  il Castello di Bivona, che seppur sottoposto a vincolo risulta sia stato acquistato dal Comune proprio lo scorso anno, mentre ahinoi sembra non compaia ... proprio la Tonnara di Bivona, che attualmente non risulta nemmeno essergli data in concessione!
C'è da sperare sia un refuso di stampa ... o siamo destinati a restare vittime dell'incapacità?


martedì 8 maggio 2012

ALLUVIONE: QUEL TORRENTE IN UN TUBO DA 30 CENTIMETRI!


E' vero. Ormai di quel tragico 3 luglio 2006 non importa che a pochi. C'è una frenesia nella rimozione di quell'evento, che trae origine dalla voglia di ritornare alla normalità. Normalità che però, dalle nostre parti, è altro, che è ben descritto nelle parole del Procuratore citate nell'articolo di Nicola Lopreiato di oggi: la normalità è che nessuno controlli e che nessuno segnali.
Qualunque sarà l'esito del processo, già oggi, quasi a sei anni dall'alluvione, possiamo ben dire che siamo ritornati alla normalità! Buona Lettura.

"È un quadro impietoso quello "dipinto" dal procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo dentro il quale sono state tratteggiate le cause principali della disastrosa alluvione del 3 luglio 2006. Un evento drammatico che portò alla morte del piccolo Salvatore Gaglioti, di appena 16 mesi, e di due guardie giurate, Ulisse Gaglioti (zio del piccolo) e Nicola De Pascale. Tutti travolti e uccisi in due momenti differenti sulla Statale 18, nel tratto tra Vibo e Longobardi. Valanghe di fango e detriti spazzarono via i loro corpi trascinandoli per centinaia di metri.
Una vera e propria catastrofe ambientale che provocò, tra l'altro, feriti, danni per decine di milioni di euro e centinaia di sfollati. Intere famiglie si ritrovarono senza casa, senza auto e con tutti i loro beni ed effetti personali seppelliti sotto il fango.
Le valutazioni del procuratore Mario Spagnuolo di fronte al giudice delle udienze preliminari Alessandro Piscitelli sono partite da una sentenza, tra l'altro di «non luogo a procedere» scaturita dalla prima inchiesta avviata dalla Procura sull'alluvione del 3 luglio del 2006. In quel procedimento erano stati coinvolti i vertici nazionali della Protezione civile, i responsabili regionali dell'Anas e dell'assessorato ai Lavori pubblici. Un verdetto attraverso il quale il giudice se da una parte non individuava alcuna responsabilità a carico delle persone coinvolte, dall'altra «fotografava – ha rilevato il Procuratore – il disastro del 3 luglio 2006». 
Un "giudizio" che già allora stabiliva che quei danni erano stati causati dalla massiccia cementificazione che era stata realizzata a monte dai luoghi del disastro (Cocari e Zufrò su tutti). «Indagini rigorose – ha spiegato il pm – attraverso interrogatori, consulenze e avvisi di conclusione indagini. Nulla è stato lasciato al caso. Sappiamo bene che il nostro sistema giuridico per quanto concerne i reati ambientali è piuttosto debole. Fino ad oggi, infatti, sono state solo due – ha ricordato il Procuratore – le sentenze passate in giudicato per quanto riguarda reati di natura ambientale».
E soffermandosi sulle cause che hanno provocato quella alluvione, Spagnuolo ha, a più riprese, posto una serie di interrogativi lasciando chiaramente intendere le risposte: 
«Cosa sarebbe successo se gli uffici competenti avessero tenuto fede alle condotte imposte dall'ordinamento giuridico? E cosa sarebbe successo, se in località Cocari, la parte alta della città non fosse stata permessa tutta quella edificazione come la normativa in materia avrebbe voluto? E ancora, cosa sarebbe successo se a valle i canali ed i fossi non fossero stati ostruiti dalla mano dell'uomo?»
Tutti quesiti che portano, secondo il pm, ad una conclusione: se non ci fosse stata quell'urbanizzazione selvaggia che per anni ha caratterizzato l'intero territorio molto probabilmente le conseguenze di quel violento nubifragio sarebbero state meno disastrose. Nella sua discussione il Procuratore ha focalizzato gran parte del suo intervento su contrada Cocari, la zona residenziale della città, «che non gode assolutamente – ha sottolineato – di una immunità extraterritoriale... In questa zona sono state realizzate ville con piscine, senza alcuna opera di urbanizzazione. Si è consentito inoltre di costruire sui fossi Zufrò e Bravo. In particolare nel primo caso il torrente è stato sostituito da un tubo di appena 30 centimetri».
Spagnuolo prima di arrivare a chiedere il rinvio a giudizio per tutti i 15 imputati, ha brevemente ripercorso l'origine del grande evento alluvionale tornando a ribadire che la concentrazione d'acqua è stata in prossimità della cabina del gas di località Cocari. Una enorme massa d'acqua che non ha trovato i suoi sbocchi naturali, bensì ha trovato davanti a sè lottizzazioni, muri di recinzione, giardini, ville e fossi del tutto insufficienti a smaltire quella enorme valanga di melma che mano a mano si andava ingrossando. Il tutto ha provocato due grandi colate fuori da ogni controllo che hanno completamente invaso la Statale 18, il punto dove furono travolti e uccisi il piccolo Salvatore Gaglioti e le due guardie giurate.
 «Cosa sarebbe accaduto – si è chiesto ancora il Procuratore – se il territorio fosse stato posto sotto controllo, se i tecnici avessero fatto il loro dovere e il comandante della Polizia Municipale avesse posto sotto sequestro quelle opere abusive o fatto le dovute segnalazioni agli uffici tecnici?».
Infine, il procuratore ha ricordato che nel 2001 la Regione ha adottato il Pai, lo strumento che perimetra le zone a rischio. Ma gli enti istituzionali (Provincia, Comune e Consorzio industriale) secondo quanto accertato dalla Procura non avrebbero provveduto a disporne l'attuazione attraverso le valutazioni tecniche dei rispettivi uffici.
Nel corso della stessa udienza il procuratore ha provveduto a depositare la perizia Aronica-Scalamandrè relativamente allo studio sulle portate dei fossi. L'avv. Ernesto D'Ippolito, del foro di Cosenza, difensore degli indagati Ugo Bellantoni e Domenico Corigliano ha chiesto la nullità della richiesta di rinvio a giudizio perché non sufficientemente esplicitate le contestazioni. 
Nel procedimento in qualità di responsabili civili anche Comune con l'avv. Nicola Lo Torto e la Provincia con l'avv. Emilio Stagliano. Il giudice ha poi fissato le date delle prossime udienze per le discussioni della difesa: 28 maggio e 18 giugno."

