sabato 31 luglio 2021

1594_(?)_Codice_Romano_Carratelli.

 


NEWS

Codice. Datazione. 


"Se ci si riferisce alla datazione del Codice ci sono vari elementi che ci permettono di ipotizzarla quale probabile ove attorno al 1594 / 98. 

Fra essi, i nomi dei Cavallari o le costruzioni delle torri in progetto" . 

"L'ultima patente riportata nel codice è del 1592. 
Quindi la stesura può essere solo dopo questa data.🙃" 

"La tavola del Castello di Bivona cita la spiaggia della Marina; e oltre a riportare le misure della Torre presente nella stessa tavola cita il nome del caporale (Antonio d'Avela) che è di guardia alla stessa" . 

"Subito dopo c'è la tavola della Torre Santa Venera o S. Pietro, che ha come caporale Pedro Hernandez". 
(Ileas) 


NEWS


NEWS

30 Luglio 2021.

Marina di Catanzaro come da locandina (sopra). 
Mostra Tavv. Codice Romano-Carratelli.
 
(Foto Ileas) 

Giuseppe Fausto Macrì
(Foto Ileas)

(Foto Ileas) 

(Foto Ileas) 

"Marina di Ardore"
(Foto Ileas) 

"Marina di Charerj (Il Bianco)"
(Foto Ileas)

"Bagnara"
(Foto Ileas)

Tropea
(Foto Ileas)



"Capo di li Colonne"
(Foto Ileas)




ARCHIVIO

02 Agosto 2019

UN MANOSCRITTO DI STRAORDINARIA FRESCHEZZA E BELLEZZA: ECCO IL CODICE ROMANO CARRATELLI:

FORTIFICAZIONI E TORRI DELLA COSTA CALABRESE

Rappresenta ed illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle città fortificate, dei castelli, delle torri e del territorio. 

E’ il Codice Romano Carratelli, la cui realizzazione è stimata all’ultimo decennio del XVI secolo, conservato nell’omonima Biblioteca. 

L’Italia lo valorizza ulteriormente con un francobollo in circolazione dal 2 agosto 2019.

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L’Italia lo valorizza ulteriormente con un francobollo in circolazione dal 2 agosto 2019.

(TurismoItaliaNews) Un documento prezioso perché racconta con "immagini“ la 

Calabria di ieri: il manoscritto contiene infatti 99 disegni acquerellati di fattura 

pregevole a mezza pagina, la gran parte con testo illustrativo in elegante grafia 

corsiva cancelleresca dell’epoca, testo vergato con inchiostro ferro-gallo-tannico di 

color seppia con le caratteristiche storicizzate degli inchiostri in uso nella seconda 

metà del ‘500.

Un manoscritto di straordinaria freschezza e bellezza: ecco il Codice Romano Carratelli: fortificazioni e torri della costa calabrese

Un manoscritto di straordinaria freschezza e bellezza: ecco il Codice Romano Carratelli: fortificazioni e torri della costa calabrese

"La rappresentazione delle torri è corredata da note illustrative minuziose e descrittive dei luoghi, dei posti, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei costi, dei torrieri e dei cavallari – spiega Teresa Saeli - talvolta anche accenni ai Signori del posto, a chi ne aveva ordinato la costruzione nonché ai costruttori". 

"Quindi si tratta di un documento ricco di notizie utili agli studi per i necessari riscontri documentali. In particolare vengono poi riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti ed in costruzione individuando, altresì, i luoghi ove sarebbe stato necessario realizzare nuove torri per le quali viene redatto il progetto ed indicata la possibile spesa“.

"La carta si presenta con diversi motivi di filigrana (l’angelo e la balestra in modo particolare) e l’apposizione di iniziali". 

"Gli acquerelli sono descrittivi, eseguiti con visuale da terra a mare". 

"Sorprendente la modernità della sua esecuzione". 

"Attraverso la rappresentazione del territorio costiero e del suo stato antropico raffigurato per mezzo dei 99 acquarelli vengono visualizzate le realtà esistenti e le soluzioni possibili al fine di organizzare una strategia difensiva efficace". 

"In tale ottica vengono rappresentate anche le città fortificate ed i castelli, senza note illustrative, praticamente una rappresentazione fotografica dell’epoca". 

"Per la sua organicità e completezza e per le sue caratteristiche il Codice è un progetto di pianificazione territoriale unico in tutto il Mediterraneo dell’epoca, nella prospettiva di realizzare una difesa atta a combattere le incursioni dei corsari saraceni".


