giovedì 29 giugno 2017

2017. PINI. Maura Pini. Italy. Puglia. Monte Sant'Angelo. Tomba di Rotari o Battistero di San Giovanni in Tumba .

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L'EUROPA E L'ITALIA DEI CULTI MICAELITICI 

I PERCORSI EUROPEI IN NOME DELL'ARCANGELO MICHELE



Maura Pini ha aggiunto 12 foto all'album: Tomba di Rotari o Battistero di San Giovanni in Tumba .Monte Sant'Angelo- Battistero di San Giovanni in Tumba o Tomba di Rotari. - Accanto all'abside ormai esposto agli elementi della antica chiesa di San Pietro, che si allinea alla facciata della chiesa di Santa Maria Maggiore, si apre l'ingresso a quella detta una volta tomba di Rotari, a causa di una interpretazione in tal senso di una iscrizione dedicatoria che si trova sulla porta interna:

INCOLA MONTANUS PARMENSIS PROLE PAGANUS ET MONTIS NATUS RODELGRIMUS VOCITATUS HANC FIERI TUMBAM IUSSERUNT HI DUO PULCHRAM.

In Rodelgrimus si intese Rotari, il re longobardo, mentre l’iscrizione parla di un certo Pagano originario di Parma e di un tal Rodelgrimo, originario del Gargano, i quali in un documento del 1109 sono stato identificati dal Carabellese (1905) come due cognati che avrebbero commissionato l’opera, più esattamente l’ultima fase di costruzione di un’opera che avrebbe avuto inizio con la costruzione di una chiesa dedicata al Battista fra l’VIII e Il IX sec. 

L’altro errore interpretativo consiste nell’aver interpretato la parola “tumbam” del testo come tomba, mentre il significato originario della parola è “cupola”. Comunque è interessante sottolineare che l’attribuzione a tomba o a battistero fan riferimento sempre ad una questione di trapasso o meglio di trasformazione ad una forma spirituale superiore, almeno per il pensiero cristiano. 

"L'edificio ha la forma di cubo, con l'abside rivolta ad oriente - in parte ricavata nel banco roccioso- e le pareti scavate da profonde strombature archiacute. 

Sul corpo compatto, di conci di pietra calcarea perfettamente squadrati, si ergono blocchi geometrici di misura digradante verso l'alto, mano mano di forma differente. 

Il risultato è quello di una volumetria fortemente verticalizzata, illuminata dai due ordini di finestre che si aprono lungo il tamburo ottagonale. 

Su quest'ultimo si erge la straordinaria cupola estradossata ad anelli concentrici in tufo, in cui si avverte una nota islamica,.....

Si tratta nel complesso di una costruzione di grande suggestione, un vero e proprio unicum, per il quale sono stati proposti di volta in volta rimandi alle tipologie dei mausolei fatimidi, alle cube siciliane, ai minareti islamici, alle tipiche costruzioni cupolate pugliesi, ai battisteri delle chiese crociate in Terra santa (in particolare alla solenne spazialità dell'Anastasìs di Gerusalemme), a esperienze borgognone e alverniati........ 

Intorno al Mille la costruzione doveva essere limitata al solo dado della galleria a pianterreno che s'arrestava alla cornice rimarcata dai bassorilievi al di sopra delle arcate a sesto acuto, su cui si ergeva una cupola. 

A seguito del crollo della copertura originaria, ai primi del XII secolo intervennero i due committenti-Pagano e Rodelgrimo- che vollero imprimere all'edificio una maggior spinta ascensionale, si spiegano così la diversità di stili fra la galleria a pianterreno e la parte superiore dell'edificio, una archiacuta, l'altra a pieno centro. 

Il passaggio, architettonicamente ardito e di grande effetto avviene mediante un'elaborata articolazione in sequenza che vede, nel progressivo restringimento dal basso all'alto: il corpo cubico scandito dagli arconi acuti che si contraggono agli angoli mediate pennacchi a tromba, la galleria coperta da volta a botte che in origine girava intorno all'edificio (con una funzione in parte assimilabile a quella di un matroneo), due cornici marcapiano riccamente ornate da motivi geometrici e vegetali, il tamburo coi suoi due ordini di finestre, la cupola parabolica ... 

Ascivibili ad un momento posteriore sono gli interventi tuttora visibili nella parete settentrionale, che poggia sul banco roccioso nel quale è scavata una sorta di grotta chiusa in alto da una lastra circolare….. 

Ad arricchire le già complesse vicende costruttive del monumento si aggiunge la presenza di una vasca circolare, rinvenuta durante la campagna di restauri del 1891. 
Scavata da tre gradini e dotata di un foro sul fondo per il deflusso delle acque, era verosimilmente parte di una costruzione tardo antica e forse in linea con la sua destinazione a battistero, funzione abbandonata con la riedizione architettonica tardoromanica avviata nel XII sec.”