Articolo di Nicola Lopreiato, Gazzetta del Sud del 08.05.2012

martedì 24 aprile 2012

TONNARA DI BIVONA: IN ITALIA E' IL PRIMO BENE "CONFISCATO"... ALLO STATO!!!

Come ben dice don Giacomo Panizza, i beni confiscati alla mafia, non sono solo beni economici. Sono di più, hanno una forte carica simbolica, sono beni “posizionali”, attraverso i quali la mafia ostenta potenza e prepotenza. Per tale ragione una volta confiscati il loro riuso non può che essere da "bene relazionale”, idonei a mettere in rapporto e in collaborazione persone e gruppi, enti e istituzioni. Così andrebbero considerati, perché così essi parlano e insegnano.

Con la Tonnara di Bivona accade il contrario: il Bene Monumentale Demaniale paradossalmente ... si può ben affermare che ad oggi rappresenti il primo bene "confiscato" allo Stato.


Ovviamente il dramma non è solo che tal tipo di "confisca" si possa rivelare come illegittima, ma che il suo "riuso" avviene appunto in modo "posizionale": in maniera del tutto autoreferenziale, viene usata per rieducare la "comunità divisa" a restare tale, ostentando la pre-potenza e la potenza della politica!
link: http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=54419&Edizione=11&A=20120424


Murales a Favelloni

giovedì 19 aprile 2012

AL VIA LA COSTITUZIONE DI UN GRUPPO PER ADERIRE AL COORDINAMENTO DI LIBERA ...

Libera-mente. E' questo il nome con il quale si vuole piantare il seme di Libera nel terreno della nostra area costiera, da troppo tempo ormai lasciato volutamente incolto.
E' una buona notizia, che divulghiamo come segno - forse l'unico ormai - di speranza.
Insomma ... potremmo non essere più soli, per cui auguriamoci che il tentativo abbia buoni esiti.


martedì 27 marzo 2012

PAGINA DI ANTONIO MONTESANTI: SOTTOPASSO A VIBO MARINA: TRANQUILLI, IL GABBIONE DI CEMENTO SOTTOFALDA E SOTTO IL LIVELLO DEL MARE, AVRA' IMPERMEABILE E FISCHIETTO!!!