Il francobollo italiano dedicato al Codice Romano Carratelli (emissione 2019)


"Questo manoscritto è il risultato di un lavoro lungo e difficile condotto con grande professionalità, con visite in loco e riscontri documentali, come emerge dalle minuziose notizie riportate, dalla esatta rappresentazione dei luoghi e dalla toponomastica". 

"Si può ragionevolmente pensare che tale documento, riapparso dopo oltre quattrocento anni, sia rimasto ignoto in quanto copia unica e secretata dal Governo Vicereale per motivi di sicurezza. „Il Codice è la più antica iconografia organica della Calabria Ultra e fotografa una regione sconosciuta, bella ed affascinante, di un tempo di cui non avevamo se non qualche rara immagine“ chiosa Teresa Saeli".

"Il francobollo dedicato al Codice Romano Carratelli appartiene alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano”, con valore della tariffa B pari a 1,10 euro; la tiratura è di quattrocentomila esemplari in fogli da ventotto". 

"l bozzetto è a cura di Emanuele Bertucci e riproduce un particolare di uno degli acquarelli raffigurante alcune fortificazioni della costa calabrese". 

"Il bollettino illustrativo è affidato a Teresa Saeli".


15 Maggio 2019

"CODICE ROMANO CARRATELLI". CATANZARO. MOSTRA. COMPLESSO MONUMENTALE DEL SAN GIOVANNI. 

"Candidato nel 2013 al patrimonio UNESCO nel programma “Memoria del Mondo” per la salvaguardia del patrimonio documentale e sottoposto a vincolo dal Ministero dei Beni Culturali nel 2014, il Codice Romano-Carratelli"

"è un’eccellenza della Calabria," 

"un documento prezioso databile alla fine del Cinquecento e costituito da 99 disegni acquerellati di fattura pregevole, gran parte dei quali corredati di testo illustrativo in elegante grafia cancelleresca, 

"attraverso cui l’autore ha rappresentato il sistema difensivo costiero presente o da integrare nella Calabria Ulteriore. 

"Si tratta di torri, castelli e città fortificate che, nell’insieme, esprimono il sistema topografico e militare della costa centro-meridionale della regione secondo quello che doveva essere un più ampio progetto pensato dagli spagnoli Carlo V e Filippo II per difendere il territorio. 

"Praticamente una rappresentazione fotografica di quel periodo storico che oggi consente agli studiosi di avere un quadro più completo rispetto alle vicende geo-politiche di quest’area del Mediterraneo. 

"Siamo infatti in presenza della più antica iconografia organica della Calabria e, allo stesso tempo di un vero e proprio pezzo d’arte. 

"Il manoscritto è stato individuato e acquistato circa dieci anni fa dal noto avvocato, politico e bibliofilo vibonese Domenico Romano-Carratelli, grazie alla cui sensibilità è possibile godere della visione del Codice e conoscerne gli aspetti caratteristici. 

"Per tre mesi, fino al 4 agosto 2019, il capoluogo di regione ospiterà – all’interno del Complesso Monumentale del San Giovanni – un’esposizione dedicata a questo prezioso manoscritto cinquecentesco curata da Emanuele Bertucci".

(Mercoledì 15 Maggio 2019 10:30 di Redazione WebOggi.it)

La mostra, curata da Emanuele Bertucci, sarà inaugurata sabato 4 maggio alle ore 18.00 e prevede interventi autorevoli, oltre ai saluti istituzionali del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. 

Lo stesso Carratelli introdurrà l’argomento inquadrandolo nell’ottica mediterranea; 

- l’ex ministro Alessandro Bianchi analizzerà il manoscritto sotto il profilo della pianificazione territoriale in chiave difensiva; 

- la professoressa Francesca Fatta fornirà un originale contributo immaginando un “grand tour” culturale sui luoghi del Codice; 

-l’archeologo Francesco Cuteri focalizzerà la discussione sulla Catanzaro fra Cinque e Seicento; - l’archeologa e senatrice Margherita Corrado definirà il significato delle tavole del Codice; - l’artista e architetto Marcello Sestito descriverà invece il suo personalissimo “Codice Riflesso”, - mentre il professor Giuseppe Caridi affronterà il tema della Calabria nel Mezzogiorno spagnolo; 

- il professor Caligiuri interpreterà il manoscritto dalla prospettiva della sicurezza e dell’intelligence 

- e, infine, il direttore del Museo Reale di Milano, Domenico Piraina, descriverà il Codice sotto l’aspetto più squisitamente artistico.

Un evento culturale importante che si propone di offrire e far conoscere ai visitatori non solo un capolavoro del Cinquecento ma anche spunti per approfondire elementi storici, geografici, militari e culturali di un territorio – la Calabria – posta nel cuore del Mediterraneo e perciò protagonista di vicende e relazioni fra popoli.