La porta che immette al San Giovanni è sormontata da due lastre, simili ad un architrave con sovrastante lunetta, che paiono non essere pensate per quel portale, ma autonome o prelevate da altro contesto. 
Rappresentano scene della Passione di Cristo. Sono veramente, per la forza espressiva, che rompe con la fissità della tradizione bizantina, una delle più belle opere scultoree dell’arte medioevale. 
La Deposizione è significativa almeno quanto quella dell’Antelami nel duomo di Parma o quella di Nicola Pisano a Lucca in S. Martino.

Molto interessanti anche l'apparato scultoreo dell'interno, fra cui i capitelli delle colonne e dei pilastri: un movimentato sacrificio di Abramo, cui segue figura sopra asino rivolti verso Occidente; si dice che se l’asino fosse rivolto verso Oriente (come a san Leonardo in Lama Volara) rappresenterebbe Baalam che predice la nascita di Gesù, ma poiché è rivolto in direzione opposta dovrebbe rappresentare Gesù che entra a Gerusalemme (Fischetti). 

Nel pilastro successivo figura femminile con ruota in mano, in cui si vuol vedere S. Caterina d’Alessandria con lo strumento del suo martirio, spezzata per l’intervento di San Michele. 

C’è anche un capitello di notevole bellezza con l’Annunzio dei pastori ed altri con protomi e motivi vegetali. 

Misteriosi personaggi femminili, negli altorilievi situati sul cornicione sovrastante il secondo ordine di finestre, sono identificabili con Vizi o Virtù. 
Si conservano anche tracce di affreschi del XIII - XIV sec.

[le parti fra virgolette sono state riprese da pannelli informativi in loco]



1. Tomba di Rotari- ingresso, accanto all'abside dell'antica chiesa di San Pietro. [foto di Maura Pini]



2. Tomba di Rotari-La porta che immette al San Giovanni è sormontata da due lastre, simili ad un architrave con sovrastante lunetta, che paiono non essere pensate per quel portale, ma autonome o prelevate da altro contesto. Rappresentano scene della Passione di Cristo. Sono veramente, per la forza espressiva, che rompe con la fissità della tradizione bizantina, una delle più belle opere scultoree dell’arte medioevale. La Deposizione è significativa almeno quanto quella dell’Antelami nel duomo di Parma o quella di Nicola Pisano a Lucca in S. Martino.[foto di Maura Pini]


3. Tomba di Rotari- siamo in presenza di una volumetria fortemente verticalizzata, illuminata dai due ordini di finestre che si aprono lungo il tamburo ottagonale. Su quest'ultimo si erge la straordinaria cupola estradossata ad anelli concentrici in tufo, in cui si avverte una nota islamica,.....Si tratta nel complesso di una costruzione di grande suggestione, un vero e proprio unicum, per il quale sono stati proposti di volta in volta rimandi alle tipologie dei mausolei fatimidi, alle cube siciliane, ai minareti islamici, alle tipiche costruzioni cupolate pugliesi, ai battisteri delle chiese crociate in Terra santa (in particolare alla solenne spazialità dell'Anastasìs di Gerusalemme), a esperienze borgognone e alverniati.......[foto di Maura Pini]


4. Tomba di Rotari- capitelli di pilastri- da destra, un movimentato sacrificio di Abramo, cui segue figura sopra asino rivolti verso Occidente; si dice che se l’asino fosse rivolto verso Oriente (come a San Leonardo in Lama Volara) rappresenterebbe Baalam che predice la nascita di Gesù, ma poiché è rivolto in direzione opposta dovrebbe rappresentare Gesù che entra a Gerusalemme (Fischetti). [foto di Maura Pini]


5. Tomba di Rotari- parete settentrionale, che poggia sul banco roccioso nel quale è scavata una sorta di grotta chiusa in alto da una lastra circolare…[foto di Maura Pini]


6. Tomba di Rotari- capitello di pilastro- figura femminile con ruota in mano, in cui si vuol vedere S. Caterina d’Alessandria con lo strumento del suo martirio, spezzata per l’intervento di San Michele.[foto di Maura Pini]


7. Tomba di Rotari- capitello di colonna- di notevole bellezza con l’Annunzio dei pastori. [foto di Maura Pini]


8. Tomba di Rotari- pareti scavate da profonde strombature archiacute, tracce di affreschi del XIII-XIV sec. [foto di Maura Pini]


9. Tomba di Rotari- capitello di colonna con con protomi e motivi vegetali. [foto di Maura Pini]


10. Tomba di Rotari- Misteriosi personaggi femminili, negli altorilievi situati sul cornicione sovrastante il secondo ordine di finestre, sono identificabili con Vizi o Virtù.[foto di Maura Pini]


11. Tomba di Rotari- il motivo di questo capitello di colonna si trova ripetuto più volte nei capitelli del San Michele di Pavia e della sua cripta. [foto di Maura Pini]


12. Tomba di Rotari- vasca circolare, rinvenuta durante la campagna di restauri del 1891, vicino all'ingresso. Scavata da tre gradini e dotata di un foro sul fondo per il deflusso delle acque, era verosimilmente parte di una costruzione tardo antica e forse in linea con la sua destinazione a battistero, funzione abbandonata con la riedizione architettonica tardoromanica avviata nel XII sec. [foto di Maura Pini]