Viste le dichiarazione fatte in conferenza stampa di presentazione del progetto del sottopasso di Vibo Marina, dispiace che i giornalisti non abbiano pubblicato una foto del progetto o chiesto lumi sul parere positivo espresso dall'Autorità di Bacino Regionale all'opera. Dai resoconti giornalistici non si comprendono bene alcune cose che fanno guardare con sospetto alla funzionalità effettiva dell'opera, che se non chiarite addirittura allarmano rispetto alla sicurezza dell'intero centro abitato.
Innanzitutto l'opera completata ... avrà "in alcuni punti" quote che saranno sotto il livello del mare e sottofalda, e del tutto inspiegabilmente non si comprende la sua altezza finale.

Insomma, il "gabbione" di cemento armato, che dovrà contenere il flusso pedonale e veicolare proveniente da una rampa a doppia corsia, un sottovia ferroviario ed una rampa d'accesso/ingresso (?) ... per far fronte ai "prevedibili" quanto dichiarati allagamenti ... e dunque mettere in sicurezza l'abitato da un simile intervento, verrà dotato di fondo un impermeabilizzato - essendo sotto il livello del mare - e di un avvisatore acustico che al primo allagamento ne impedirà l'accesso!
Veramente tranquillizzate! A parte che ad occhio e croce sembra uno di quei progetti il cui costo economico è stato sottostimato: per realizzare un'opera ingegneristica di tal fatta - che mette "così a rischio" il centro abitato - il costo ponderato sarebbe dovuto essere almeno del doppio! Non trascuriamo di considerare infatti che, per effetto della gara pubblica, vi sarà un ribasso d'aggiudicazione minimo del 35%, che unito agli ulteriori costi legati ad IVA e gara, fa sorgere spontanea una domanda: la sua (della struttura) e la nostra (dei residenti) sicurezza potranno essere garantite con circa 1 milione in meno dei 2,5 previsti? Poco rassicurante, vero?
Insomma, un progetto avviato male (che non ha in alcun modo pensato al più sicuro soprapasso o passaggio a livello) dalla scorsa giunta, viene tout-court fatto proprio dall'attuale!
Errare in continuità è davvero la migliore delle politiche di salvaguardia! C'è ormai da sperare soltanto che in quest'epoca di recessione, la Regione Calabria non trovi più i soldi per l'opera, promessi anni fa alla precedente giunta!
E' incredibile augurarsi ciò, ma ormai, in questa "zona franca" abituati come siamo a convivere con le disgrazie conseguenti alle spese irrazionali, che a questo punto è meglio augurarsi il peggio!
Ma ... per pura curiosità ormai, sarebbe interessante per noi leggere (per intero) il parere offerto dall'Autorità di Bacino sull'opera, visto che qualche mese addietro proprio la stessa Abr, accogliendo lo studio geologico del Comune, ha dichiarato l'intero territorio costiero a grave rischio alluvione, assegnandoci la "tanto ambita" classificazione R4! Non immaginiamo certo che sia stato adoperato un parere precedente alla riclassificazione, ma è legittimo conoscere quali siano state le motivazioni espresse nel parere positivo.
Se anche l'Abr, in zone classificate R4, rilascia parere favorevole ad un simile intervento strutturale sottofalda e sotto il livello del mare, solo perchè dotato di impermiabile e fischietto, vuol dire che qualcosa non funziona più davvero e che le sigle di rischio che apponeva un tempo con serietà, sono ormai oggi diventate delle medagliette di latta ... da attaccare sul petto orgoglioso degli amici del cemento e del "movimento terra"!

giovedì 22 marzo 2012

TRAGICO PENNELLO.

Come non riflettere sul fatto che ... mentre ieri mattina a Serra S. Bruno con la manifestazione di Libera si celebravano le vittime di 'ndrangheta, la sera a Vibo Marina, nel quartiere Pennello, la 'ndrangheta celebrava il suo dominio sui vivi, con dei kalashnikov!