© copyright © CN24 Società Cooperativa


Torri e fortezze, al Complesso San Giovanni di Catanzaro il "Codice Carratelli" 

Foto di Betty Calabretta 




11 Luglio 2019




"Le insidie, un tempo, arrivavano dal mare. 

Dal “cavallo di  Troia” alle navi vichinghe, ai velieri dei conquistatori delle Americhe, diverse civiltà hanno pagato caro l’aver lasciato le proprie coste sguarnite e indifese. 

Solo aprendo lo sguardo su prospettive diacroniche ampie e concezioni estetiche appartenenti all’epoca d’oro della cultura italiana, si capisce l’immenso valore storico e storiografico di un corpus di opere originali ed uniche come quelle che compongono il “codice Romano Carratelli”.

Una raccolta di 99 acquarelli dedicati per lo più a torri, castelli e città fortificate della Calabria Ultra del Regno di Napoli, realizzati tra il 1586 e il 1595 da un esperto dell’arte fortificata su incarico verosimilmente del vicerè Juan de Zuniga, conte di Miranda. 

Attraverso la rappresentazione del territorio costiero visto da terra e via mare, vengono visualizzati, con accuratezza pittorica e raffinata eleganza cromatica, mirabili, enigmatici paesaggi dominati da costruzioni altere e austere, atte a difendere ma anche a dominare lo spazio. 

Il tutto corredato da minuziose  descrizioni in grafia cancelleresca dell’epoca, che aggiungono quel tocco documentale “vissuto” spesso assente nei dipinti realizzati per mere finalità artistiche.

Una sorta di  rappresentazione fotografica ma anche progettuale che, realizzata dopo accurati sopralluoghi, oggi consente agli studiosi di avere un quadro più completo rispetto alle vicende geo-politiche di quest’area del Mediterraneo. 

Al di là dei contenuti iconografici, infatti, il Codice disvela il sistema topografico e militare della costa centro-meridionale della Calabria secondo quello che doveva essere un ampio progetto di difesa costiera pensato dagli spagnoli Carlo V e Filippo II per presidiare il territorio dagli attacchi degli “infedeli”.

Strategica anche la cromia, con i due colori rosa e azzurro che secondo alcuni identificano da un lato l’esistente (strutture cilindriche) e dall’altro il nuovo manufatto da costruire nell’ambito di un piano difensivo incentrato su strutture  quadrangolari, con torri di sorveglianza lungo le coste e fortezze nell’entroterra.

«Non esiste, nella storiografia italiana ed europea, qualcosa di paragonabile a questo antico Codice spagnolo che descrive e illustra una Calabria mai vista  prima», sostiene Domenico Romano Carratelli, avvocato, politico, bibliofilo e appassionato collezionista di Vibo Valentia che possiede, per averlo acquistato da un antiquario veronese, il Codice del 1595 che ora ha preso il suo nome ed è catalogato appunto come Codice Romano Carratelli. 

Una “summa” di eccezionale bellezza, che spazia dalla più antica immagine di Capo Colonna, quando le colonne del Tempio di Hera Lacinia erano due, alle vedute di Tropea, Bagnara, Catona, Scilla, Crotone, Roccella Jonica, Pizzo, Parghelia e altri luoghi consegnati alla memoria nell’irripetibile stato in cui si trovavano prima degli sconvolgimenti tellurici e dei disastri naturali che hanno  trasformato e non di rado deturpato la costiera meridionale calabrese.

Un’autentica e rara eccellenza calabrese, il Codice, ancora visibile fino al 4 agosto nelle antiche sale del complesso monumentale del San Giovanni, anch’esso antica fortezza e quindi sede appropriata per la mostra inaugurata il 4 maggio scorso e visitata da istituzioni e associazioni prestigiose, non ultimo il  Circolo Catanzaro 1871 presieduto dal notaio Paola Gualtieri. 

La mostra, curata da Emanuele Bertucci, è un evento culturale di forte impatto anche didascalico,  proponendosi di offrire e far conoscere ai visitatori non solo un capolavoro del Cinquecento ma anche spunti per approfondire elementi storici, geografici, militari e culturali di una regione posta nel cuore del Mediterraneo e dunque “vocata” ad essere crocevia  di vicende e relazioni fra popoli frontalieri, portatori di un interessante miscuglio di influenze e visioni del mondo. Un mix di iconografia e arte che nonostante le molteplici interpretazioni e “letture” resta essenzialmente un affascinante mistero.