1. Tomba di Rotari- ingresso, accanto all'abside dell'antica chiesa di San Pietro. [foto di Maura Pini]



2. Tomba di Rotari-La porta che immette al San Giovanni è sormontata da due lastre, simili ad un architrave con sovrastante lunetta, che paiono non essere pensate per quel portale, ma autonome o prelevate da altro contesto. Rappresentano scene della Passione di Cristo. Sono veramente, per la forza espressiva, che rompe con la fissità della tradizione bizantina, una delle più belle opere scultoree dell’arte medioevale. La Deposizione è significativa almeno quanto quella dell’Antelami nel duomo di Parma o quella di Nicola Pisano a Lucca in S. Martino.[foto di Maura Pini]


3. Tomba di Rotari- siamo in presenza di una volumetria fortemente verticalizzata, illuminata dai due ordini di finestre che si aprono lungo il tamburo ottagonale. Su quest'ultimo si erge la straordinaria cupola estradossata ad anelli concentrici in tufo, in cui si avverte una nota islamica,.....Si tratta nel complesso di una costruzione di grande suggestione, un vero e proprio unicum, per il quale sono stati proposti di volta in volta rimandi alle tipologie dei mausolei fatimidi, alle cube siciliane, ai minareti islamici, alle tipiche costruzioni cupolate pugliesi, ai battisteri delle chiese crociate in Terra santa (in particolare alla solenne spazialità dell'Anastasìs di Gerusalemme), a esperienze borgognone e alverniati.......[foto di Maura Pini]


4. Tomba di Rotari- capitelli di pilastri- da destra, un movimentato sacrificio di Abramo, cui segue figura sopra asino rivolti verso Occidente; si dice che se l’asino fosse rivolto verso Oriente (come a San Leonardo in Lama Volara) rappresenterebbe Baalam che predice la nascita di Gesù, ma poiché è rivolto in direzione opposta dovrebbe rappresentare Gesù che entra a Gerusalemme (Fischetti). [foto di Maura Pini]


5. Tomba di Rotari- parete settentrionale, che poggia sul banco roccioso nel quale è scavata una sorta di grotta chiusa in alto da una lastra circolare…[foto di Maura Pini]


6. Tomba di Rotari- capitello di pilastro- figura femminile con ruota in mano, in cui si vuol vedere S. Caterina d’Alessandria con lo strumento del suo martirio, spezzata per l’intervento di San Michele.[foto di Maura Pini]


7. Tomba di Rotari- capitello di colonna- di notevole bellezza con l’Annunzio dei pastori. [foto di Maura Pini]


8. Tomba di Rotari- pareti scavate da profonde strombature archiacute, tracce di affreschi del XIII-XIV sec. [foto di Maura Pini]


9. Tomba di Rotari- capitello di colonna con con protomi e motivi vegetali. [foto di Maura Pini]


10. Tomba di Rotari- Misteriosi personaggi femminili, negli altorilievi situati sul cornicione sovrastante il secondo ordine di finestre, sono identificabili con Vizi o Virtù.[foto di Maura Pini]


11. Tomba di Rotari- il motivo di questo capitello di colonna si trova ripetuto più volte nei capitelli del San Michele di Pavia e della sua cripta. [foto di Maura Pini]


12. Tomba di Rotari- vasca circolare, rinvenuta durante la campagna di restauri del 1891, vicino all'ingresso. Scavata da tre gradini e dotata di un foro sul fondo per il deflusso delle acque, era verosimilmente parte di una costruzione tardo antica e forse in linea con la sua destinazione a battistero, funzione abbandonata con la riedizione architettonica tardoromanica avviata nel XII sec. [foto di Maura Pini]


Commenti

Giovanni Pititto


Giovanni Pititto Complimenti vivissimi, per la qualità; e ringraziamenti a Maura Pini. Lo studioso cui si deve nel tempo una maggiore attenzione al monumenti micaelici in Monte Sant'Angelo ed in genere in tutta Europa fu Francesco Paolo Fischetti. Di cui ho piacere constatare Maura conosca ed usi. Di Fischetti Ampia bibliografia. Da cui qui indico solo 2 opere: 


Livello bibliografico Monografia

Tipo documento Testo a stampa
Autore principale Fischetti, Francesco Paolo
Titolo Mercurio, Mithra, Michael : la civilta rupestre del Gargano : magia, mito e misteri nella Grotta dell'Arcangelo : prima pubblicazione di iscrizioni e affreschi paleocristiani e longobardi / Francesco Paolo Fischetti
Pubblicazione Monte Sant'Angelo : Tip. La garganica, stampa 1973
Descrizione fisica 292 p. : ill. ; 25 cm + 1 estr. (P. 291-295)
Numeri 
· [BNI] 738381
Nomi 
· [Autore] Fischetti, Francesco Paolo
Soggetti 
· Monte Sant'Angelo - Santuario di San Michele Arcangelo
Classificazione Dewey 
· 231.73 (17.) MIRACOLI, LUOGHI MIRACOLOSI
· 231.73 (18.) MIRACOLI, LUOGHI MIRACOLOSI
Lingua di pubblicazione ITALIANO
Paese di pubblicazione ITALIA
Codice identificativo IT\ICCU\SBL\0450296