"Uno scontro tra clan per il controllo del territorio e delle attività illecite. È l'ipotesi più accreditata tra gli inquirenti che stanno indagando sull'agguato in cui ieri sera ha perso la vita il 42enne pregiudicato Francesco Scrugli e sono rimasti feriti Rosario Battaglia, di 27 anni e Raffaele Moscato di 26, anche loro con precedenti penali. Secondo la Dda di Catanzaro che sta portando avanti le indagini – prima avviate dal sostituto procuratore di Vibo, Maria Gabriella Di Lauro – sarebbe in atto una vera e propria guerra di 'ndrangheta tra clan rivali confermate da una serie di delitti avvenuti nell'ultimo periodo nella provincia di Vibo. L'ultimo episodio sarebbe quello accaduto ieri sera. Una prima ricostruzione di quanto accaduto è stata fatta dai carabinieri della compagnia Vibonese che per tutta la notte hanno interrogato conoscenti e familiari delle persone coinvolte nell'agguato. Da quanto è emerso Scrugli intorno alle 19,30 mentre entrava, in compagnia dei suoi due amici, in un'abitazione di via Arenile, nella frazione della marina di Vibo – di proprietà di uno dei due –  è stato raggiunto dai sicari – sembra due – che hanno fatto subito fuoco all'indirizzo dei tre. Dalle analisi sarebbero stati esposi una trentina di colpi sparati da un kalashinikov e, non da due pistole, come precedentemente si era pensato. Scrugli, che è stato raggiunto in diverse parti del corpo, è morto all'istante. I due feriti sono stati soccorsi e accompagnati nell'ospedale “Jazzolino” dove sono stati medicati. Battaglia è rimasto ferito, non gravemente, a una spalla e a una gamba. Mentre l'altro uomo ha riportato ferite ad braccio. 
Francesco Scrugli, considerato affiliato alla 'ndrina Lo Bianco di Vibo, era già sfuggito ad un agguato lo scorso 11 febbraio. In quell'occasione l'uomo, rimasto coinvolto nel processo “Nuova Alba” e nell'operazione “Nasti Embassy” contro il clan vibonese, si era salvato per un pelo: il colpo di pistola che lo aveva ferito al collo non era risultato fatale. 
Vertice in Prefettura per la sicurezza
Intanto questa mattina si è svolto un incontro di coordinamento delle forze di polizia convocato d'urgenza dal prefetto, Michele Di Bari, per esaminare i gravi fatti di sangue avvenuti ieri nel Vibonese. Un vertice che si è concluso con la decisione di intensificare le misure di vigilanza dei territori interessati dagli eventi delittuosi, «attraverso – si legge in una nota della Prefettura – mirati e straordinari controlli da parte delle Forze dell'ordine territoriali, con l'ausilio dei reparti anticrimine della polizia di stato e del gruppo operativo dei carabinieri»".
Tratto da: 22/03/2012 16:50/Corriere della Calabria.

martedì 20 marzo 2012

TONNARA DI BIVONA: LA STORIA NON SI PUO' NASCONDERE...

Bivona 1892 - 1: Tonnaja Vecchia; 2: Tonnaja Nuova 
Pochi conoscono la Tonnara di Bivona, la sua storia ed il suo valore monumentale; ancor meno sono coloro che conoscono la storia della Tonnara precedente... alla attuale Tonnara (Scarica il libro gratuitamente!)
Alla fine dell'800 il nucleo abitativo di Bivona era costituito addirittura solo dalle due Tonnare, la Vecchia e la Nuova, ed intorno ad esse v'era solo arenile e terra aratoria.