© Riproduzione riservata

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11 ottobre 2013
Giuseppe Fausto Macrì
Scoperta eccezionale. La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli
Pubblicato da: Redazione in Calabria 
La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Marina di Ardore (RC), acquerello, XVI-XVII sec. | Immagine inedita in anteprima per FDS

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il progetto di rinforzo della Torre di Pagliapoli (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

La marina di Bianco (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il progetto della Torre di Bagnara (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Veduta di Tropea (VV), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il promontorio di Capo Colonna (KR) con le 2 colonne, acquerello, XVI-XVII sec.

 
di Giuseppe Fausto Macrì

Ormai circa cinque anni fa, mentre ero sul web alla ricerca di eventuali notizie sulle torri costiere di Calabria per completare la mia monografia sulla Torre di Pagliapoli (oggi un relitto torriero, ma in realtà una delle più antiche torri costiere dell’Italia Meridionale), ad un certo punto mi imbattei in una pagina che conteneva una notizia che, letteralmente, mi fece sobbalzare sulla sedia: uno Studio Antiquario aveva infatti messo in vendita un volume contenente un centinaio di disegni di torri costiere di Calabria Ultra. Le scarne indicazioni parlavano di una datazione approssimativa al XVII secolo ed erano accompagnate dalla fotografia di una pagina del manoscritto, la quale, tra l’altro, era stata la vera responsabile del mio sobbalzo: vi si vedeva, infatti, mirabilmente dipinta, con la tecnica dell’acquerello, un tratto costiero delle mie parti – quindi, a me ben noto – accompagnato da una breve relazione nella quale l’anonimo estensore indicava nella crocetta del disegno il punto in cui suggeriva l’edificazione di una torre a difesa di quella zona, già in passato ripetutamente fatta segno di scorrerie piratesche. Inutile esaltarne la bellezza (che ognuno può ammirare nella foto 1) e l’enorme interesse che rivestiva per le prospettive del mio libro.

Attraverso un vorticoso giro di telefonate, quindi, riuscii a contattare la Casa d’aste che lo aveva battuto e, attraverso l’amica Simonetta Conti, docente di Geografia alla Seconda Università degli Studi di Napoli e grande esperta di cartografia antica, l’esperto ufficiale della stessa Casa, buon amico e collega della prof. Conti, per pregarli di chiedere a quello che poi scoprii essere l’ultimo ignoto acquirente se acconsentiva a permettermi di prendere visione del manoscritto.

Ottenuta la tanto sospirata risposta affermativa, ero già pronto a saltare sul primo aereo per raggiungere il nuovo possessore del manoscritto, quando con mia grande sorpresa mi venne detto che questi era calabrese, di Vibo Valentia. Felice (lo ammetto: sono un pigro e non amo molto viaggiare) per la favorevole coincidenza, ebbi quindi la fortuna di fare la conoscenza di uno straordinario personaggio, colto e raffinato (una volta si sarebbe detto mecenate), Domenico Romano Carratelli, la cui sconfinata passione per gli antichi tomi lo aveva portato a fondare, a Vibo Valentia, l’Accademia dei Bibliofili, e poi ad acquistare il prezioso volume di cui stiamo parlando, insieme a tanti altri libri – alcuni di grande valore – che compongono la sua cospicua biblioteca.

L’emozione nello sfogliare, una ad una, le 99 pagine del manoscritto fu grande, ma ancor di più lo fu scoprire l’enorme messe di dati del tutto inediti e, in qualche caso, inopinati, che in qualche misura avrebbero certo costretto i ricercatori del settore a rivedere radicalmente alcune ipotesi storiche ritenute, erroneamente, già abbondantemente consolidate. Perché il manoscritto, purtroppo anonimo e senza data, non è soltanto uno sterile elenco redatto da un generico visitatore, e per fini meramente statistici: esso, infatti, fu sicuramente opera di un tecnico (ingegnere o architetto), esperto, appunto, di architettura militare, inviato a prendere visione di un sistema talmente strategico, da imporre probabilmente la gelosa custodia in tutta segretezza della relazione finale scaturita.