Livello bibliografico Monografia

Tipo documento Testo a stampa
Autore principale Fischetti, Francesco Paolo
Titolo Il Santuario garganico dell'Apocalisse e la Tribuna di S. Giovanni Battista in Tomba (detta di Rotari) : dramma liturgico e simbologia : comunicazione alla Società dauna di cultura al Centro di studi garganici / Francesco Paolo Fischetti
Pubblicazione Monte Sant'Angelo : Tip. La garganica, 1972
Descrizione fisica 102 p. : ill. ; 25 cm
Note generali 
· Contiene: Il Gargano non è Pugno Chiuso.
Numeri 
· [BNI] 73978
Nomi 
· [Autore] Fischetti, Francesco Paolo
Soggetti 
· Gargano
Classificazione Dewey 
· 231.73 (17.) MIRACOLI, LUOGHI MIRACOLOSI
· 231.73 (18.) MIRACOLI, LUOGHI MIRACOLOSI
Lingua di pubblicazione ITALIANO
Paese di pubblicazione ITALIA
Codice identificativo IT\ICCU\SBL\0432725

Giovanni Pititto Alla cortese attenzione di Maura Pini : lo studio comunque che per motivi personali può trovare maggiormente interessante, del medesimo Autore, è: Livello bibliografico Monografia


Tipo documento Testo a stampa

Autore principale Fischetti, Giovanni Paolo
Titolo S. Giovanni in Borgo a Pavia e la tomba di Rotari a Monte Sant'Angelo / Francesco Paolo Fischetti
Pubblicazione Torino : Tip. Scaravaglio, [1973?]
Descrizione fisica 23 p. : ill. ; 22 cm
Nomi 
· [Autore] Fischetti, Giovanni Paolo
Soggetti 
· Pavia - S. Giovanni in Borgo
Lingua di pubblicazione ITALIANO
Paese di pubblicazione ITALIA
Codice identificativo IT\ICCU\RML\0061651 (reperibile in varie biblioteche, tra cui le sottoindicate)
Civica biblioteca archeologica e numismatica - Milano - MI
Biblioteca del Seminario vescovile di Pavia - Pavia - PV
Biblioteca Universitaria - Pavia - PV

 Maura Pini

Maura Pini Grazie. Conosco il luogo dove dicono sorgesse la chiesa di San Giovanni in Borgo, demolita al tempo della costruzione del Collegio Borromeo. Ho visto che lo studio del Fischietti dovrebbe trovarsi presso la Biblioteca Universitaria.

 Giovanni Pititto

Giovanni Pititto Fischetti, che ho qui, ha la caratteristica di assemblare vari brani da opere rare ormai del tutto desuete. Da patristica a scuola tedesca. Ma è l'unico a porre in giusto rilievo tutta la stemmatica teologica e cultuale dell'Arcangelo Michele = Anubi. Ermes = Mithra - Cristo.

 Maura Pini

Maura Pini Fischetti nel suo libro “Mercurio, Mitra, Michael” dice:”Il cristianesimo non viene ad aggiungere i suoi misteri e i suoi dogmi alle credenze anteriori ed estranee; fondato sulla realtà storica di Dio fatto uomo e depositario di una verità rivelata, il cristianesimo infonde alle immagini ed ai simboli universali la vita; non li nega, riconoscendo in questi elementi una certa validità che li faceva degni di essere salvati. Così l’arcangelo ha preso alcune funzioni di divinità pagane, epurandole, magnificandole in una luminosa finalità di grazia e giustizia, di verità (Quis ut deus?) e di carità, che va al di là della giustizia (la bilancia)”



giovedì 11 maggio 2017

2011. SANTINI. GEOGRAFICA. Pegli. Villa Centurione-Doria. Museo Navale. Paolo Santini.


Rivista in formato E-Book
Rif.: 2281-1109-01
ISSN 2281-1109
Prezzo: €9,99 (incluso 4 % I.V.A.)
   
ARCHIVIO STORICO DELLA CALABRIA
Nuova serie

Fra i contenuti:




Paolo Santini, "Atlas universel dressé sur les meilleures cartes modernes".




- Carta rappresentata: "Carte d(e)s Etats de Parme et de Modène, avec la partie orientale de la Rivière de Génes", opera di P. Santini, 1779. - Libro a stampa, 1776-1784. [Dono di Gio. Batta Bibolini, 1923. / N.I.M.N. 6BIA].





Esemplare nel Museo Navale di Genova-Pegli.

(Copia didascalia: GP)


Per le immagini degli interni della Villa Doria e delle Collezioni del Museo Navale in Pegli : Courtesy Istituzione Musei del Mare e della Navigazione - Museo Navale di Pegli - Genova. Si ringrazia la Direzione di: Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e della Navigazione - Comune di Genova. In particolar modo la Curatrice del Museo Navale di Pegli. (Autorizzazione 19 luglio 2011)
.





___________________
NOTE (a cura di GP)

Su Paolo SANTINI, geografo. Opere: 

(Le note sul:

"Nouvelle Mappe Monde..." non riguardano l'opera di cui sopra immagine).