Crediamo di fare cosa utile nel far "vedere" qual'era l'antica disposizione delle due Tonnare pubblicando l'immagine di una PLANIMETRIA redatta il 23 luglio 1892 dal Perito Geometra Francesco RAHO, Ricevitore del Registro di Monteleone, per localizzare "due zone di terreno arenile siti nella Marina di Bivona, venduti dal Demanio dello Stato al Sig. PICCOLO Vincenzo di Giuseppe da S. Pietro". Un disegno particolareggiato, con tanto di "schizzo delle sue adiacenze col passaggio della ferrovia" e tra questa... ecco apparire le due tonnare!
Incredibile vero? La planimetria è una recente quanto inedita scoperta d'archivio, ma la divulghiamo con piacere. Nel 1892 Bivona di S. Pietro era costituita urbanisticamentesolo da due Tonnare divise tra loro dalla linea ferroviaria! Oggi potete facilmente collocare i palazzi che occupano l'area dell'antica tonnara (vedi GoogleMaps) e tutti quelli che circondano la nuova!
Bivona nel 2012 - 1: Tonnara scomparsa; 2: Tonnara salvata
Solo pochissime persone, le più anziane sopravvissute al boom delle seconde case, ne ricordano i resti: della tonnara antica, meno monumentale ma ben più grande e possente, non è rimasto più nulla, nel silenzio più totale degli stessi abitanti di Bivona. Questo dimostra che l'essere residenti in quel sito non è affatto garanzia della sopravvivenza della seconda ... anzi, il contrario.
La cosa incredibile che paradossalmente dopo 117 anni dalla redazione di questa mappa, nonostante i tanti soldi spesi dal 1990 per il suo recupero, la Tonnara rimane vittima di un destino "irrecuperabile".
Il 30 marzo scadrà la proroga (di 90gg.) della convenzione provvisoria (90gg.), d'uso della Casa del Rais, mentre non vi sono notizie sul temporaneo "posto fisso" di Polizia Municipale, che comprende l'intero primo piano del monumento. Sembra che entrambi gli usi provvisori saranno provvisoriamente prorogati, mentre nessun passo è stato compiuto per ripristinare la legittimità degli attuali usi. E' incredibile l'imprudenza della politica, che nel silenzio pretende di nasconderne la storia ... come se la storia possa essere nascosta!


sabato 10 marzo 2012

TONNARA DI BIVONA: UN "PIENO" DI PESCATORI ... MENTRE I CONSIGLIERI COMUNALI "DESERTANO"!!!

E' stato emozionante oggi vedere la Tonnara di Bivona strapiena di pescatori provenienti dall'intero compartimento marittimo. E' stato come vedere una visione  "prendere corpo": la Tonnara che diventa luogo in cui  l'intera comunità marittima regionale avvia percorsi di recupero delle identità e concretizzi percorsi di valorizzazione.
Questa ottima occasione, ovviamente la si deve al Comandante Marzio, della Capitaneria di Porto, che unitamente all'Ufficiale Pesca ed al Nostromo del Porto, hanno scelto i locali della Tonnara come sede di un importante incontro con le associazioni dei pescatori riunite nell'ACI - Alleanza Cooperative Italiane (Lega Pesca/Legacoop - Federcoopesca/Confcooperative e Agci/Agrital), incontro utile per infomare e rendere operativo il Piano di Gestione Locale del versante tirrenico della Calabria, che si prospetta come una grande opportunita' per integrare attivamente i pescatori nelle complesse e multisettoriali strategie di gestione delle risorse del mare.

Ovviamente all'incontro non c'era nessuno dell'Amministrazione Comunale, ed è stato un peccato perchè era l'occasione giusta per comprendere quante occasioni  l'uso illegittimo di quel monumento potrebbe impedire se non addirittura far perdere! Ricordiamo, nella speranza che qualcuno voglia finalmente usare la testa, che tantissime sono le opportunità in gioco, tutte legate, oltre ai PGL del quale si è discusso oggi, all'uso dei Fondi Europei della pesca Fep/Gac - con capofila proprio il Parco Marino Regionale "Costa degli Dei" - che da qui al 2020 programmerà e concretizzerà il futuro sviluppo del nostro compartimento marittimo in attività da proporre capaci di mantenere la prosperità economica e sociale del territorio costiero; per preservare e incrementare l’occupazione nelle zone di pesca sostenendo la diversificazione e l'ecocompatibilità del settore; per promuovere la qualità dell’ambiente e la cultura del mare;  rivitalizzare e sviluppare i paesi costieri con storiche attività pesca; preservare e migliorare il patrimonio naturale e architettonico. 