Al di là, dunque, del fatto che esso rappresenti il più attendibile e preciso elenco di opere realizzate a quella data oggi in circolazione, vi si trovano preziose informazioni su dimensioni, stato delle strutture, armamenti, personale di custodia ecc., di ogni singola torre della Provincia di Calabria Ultra, a partire, cioè, dal Crotonese e finendo all’area del Lametino. Ne sia d’esempio proprio la pagina dedicata alla torre di Pagliapoli (foto 2): la relazione annessa ci informa che la struttura era alta 90 palmi (24 metri circa!), dotata di due “mascoli” (temibili cannoncini che, oltre a seminare lo scompiglio grazie ad una rosa di piccoli oggetti sparati – quasi un “effetto lupara” – emettevano un fortissimo rumore di scoppio, utilizzato anche per segnalazioni a grandi distanze) e che necessitava essere rinforzata mediante una spessa cortina in muratura (più adatta a resistere alle caratteristiche degli assalti militari dell’epoca: la torre di Pagliapoli, infatti, era preesistente al Sistema Difensivo Vicereale, essendo stata edificata per soli fini di avvistamento attorno a due secoli prima). Pertanto, l’immagine riportata non è un “ritratto” dell’esistente, bensì un vero e proprio progetto di fortificazione, e con tanto di preventivo di spesa allegato!

Ma il manoscritto non contiene soltanto immagini di torri: notevolissime sono, infatti, le vedute panoramiche delle piazze militari più importanti (Reggio, Crotone, Tropea, Bagnara, ecc.) o di porzioni di territorio strategicamente ancora da difendere, a giudizio dell’anonimo estensore, con l’edificazione di ulteriori strutture torriere, per tutta una serie di indicazioni di altro tipo. Anche in questo caso valga un esempio: nella foto 3 è rappresentato il tratto costiero fra Bovalino e Bianco, nel medio jonio reggino, con l’indicazione del punto in cui sarebbe stato più opportuno costruire un apprestamento difensivo torriero. Orbene, pur trattandosi di disegno schematico, si distingue benissimo il rudere – poi, nel tempo, ricacciato sotterra – che, col nome di “li palazzi” identifica la ormai notissima “Villa di Casignana”, solo da qualche anno riportata alla luce, e le cui immagini degli splendidi mosaici hanno fatto il giro del mondo. Oppure le DUE colonne residue dell’antico tempio di Capo Colonna (oggi, come noto, ne è rimasta soltanto una).

Purtroppo, come si accennava prima, nulla si sa sulla data di realizzazione o sull’identità del redattore: ma, se per quanto riguarda la prima, le approfondite ricerche condotte dalla Dott.ssa Teresa Saeli hanno ormai ristretto il lasso temporale a pochissimi anni (fra il 1596 ed il 1600), ancora incerta è l’attribuzione all’Autore. Mentre, infatti, per un analogo volume riguardante le difese costiere siciliane si è potuto stabilire con assoluta certezza l’estensore (cfr.: La Sicilia di Tiburzio Spannocchi, C. Polto, 2001), per il Nostro permane tuttora una robusta incertezza, essendo stati numerosi i tecnici incaricati in quel periodo di tempo di visitare le difese costiere, e, fra costoro, anche nomi di assoluto prestigio, quali quello di Mario Cartaro. L’autore del celeberrimo atlantino delle 12 provincie del Regno (tratto dall’opera di Nicolantonio Stigliola, del quale, peraltro, si conosce una copia manoscritta risalente al 1595 – cfr.: V. Valerio, 1993), in una lettera del 1611 al Conte di Lemos, così si esprimeva: “[…] sono andato diverse volte in diverse parti di esso Regno […] e specialmente l’anno 1600 […] in compagnia di D. Francesco Mindozza Serbellon a vedere le fortezze, castille e torri, con ordine di far disegni di quelle e darne relatione, si com’io feci” (Valerio, 1993, p. 50).

Tornando alla mia visita nello studio dell’Avv. Romano Carratelli (“Lei è il primo studioso a prendere visione del manoscritto”, ebbe a dirmi), a conclusione dell’emozionante lettura, chiesi all’ospite se per caso fosse disponibile a mettere a mia disposizione l’immagine della Torre di Pagliapoli, in quanto essa avrebbe di sicuro coronato la mia pur corposa ricerca con le notizie inedite ivi contenute. Non senza una certa, graditissima, sorpresa, la richiesta fu immediatamente e generosamente esaudita e la preziosa immagine entrò a far parte del corredo iconografico della “Sentinella perduta” (è il titolo del mio libro) … e, però, ingenerò al contempo un piccolo problema: quello della citazione in bibliografia, trattandosi di opera, al momento (e tuttora) anonima. Fu così che ebbi l’idea (e l’onore) di battezzarlo come “Codice Romano-Carratelli”: con tale intitolazione l’esistenza del prezioso manoscritto cominciò a circolare sul web, e sempre con la medesima dizione è stato di recente presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino* (dove ha riscosso un prevedibile e meritato successo) e con essa è ormai universalmente noto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA [https://www.famedisud.it/scoperta-eccezionali-la-calabria-da-sogno-del-codice-romano-carratelli/]

Si ringrazia l’avv. e bibliofilo Domenico Romano Carratelli per la gentile concessione delle immagini

*Per l’occasione, il manoscritto del codice Romano-Carratelli è stato illustrato alla pag. 48 della elegante guida “Calabria: Una regione per leggere” curata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria. 