Francesco & Paolo SANTINI
(Venezia - 1776 circa)
 
Titolo
Nouvelle Mappe Monde dediee au progres de nos connoissances

Descrizione
Mappamondo scientifico a due emisferi, estremamente raro e splendidamente inciso. La mappa è realizzata considerando come primo meridiano quello che attraversa Parigi. I due emisferi sono ruotati di 45 gradi sul loro asse in modo da delimitare in uno le acque, nell’altro le terre. Questo effetto crea un “Emisfero Terrestre” con gli stati dell’emisfero settentrionale, l’Africa e buona parte del Sud America, mentre l’ “Emisfero Marino” mostra le Indie Orientali, l’Australasia e il Pacifico, nonché l’estremità meridionale del Sud America. Non sorprende il fatto che, come conseguenza della sperimentazione attuata dalla scuola francese di cartografi teoretici, Parigi si trovi "precisement au centre de tous les continents du monde." Questa proiezione insolita, ispirata al lavoro della Reale Accademia delle Scienze Francese , enfatizza anche la continuità dei continenti. Questo tema è in linea con le primissime opere realizzate dai cartografi francesi scientifici, tra cui Philippe Buache, e riprende i tipici concetti teoretici, tra cui il 'Mer de l'Ouest' ed altri fantastici sistemi visibili nell’America nord-occidentale. Il mappamondo fu pubblicato per la prima volta a Parigi da Julien nel 1753. Questo esemplare, nello specifico, è una successiva edizione italiana pubblicata a Venezia da Santini e Remondini. La mappa, inserita in un’elaborata cornice decorativa, è completata da paragrafi di testo in francese che ne spiegano i dettagli, perciò Santini poté nominare i due emisferi Marino e Terrestre. Australia e Nuova Zelanda sono raffigurate solo in parte (nonostante le scoperte di Cook un decennio prima); il fittizio 'Mer de l'Ouest' si trova nell'america nord-occidentale, con un grande 'I. Nouvelle' esattamente a sud dello stretto di Bering; inoltre, Jesso è rappresentata come parte della terra ferma in Asia. Incisione in rame, coloritura coeva dei contorni, in ottime condizioni. Dimensioni 680 x 490.
L'Autore
(Attivi a Venezia seconda metà del XVIII secolo)
Paolo Santini (Venezia 1729 - Belluno 1793) era prete della chiesa di Santa Maria Formosa in Venezia e professore di disegno presso le scuole pubbliche dei Gesuiti. Dalle migliori carte dell'epoca realizzò con il fratello Francesco il celebre Atlas Universal, diviso in 2 volumi e contenente 123 carte. Francesco Santini lo pubblicò tra il 1776 ed il 1780. Successivamente, i rami calcografici delle carte furono acquistati nel 1781 dalla tipografia Remondini di Bassano che ripubblicò l'atlante.

© 1999-2015 Web site by: Flavio Del Greco and Alvise Felici

(Da: http://www.antiquarius-sb.com/Catalogue_c.asp?page=4&area=107&subarea=23   ////  http://www.antiquarius-sb.com/Details_c.asp?ID=9671 )

***

SANTINI, Francesco e Paolo. Atlas universel dressé sur les meilleures cartes modernes 1776. Venezia, Chez P. Santini, s.d. [1776-1780]

2 voll. in-folio; Legatura coeva m. pelle e carton. marmoriz. Opera interamente incisa su rame. I: Front. fig., 1 c. con indice delle tavole numer. 1-60; 59 carte geografiche a doppia pagina con coloritura out-line. Mancano le Carte 10, Maiorca e 22, Linguadoca; è aggiunta in fine la carta di Gibilterra e Cadice; II: 1 c. con indice delle tavole numer. 1-63; 60 carte geografiche a doppia pagina con coloritura out-line. Mancano le Carte 12, 13 e 22, Padouan, Trevisan,
Frioul. In totale un Frontespizio allegorico e 119 Carte geografiche incise in rame con coloritura coeva. Buono stato di conservazione.

Rara prima edizione. L’opera del Santini rappresenta uno dei più significativi esempi di Atlante universale stampato nel ‘700 in Italia. Le carte, tutte con i confini finemente acquarellati all’epoca, titolo entro ricco cartiglio, toponimi e descrizioni geografiche, sono firmate dal Santini e riprese dai migliori
geografi dell'epoca, fra cui d'Anville, Bellin, Bonne, Janvier, Robert de Vaugondy, Rizzi-Zannoni, Homann.