Insomma, ci sarebbe tanta attività da compiere, tanto da trasformare gli storici locali della Tonnara in un vero e proprio "cantiere aperto" di idee e programmi utili a dare un forte impulso culturale e umano, tale da rendere la nostra città un esempio europeo di buona prassi! Tra l'altro, nel GAC "Costa degli Dei" un progetto da implementare è tutto legato al Museo della Tonnara, con risorse spendibili proprio per valorizzare la nostra cultura del mare. Certo, qualcuno dell'amministrazione comunale avrà chiesto all'associazione "x" (che fino al 30 marzo ha in concessione provvisoria 1/3 della Tonnara) di ospitare l'evento, perchè in verità l'uso finora fattone è stato ben diverso.
Abbiamo infatti assistito inebetiti nei giorni scorsi a sfilate di mascherine carnevalesche, ed a conferenze stampa legate alla manifestazione contro la stessa amministrazione comunale (manifestazione giustissima del resto, ma la scelta del sito era tutt'altro che opportuna!) della quale abbiamo detto nel post scorso!
Così come ancora inebetiti assistiamo a quella che è proprio un'indebita occupazione di un intero piano della Tonnara per un fantomatico "posto fisso estivo" di Polizia Municipale, che di fatto occupa i locali per 12 mesi l'anno.
E' paradossale vero,  scoprire  la sorprendente vitalità del mondo legato al mare, del tutto sottostimata da una classe politica del tutto demotivante, se non addirittura distruttiva. 
Per meglio comprendere la nostra delusione riportiamo integralmente la Deliberazione n. 9 del 28 febbraio scorso (estratta dall'Albo Pretorio Online), della seduta del Consiglio Comunale nella quale si è discusso dell'OdG del Consigliere Stefano Luciano, che con serietà ha fatto proprie tutte le nostre perplessità su quanto accade intorno all'uso di quel Monumento Identitario. Scoprirete come una seduta iniziata alle 16,00 con 29 consiglieri su 41 (sindaco compreso), con un tema importante perchè mette in discussione non solo la visione di una corretta valorizzazione del nostro monumento storico, ma anche la legittimità degli atti compiuti, ebbene ...  circa mezz'ora dopo scendono a 15 consiglieri presenti, ridottisi soltanto a 10 la mezz'ora successiva, seduta comunale che terminerà alle 18,10 per mancanza del numero legale!!!
  






Incredibile vero? Per completare il paradosso, consigliamo la lettura di una determina del settore 2 e 5, che abbiamo allegato alla fine del pdf, la quale rende noto che ... per gli arredi e le attrezzature informatiche "necessari" per allestire all'interno delle tre grandi sale espositive del primo piano della Tonnara di Bivona il fantomatico "posto fisso estivo" di Polizia Municipale, si è spesa una cifra di poco inferiore ai 7 mila euro.
Ci domandiamo: ma prima o poi, qualcuno, in questa città ... comincerà ad usare la testa? 

giovedì 8 marzo 2012

L'ELOGIO DEL NULLA: STATE FERMI, PER CARITA'!


E così, come dicevano gli antichi, "mentre Roma discute Sogunto viene espugnata". Il problema delle nostre condizioni è ben più complesso da affrontare: per inquadrarlo nella più generale situazione di degrado della città, approfittiamo delle attente riflessioni inviateci da un nostro assiduo lettore, Gino Citton, che volentieri pubblichiamo:

"Ho aspettato tutto questo tempo, dal lontano aprile 2010, prima di esprimere un giudizio sull’Amministrazione Comunale di Vibo Valentia per lasciare alla stessa tutto lo spazio necessario e per  non incorrere, nel mio piccolissimo, nell’accusa che nel 1996 fu rivolta agli anti berlusconiani: non li avete lasciati lavorare! … Con le conseguenze che ne sono derivate dopo che glielo abbiamo lasciato fare …
Quello che adesso posso dire è che l’Amministrazione in carica di Vibo Valentia ha fatto poco e niente ed il peggio non è sul niente, ma sul poco che è stato fatto, ma spieghiamo …
Che non si sia fatto niente (nonostante le promesse) in campo nettezza urbana e raccolta differenziata e che Vibo non sia mai stata così sporca, non è un dramma irreparabile, è un problema. Vuol dire che inviteremo agli Amministratori degli altri Comuni della Provincia (visto che la raccolta differenziata è partita quasi dovunque meno che a Vibo) a dare lezione ai saccenti amministratori di Vibo … 
Che la villa comunale, nei suoi centocinquanta anni circa di storia, è stata per la prima volta interdetta ai vibonesi non è irreparabile! Almeno così – dati i tempi - si conserva intatta per i posteri …
Che la viabilità comunale sia un disastro non è poi la fine del mondo e potrebbe anche essere un vantaggio: alla prossima Parigi – Dakar o al Camel Trophy o nei futuri rallies internazionali potremmo vedere vincitori, anziché i soliti finlandesi, i piloti vibonesi che, sulla scorta dell’esperienza acquisita non avranno rivali (buche incredibili, strade come mulattiere, strettoie, deviazioni e gincane improvvise per automobili posteggiate nei luoghi più impensabili ed imprevedibili o per la presenza di sacchi della spazzatura, animali come ratti e cani randagi che stazionano in centro carreggiata, indigeni pericolosi, non perché adoperino le frecce, ma proprio perché non ne conoscono l’uso, ecc) …
Ma il vero problema è per quello che hanno fatto o minacciano di fare!
Tempo fa, in un mio scritto pubblicato sul Quotidiano, avevo voluto gridare il mio disappunto per la distruzione del selciato storico di via Guglielmo Marconi che aveva resistito agli anni ed ai terremoti ma non a questi Amministratori. Leggo adesso sui giornali l’inaugurazione e riapertura della strada in pompa magna e con paroloni roboanti! Ma di cosa si vantano  se è stata stravolta, svilita ed imbruttita! Le pietre lavorate dagli scalpellini vibonesi si sono ridotte della metà per lasciare spazio ai lati a orribili strisce nere di pietra lavica (o qualcosa del genere) che nulla hanno a che fare con la storia, la cultura e la tradizione vibonese e che già deturpano corso Vittorio Emanuele III! E adesso?!?
Qualcuno è andato a vedere cosa è stato fatto dell’antica, storica, caratteristica scalinata della Cerasarella  (che mi ha dato i natali! Sigh!) – ultimo tratto - ???. Il commento lo lascio ad una sua foto che è apparsa in alcuni locali pubblici della zona con accanto la scritta: “PERCHE’?” … Non ci sono parole. 
E che dire di Viale Matteotti? Adesso bisognerà cambiargli il nome visto che gli alberi sono stati tagliati tutti! Erano un po’ di verde in mezzo al cemento ma, evidentemente, davano fastidio a qualche automobilista viboniano che non trovava abbastanza spazio sul marciapiede per posteggiare!
Adesso da Palazzo Razza viene fuori la voce che si vuole demolire il mercato coperto perché pericolante!!! Come possa essere a rischio di crollo una struttura a piano terra, in gran parte senza tetto ed in ferro, vorrei mi fosse spiegato perché, nella mia ignoranza, non lo capisco. Ci vorranno interventi di manutenzione, di adeguamento, di miglioramento, semplicemente di cura, ma perché la demolizione?!? Mi risulta che pochi anni fa il Comune ci ha speso bei soldi e ne ha a disposizione altri … Forse perché – come qualcuno insinua – ci sono altri interessi? Certo sarebbe un delitto imperdonabile. Il mercato coperto, con i suoi odori, colori, suoni, è una delle più pittoresche realtà della tradizione vibonese. Non per nulla, specialmente durante l’estate è pieno di turisti intenti a fotografarlo.
In collegamento, poi, con i fatti del mercato coperto e di via Marconi c’è la genialata di piazza Morelli! Questa piazzetta è rimasta, almeno fino ad oggi, indenne alle incursioni dei vandali viboniani ed ha un aspetto grazioso e decoroso. Questo evidentemente dà fastidio ed alcuni Amministratori vogliono spostarci il mercato con l’inesorabile conseguenza di rovinarla: nonostante la massima attenzione, infatti, basta un’arancia o un pomodoro spiaccicato per terra ad imbrattarla, irreparabilmente accumulandosi negli interstizi. Vero è che in passato vi si svolgeva la vendita anche di prodotti della terra ma ciò non accadeva più da tanti anni e, in vero, nessuno ne sentiva la mancanza … Meglio sarebbe cercare di rivitalizzare Barattella o qualcosa di simile.
A questo punto mi viene in mente il logo utilizzato dalla mia amica Daniela su Facebook: Mafalda che urla “BASTA!”. Proprio cosi, mi verrebbe da urlare “BASTA!”, ma voglio rivolgere una preghiera ai nostri Amministratori: lasciate stare, non vi preoccupate più, partecipate a convegni, cerimonie, dibattiti, incontri,  ma fermatevi, non provatevi a fare altro, fate quello che vi è riuscito meglio fino adesso: nulla. Riusciremo a sopravvivere ed aspetteremo insieme, pazientemente, che trascorrano questi altri due anni, forse in forma incolore, ma almeno e  sicuramente in maniera indolore …"
Gino Citton