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Codice. Datazione. 


"Se ci si riferisce alla datazione del Codice ci sono vari elementi che ci permettono di ipotizzarla quale probabile ove attorno al 1594 / 98. 

Fra essi, i nomi dei Cavallari o le costruzioni delle torri in progetto" . 

"La tavola del Castello di Bivona cita la spiaggia della Marina; e oltre a riportare le misure della Torre presente nella stessa tavola cita il nome del caporale (Antonio d'Avela) che è di guardia alla stessa" . 

"Subito dopo c'è la tavola della Torre Santa Venera o S. Pietro, che ha come caporale Pedro Hernandez". 
(Ileas) 


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30 Luglio 2021.

Marina di Catanzaro come da locandina (sopra). 
Mostra Tavv. Codice Romano-Carratelli.
 
(Foto Ileas) 

(Foto Ileas)

(Foto Ileas) 

(Foto Ileas) 


"Marina di Ardore"
(Foto Ileas) 

"Marina di Charerj (Il Bianco)"
(Foto Ileas)

"Bagnara"
(Foto Ileas)

Tropea
(Foto Ileas)



"Capo di li Colonne"
(Foto Ileas)









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02 Agosto 2019

UN MANOSCRITTO DI STRAORDINARIA FRESCHEZZA E BELLEZZA: ECCO IL CODICE ROMANO CARRATELLI:

FORTIFICAZIONI E TORRI DELLA COSTA CALABRESE

Rappresenta ed illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle città fortificate, dei castelli, delle torri e del territorio. 

E’ il Codice Romano Carratelli, la cui realizzazione è stimata all’ultimo decennio del XVI secolo, conservato nell’omonima Biblioteca. 

L’Italia lo valorizza ulteriormente con un francobollo in circolazione dal 2 agosto 2019.

images/stories/varie_2019/CodiceRomanoCarratelli01.jpgL’Italia lo valorizza ulteriormente con un francobollo in circolazione dal 2 agosto 2019.

(TurismoItaliaNews) Un documento prezioso perché racconta con "immagini“ la 

Calabria di ieri: il manoscritto contiene infatti 99 disegni acquerellati di fattura 

pregevole a mezza pagina, la gran parte con testo illustrativo in elegante grafia 

corsiva cancelleresca dell’epoca, testo vergato con inchiostro ferro-gallo-tannico di 

color seppia con le caratteristiche storicizzate degli inchiostri in uso nella seconda 

metà del ‘500.

Un manoscritto di straordinaria freschezza e bellezza: ecco il Codice Romano Carratelli: fortificazioni e torri della costa calabrese

Un manoscritto di straordinaria freschezza e bellezza: ecco il Codice Romano Carratelli: fortificazioni e torri della costa calabrese

"La rappresentazione delle torri è corredata da note illustrative minuziose e descrittive dei luoghi, dei posti, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei costi, dei torrieri e dei cavallari – spiega Teresa Saeli - talvolta anche accenni ai Signori del posto, a chi ne aveva ordinato la costruzione nonché ai costruttori". 

"Quindi si tratta di un documento ricco di notizie utili agli studi per i necessari riscontri documentali. In particolare vengono poi riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti ed in costruzione individuando, altresì, i luoghi ove sarebbe stato necessario realizzare nuove torri per le quali viene redatto il progetto ed indicata la possibile spesa“.

"La carta si presenta con diversi motivi di filigrana (l’angelo e la balestra in modo particolare) e l’apposizione di iniziali". 

"Gli acquerelli sono descrittivi, eseguiti con visuale da terra a mare". 

"Sorprendente la modernità della sua esecuzione". 

"Attraverso la rappresentazione del territorio costiero e del suo stato antropico raffigurato per mezzo dei 99 acquarelli vengono visualizzate le realtà esistenti e le soluzioni possibili al fine di organizzare una strategia difensiva efficace". 

"In tale ottica vengono rappresentate anche le città fortificate ed i castelli, senza note illustrative, praticamente una rappresentazione fotografica dell’epoca". 

"Per la sua organicità e completezza e per le sue caratteristiche il Codice è un progetto di pianificazione territoriale unico in tutto il Mediterraneo dell’epoca, nella prospettiva di realizzare una difesa atta a combattere le incursioni dei corsari saraceni".