Oltre ai due mappamondi, ci sono le carte generali di Europa, Asia, Africa e America: l’Italia è delineata nel suo insieme nel II volume, seguita dalle carte delle regioni; sono da segnalare le carte relative al Giappone, alla Cina, all’Africa e alle Americhe, rappresentate in 10 carte regionali. Un solo esemplare censito nelle biblioteche italiane. Phillips 647, per la successiva edizione di Remondini del 1784.
(Al n° 15: https://cartanticamilano.it/cataloghi_espositori/-Catalogo%20Antiquariato%20Librario%20Bado%20e%20Mart.pdf )



“Da Strabone a Remondini” Geografia e cosmografia nelle collezioni della Biblioteca Civica 

BASSANO DEL GRAPPA  - Biblioteca Civica, Galleria Ragazzi del ‘99

"Un ricco e affascinante excursus attraverso preziosi volumi di argomento geografico e cosmografico è in mostra presso la Biblioteca Civica di Bassano. Dall’1 luglio al 30 agosto è infatti possibile visitare una interessante esposizione che vede protagonisti una ventina di volumi del ‘500, ‘600 e ‘700 appartenenti alla Biblioteca bassanese, arricchiti di raffinate incisioni d’epoca che ritraggono i luoghi fino ad allora conosciuti ed esplorati.  Si tratta di libri di geografia e cosmografia nei quali sono condensate le conoscenze dei maggiori geografi e cartografi del tempo. Si comincia con una rara edizione del 1707 del  Rerum Geographicum dello storico e geografo greco Strabone, opera fondamentale della storiografia greca e romana e strumento imprescindibile per lo studio di molti aspetti della civiltà e della storia del mondo antico mediterraneo. Due edizioni cinquecentesche della Geographia di Caludio Tolomeo, stampate a Venezia, testimoniano l’evoluzione degli studi cartografici ad opera dell’astronomo, matematico e geografo alessandrino del II secolo dopo Cristo, le cui teorie geocentriche hanno delineato l'immagine dell’universo destinata a dominare per quasi 1500 anni. Di Pietro Apian, geografo, astronomo e professore di matematica
all'Università di Ingolstadt, viene esposta una preziosa edizione del 1564, stampata ad Anversa, della Cosmographia, opera fondamentale per l’aggiornamento della scienza cartografica del tempo, ancora imperniata sulle carte tolemaiche, assieme a quello che è considerato il primo vero atlante moderno: il Theatrum Orbis Terrarum di Abraham Ortelius (1528 – 1598), stampato la prima volta nel 1570 ad Anversa. L’opera, che consiste in una sistematica raccolta di mappe di tutto il mondo di vari autori, rappresenta il superamento dell'autorità di Tolomeo nel campo della geografia, dato che alla fine del XVI secolo le scoperte di nuove terre sempre più mettono in luce i limiti della concezione del geografo greco relativamente alle dimensioni del globo e alla distribuzione dei continenti. Un ampio spazio viene poi riservato al maggiore e più noto cartografo del ‘600, Vincenzo Coronelli, frate veneziano, cosmografo ufficiale della Repubblica di Venezia uno dei più famosi costruttori di globi del XVII secolo (famosi quelli realizzati nel 1683 per il Re Sole, Luigi XIV, destinati alla Reggia di Versailles) e fondatore a Venezia dell’Accademia degli Argonauti, considerata la più antica società geografica del mondo.  L’esposizione prosegue con alcune curiosi e raffinati volumi dedicati alle regioni più lontane del mondo, ed in particolare all’Africa, di cui vengono descritte e raffigurate le tradizioni e gli usi, come nel libro del frate cappuccino e missionario Giovanni Antonio Gavazzi (Istorica descrittione de' tre regni Congo, Matamba, et Angola) pubblicato nel 1690, o nel volume del tedesco Peter Kolben dedicato alle popolazioni africane del Capo di Buona Speranza. La mostra si conclude con la bellissima edizione dell’Atlante universale stampato dai Remondini nel 1807 e riportante le incisioni di Paolo Santini e con due globi terrestri di inizio ‘800".  
Orario: lunedì 14.30-18.30; mart-ven 9.00-18.30; sab 9.00-13.00. Info: 0424 519920 – 519928 - biblioteca@comune.bassano.vi.it - http://www.museibassano.it/Biblioteca-ed-Archivio/Orari-e-Servizi

30/08/2014
(Da: http://www.hotelbrennero.com/eventi.php?id=9 )


***


Su Paolo SANTINI - Bibliografia: 
Paolo Santini
Anno di pubblicazione = 1776-1784
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Documento cartografico a stampa 
 Titolo  Atlas universel dresse sur les meilleurs cartes modernes 1776 
 Pubblicazione  A Venise : chez P. Santini, rue Ste. Justine
 Descrizione fisica  2 v. ; 54 cm
 Note generali  · La data si ricava dal titolo.
 Comprende  · 1
· 2 
 Nomi  · [Editore] Santini, Paolo 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\PARE\029505
 Localizzazioni             
Biblioteca Palatina - Parma - PR
--------------------------------------------------------------------------------
Scheda: 2/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Documento cartografico a stampa 
 Titolo  1 
 Descrizione fisica  [70] c. di tav
 Note generali  · Front. inciso
· In fine: Indice.
 Fa parte di  Atlas universel dresse sur les meilleurs cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\PARE\029506
 Localizzazioni
        
Biblioteca Palatina - Parma - PR - [consistenza] 1 esempalre. 
--------------------------------------------------------------------------------
Scheda: 3/10 
Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Documento cartografico a stampa 
 Titolo  2 
 Descrizione fisica  [74] c. di tav
 Note generali  · Una c. di tav. Indice.

 Fa parte di  Atlas universel dresse sur les meilleurs cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\PARE\029508
 Localizzazioni 
Biblioteca Palatina - Parma - PR - [consistenza] 1 esemplare. Mutilo di due c. di tav. 
--------------------------------------------------------------------------------
Scheda: 4/10 
Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  Atlas universel dressé sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Pubblicazione  À Venise : chez P. Santini rue S.te Justine

 Descrizione fisica  2 v. : ill. calcogr. ; fol.
 Comprende  · 1
· 2 
 Nomi  · [Editore] Santini, Paolo 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\CFIE\030485
 Localizzazioni 
           
Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
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Scheda: 5/10 
Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  1 
 Descrizione fisica  [2] c., 60 c. di tav. doppie : c. geogr
 Note generali  · Contiene solo tavole incise
· La numerazione delle 60 tav. si ricava dall'indice.

 Fa parte di  Atlas universel dressé sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\CFIE\030488
 Localizzazioni 
Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI - [consistenza] 1 esemplare 

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Scheda: 6/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  2 
 Descrizione fisica  [1] c., 63 c. di tav. doppie : c. geogr
 Note generali  · Contiene solo tavole incise
· La numerazione delle 63 tav. si ricava dall'indice.

 Fa parte di  Atlas universel dressé sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\CFIE\030489
 Localizzazioni
Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI - [consistenza] 1 esemplare 
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Scheda: 7/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  1 
 Pubblicazione  [2] c., [66] carte geografiche : tutto calcogr. ; 2o

 Note generali  · La "Table des cartes geographiques de la premiere partie du Nouvel Atlas" indica la numerazione: 60 e 6 carte
aggiunte: 8.2, 51.2, 53.2 (3 c.), 53.3
· Le carte sono stampate su un solo lato (verso e recto dei bifogli).

 Fa parte di  Atlas universel dresse sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\UBOE\062051
 Localizzazioni 
Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO - [consistenza] 1 esemplare 
Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE - [consistenza] 1 esemplare 

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Scheda: 8/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  2 
 Pubblicazione  [1] c., [65] carte geografiche : tutto calcogr. ; 2o

 Note generali  · A c. 1 la "Table des cartes geographiques de la seconde partie du Nouvel Atlas" indica la numerazione: 63 e 2
carte aggiunte: 19.2, 31.2
· Le carte sono stampate su un solo lato (verso e recto dei bifogli).

 Fa parte di  Atlas universel dresse sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\UBOE\062056
 Localizzazioni 
Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO - [consistenza] 1 esemplare 
Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE - [consistenza] 1 esemplare 

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Scheda: 9/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  Atlas universel dresse sur les meilleures cartes modernes 1776 
 Pubblicazione  A Venise : par P. Santini rue S.te Justine chez M. Remondini

 Descrizione fisica  2 v. : c. geogr. color. ; 52 cm
 Note generali  · Le singole c. geogr. sono senza data o con date diverse comprese tra il 1775 e il 1784
· Alcune sono stampate da Francois Santini.

 Comprende  · 1
· 2 
 Nomi  · [Editore] Santini, Francesco
· [Editore] Santini, Paolo
· [Editore] Remondini 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\UBOE\062045
 Localizzazioni 
Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO
Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE

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Scheda: 10/10 
 Livello bibliografico Monografia 
 Tipo documento Testo a stampa 
 Titolo  Atlas universel dresse sur les meilleures cartes modernes 1784 
 Pubblicazione  A Venise : par P. Santini rue S.te Justine chez m. Remondini

 Descrizione fisica  2 v. : ill. calcogr. ; fol
 Note generali  · Le carte geografiche riportano datazioni dal 1775 al 1806.

 Comprende  · 1
· 2 
 Nomi  · [Editore] Remondini, Giuseppe <2. ; 1773-1811>
· [Editore] Santini, Paolo
· [Editore] Remondini 
 Luogo normalizzato  Venezia
 Lingua di pubblicazione  FRANCESE
 Paese di pubblicazione  ITALIA
 Codice identificativo  IT\ICCU\MILE\012327

Localizzazioni 
Biblioteca del Dipartimento di geografia e scienze umane dell'ambiente dell'Università degli studi di Milano - Milano - MI -
[consistenza] Un esemplare 
Biblioteca San Francesco della Vigna - Venezia - VE - [consistenza] v. 1-2, 1 esemplare
Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE
Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa - Bassano del Grappa
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza - Vicenza - VI

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[Per le Schede 01-10: Copyright © 2010 ICCU |Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Si ringrazia].

2001. Carlo GRANDE, Torino, Priuli & Verlucca, Editori, 2001.


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Rif.: 2281-1109-01
ISSN 2281-1109
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Fra i contenuti:


Torino

di Maura Pini (1)


"Avvolta nella ragnatela dei fili tranviari, dai quali  gli occhi del viaggiatore non riescono a liberarla, alla fine della piazza più grande della città , dopo il ponte gettato su un acerbo Po, sopra un'alta scalinata, in neoclassiche vesti mutuate dal pantheon romano, la Gran Madre sta, come il manzoniano masso che, rotolato da "lunga erta montana", "giace in sua lenta mole". 