Il francobollo italiano dedicato al Codice Romano Carratelli (emissione 2019)


"Questo manoscritto è il risultato di un lavoro lungo e difficile condotto con grande professionalità, con visite in loco e riscontri documentali, come emerge dalle minuziose notizie riportate, dalla esatta rappresentazione dei luoghi e dalla toponomastica". 

"Si può ragionevolmente pensare che tale documento, riapparso dopo oltre quattrocento anni, sia rimasto ignoto in quanto copia unica e secretata dal Governo Vicereale per motivi di sicurezza. „Il Codice è la più antica iconografia organica della Calabria Ultra e fotografa una regione sconosciuta, bella ed affascinante, di un tempo di cui non avevamo se non qualche rara immagine“ chiosa Teresa Saeli".

"Il francobollo dedicato al Codice Romano Carratelli appartiene alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano”, con valore della tariffa B pari a 1,10 euro; la tiratura è di quattrocentomila esemplari in fogli da ventotto". 

"l bozzetto è a cura di Emanuele Bertucci e riproduce un particolare di uno degli acquarelli raffigurante alcune fortificazioni della costa calabrese". 

"Il bollettino illustrativo è affidato a Teresa Saeli".


15 Maggio 2019

"CODICE ROMANO CARRATELLI". CATANZARO. MOSTRA. COMPLESSO MONUMENTALE DEL SAN GIOVANNI. 

"Candidato nel 2013 al patrimonio UNESCO nel programma “Memoria del Mondo” per la salvaguardia del patrimonio documentale e sottoposto a vincolo dal Ministero dei Beni Culturali nel 2014, il Codice Romano-Carratelli"

"è un’eccellenza della Calabria," 

"un documento prezioso databile alla fine del Cinquecento e costituito da 99 disegni acquerellati di fattura pregevole, gran parte dei quali corredati di testo illustrativo in elegante grafia cancelleresca, 

"attraverso cui l’autore ha rappresentato il sistema difensivo costiero presente o da integrare nella Calabria Ulteriore. 

"Si tratta di torri, castelli e città fortificate che, nell’insieme, esprimono il sistema topografico e militare della costa centro-meridionale della regione secondo quello che doveva essere un più ampio progetto pensato dagli spagnoli Carlo V e Filippo II per difendere il territorio. 

"Praticamente una rappresentazione fotografica di quel periodo storico che oggi consente agli studiosi di avere un quadro più completo rispetto alle vicende geo-politiche di quest’area del Mediterraneo. 

"Siamo infatti in presenza della più antica iconografia organica della Calabria e, allo stesso tempo di un vero e proprio pezzo d’arte. 

"Il manoscritto è stato individuato e acquistato circa dieci anni fa dal noto avvocato, politico e bibliofilo vibonese Domenico Romano-Carratelli, grazie alla cui sensibilità è possibile godere della visione del Codice e conoscerne gli aspetti caratteristici. 

"Per tre mesi, fino al 4 agosto 2019, il capoluogo di regione ospiterà – all’interno del Complesso Monumentale del San Giovanni – un’esposizione dedicata a questo prezioso manoscritto cinquecentesco curata da Emanuele Bertucci".

(Mercoledì 15 Maggio 2019 10:30 di Redazione WebOggi.it)

La mostra, curata da Emanuele Bertucci, sarà inaugurata sabato 4 maggio alle ore 18.00 e prevede interventi autorevoli, oltre ai saluti istituzionali del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. 

Lo stesso Carratelli introdurrà l’argomento inquadrandolo nell’ottica mediterranea; 

- l’ex ministro Alessandro Bianchi analizzerà il manoscritto sotto il profilo della pianificazione territoriale in chiave difensiva; 

- la professoressa Francesca Fatta fornirà un originale contributo immaginando un “grand tour” culturale sui luoghi del Codice; 

-l’archeologo Francesco Cuteri focalizzerà la discussione sulla Catanzaro fra Cinque e Seicento; - l’archeologa e senatrice Margherita Corrado definirà il significato delle tavole del Codice; - l’artista e architetto Marcello Sestito descriverà invece il suo personalissimo “Codice Riflesso”, - mentre il professor Giuseppe Caridi affronterà il tema della Calabria nel Mezzogiorno spagnolo; 

- il professor Caligiuri interpreterà il manoscritto dalla prospettiva della sicurezza e dell’intelligence 

- e, infine, il direttore del Museo Reale di Milano, Domenico Piraina, descriverà il Codice sotto l’aspetto più squisitamente artistico.