Intorno alla sua costruzione c'era di mezzo, se non proprio un voto, come succede spesso per le chiese intitolate alla madre di Dio, un ringraziamento per il ritorno del re Vittorio Emanuele I di Savoia il 20 maggio 1814, dopo le ritirate degli eserciti di Napoleone. 

Sul timpano del tempio l'epigrafe «ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS», ribadisce il gioioso evento al viaggiatore, che nel frattempo vede il re in posizione centrale, in romane vesti, sopra un alto piedistallo, ai piedi  della scalinata. Tutto è orchestrato per trattenere lo sguardo del passante che intendeva recarsi  al parco lungo il fiume: due  statue ai lati della scalinata su un grande basamento. 

Al viaggiatore viene raccontato  che siano la Fede e la Religione, di uno scultore carrarese, Carlo Chelli, che, ancor fresco d'Accademia, vinse nel 1827 il concorso per quelle opere. 

Due donne sedute, coperte da latini pepli, che avanzano fuor dal basamento, la Fede, il piede sinistro, la Religione, quello destro, provvisti entrambi di egual tipo di calzatura, ché sarebbe stato strano il contrario. 

La Religione tiene con la mano destra la croce e, assorta, chiusa in un suo mondo interiore, pare ignorare le tavole della legge che un giovincello angelo/ganimede vorrebbe offrire al suo sguardo. 

La Fede tiene un libro aperto con la destra  e con la sinistra alza un calice; a sua volta, ignora un angelo, che, pur  giovine, è già munito di spada. 

La Fede pare guardare lontano. 
Al viaggiatore vien detto che il suo sguardo indica il luogo dove è celato il Graal. 
Il viaggiatore pensa che gli occhi senza pupille della Fede rendono incerta l'identificazione del luogo indicato. 

La ricerca è sempre iter personale.


"Torino inanella tutta una serie di piazze di razionale rigorosa bellezza e chiarezza metafisica. 

Sono piazze che si aprono alla fine di una lunga teoria di portici o all'uscire da quello che era una volta il ghetto ebreo ( piazza Carlina, che  ci rammenta di un Savoia che amava travestirsi) o a cui si sbuca centralmente provenendo dalle geometrie sinuose di Palazzo Carignano. 

In un angolo di quest'ultima piazza, dedicata a Carlo Alberto sguainante spada, al 13, sopra l'alllegra pizzeria colà aperta da Chiambretti, c'è una fila di finestre, quasi quadrate, che rivelano stanze dal soffitto più basso rispetto a quelle dei piani superiori, che, a fine ottocento, erano date in affitto anche  a qualche viaggiatore. 

In una di esse, fra poco mobilio, un tavolino per scrivere, un baule per gli abiti, libri e bottigliette di medicamento sparsi ovunque, soggiornò, dal 21 settembre 1888 al 9 gennaio 1889, Nietzsche. 

Sopra quel tavolino, cui abbiamo accennato sopra, vergava qualche lettera in cui narrava l'occupazione del momento: "Un piccolo pamphlet di argomento musicale mi tiene occupate le mani."  

E parlava della città in termini condivisibili, cioè Torino destava in lui ciò che pare destare ad ogni visitatore, quel senso di ariosa aristocratica ampiezza, su cui è diffusa una "unità di gusto" , dice lui, o coerenza stilistica. 

Sottolineava con una sorta di voluttà, che stupisce, dati i suoi problemi di digestione, la bontà del vitto locale. 

Personalizza, sotto i titoli di proprie opere, due suoi momenti torinesi. 

Una passeggiata serale sul ponte  del Po diventa: Al di là del bene e del male. 

Il suo incontro con la mole Antonelliana gli suggerisce un: Ecce homo. 

Ma per Nietzsche Torino è fatale. 

C'è un passo di un piccolo libro di Zweig, Il demone di Nietzsche, che narra in pochi forti tratti la caduta definitiva  di Friedrich nella follia. " Per quindici anni  Nietzsche sorge dalla bara della sua stanza, vi ricade, di dolore in dolore, di morte in morte, di resurrezione in resurrezione, finché il suo cervello surriscaldato da troppe energie, s'incrina. 

Uomini estranei trovano, caduto sulla pubblica via, colui che fu l'uomo più estraneo al suo tempo. 

Estranei lo portano su, nella camera straniera di via Carlo Alberto a Torino. 

Nessuno è testimone della sua morte spirituale, come nessuno lo fu della sua vita spirituale."  Certo tante erano state le cadute e le resurrezioni, ma colpisce che a Torino avvenga quella definitiva, dopo le parole spese da Nietzsche per una città  che dona " uno squisito senso di benessere diffuso su tutte le cose” e "buonumore", "lavoro ed energia", l'unica città "possibile". 

C'è una frase di Calvino che trovo illuminante, perché spiega come la prima sensazione che procura Torino possa condurre al suo contrario: "Torino è una città che invita al rigore, alla linearità, allo stile. 

Invita alla logica, e attraverso la logica apre alla follia”.

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(1) Il testo di Maura Pini presenta la pagina Torino su questo blog, ma non fa parte del libro con testi di Carlo Grande, di cui sotto illustrazioni. 





 







Sezione:
I libri di Losfeld