Un evento culturale importante che si propone di offrire e far conoscere ai visitatori non solo un capolavoro del Cinquecento ma anche spunti per approfondire elementi storici, geografici, militari e culturali di un territorio – la Calabria – posta nel cuore del Mediterraneo e perciò protagonista di vicende e relazioni fra popoli.

© copyright © CN24 Società Cooperativa


Torri e fortezze, al Complesso San Giovanni di Catanzaro il "Codice Carratelli" 

Foto di Betty Calabretta 




11 Luglio 2019




"Le insidie, un tempo, arrivavano dal mare. 

Dal “cavallo di  Troia” alle navi vichinghe, ai velieri dei conquistatori delle Americhe, diverse civiltà hanno pagato caro l’aver lasciato le proprie coste sguarnite e indifese. 

Solo aprendo lo sguardo su prospettive diacroniche ampie e concezioni estetiche appartenenti all’epoca d’oro della cultura italiana, si capisce l’immenso valore storico e storiografico di un corpus di opere originali ed uniche come quelle che compongono il “codice Romano Carratelli”.

Una raccolta di 99 acquarelli dedicati per lo più a torri, castelli e città fortificate della Calabria Ultra del Regno di Napoli, realizzati tra il 1586 e il 1595 da un esperto dell’arte fortificata su incarico verosimilmente del vicerè Juan de Zuniga, conte di Miranda. 

Attraverso la rappresentazione del territorio costiero visto da terra e via mare, vengono visualizzati, con accuratezza pittorica e raffinata eleganza cromatica, mirabili, enigmatici paesaggi dominati da costruzioni altere e austere, atte a difendere ma anche a dominare lo spazio. 

Il tutto corredato da minuziose  descrizioni in grafia cancelleresca dell’epoca, che aggiungono quel tocco documentale “vissuto” spesso assente nei dipinti realizzati per mere finalità artistiche.

Una sorta di  rappresentazione fotografica ma anche progettuale che, realizzata dopo accurati sopralluoghi, oggi consente agli studiosi di avere un quadro più completo rispetto alle vicende geo-politiche di quest’area del Mediterraneo. 

Al di là dei contenuti iconografici, infatti, il Codice disvela il sistema topografico e militare della costa centro-meridionale della Calabria secondo quello che doveva essere un ampio progetto di difesa costiera pensato dagli spagnoli Carlo V e Filippo II per presidiare il territorio dagli attacchi degli “infedeli”.

Strategica anche la cromia, con i due colori rosa e azzurro che secondo alcuni identificano da un lato l’esistente (strutture cilindriche) e dall’altro il nuovo manufatto da costruire nell’ambito di un piano difensivo incentrato su strutture  quadrangolari, con torri di sorveglianza lungo le coste e fortezze nell’entroterra.

«Non esiste, nella storiografia italiana ed europea, qualcosa di paragonabile a questo antico Codice spagnolo che descrive e illustra una Calabria mai vista  prima», sostiene Domenico Romano Carratelli, avvocato, politico, bibliofilo e appassionato collezionista di Vibo Valentia che possiede, per averlo acquistato da un antiquario veronese, il Codice del 1595 che ora ha preso il suo nome ed è catalogato appunto come Codice Romano Carratelli. 

Una “summa” di eccezionale bellezza, che spazia dalla più antica immagine di Capo Colonna, quando le colonne del Tempio di Hera Lacinia erano due, alle vedute di Tropea, Bagnara, Catona, Scilla, Crotone, Roccella Jonica, Pizzo, Parghelia e altri luoghi consegnati alla memoria nell’irripetibile stato in cui si trovavano prima degli sconvolgimenti tellurici e dei disastri naturali che hanno  trasformato e non di rado deturpato la costiera meridionale calabrese.

Un’autentica e rara eccellenza calabrese, il Codice, ancora visibile fino al 4 agosto nelle antiche sale del complesso monumentale del San Giovanni, anch’esso antica fortezza e quindi sede appropriata per la mostra inaugurata il 4 maggio scorso e visitata da istituzioni e associazioni prestigiose, non ultimo il  Circolo Catanzaro 1871 presieduto dal notaio Paola Gualtieri. 

La mostra, curata da Emanuele Bertucci, è un evento culturale di forte impatto anche didascalico,  proponendosi di offrire e far conoscere ai visitatori non solo un capolavoro del Cinquecento ma anche spunti per approfondire elementi storici, geografici, militari e culturali di una regione posta nel cuore del Mediterraneo e dunque “vocata” ad essere crocevia  di vicende e relazioni fra popoli frontalieri, portatori di un interessante miscuglio di influenze e visioni del mondo. Un mix di iconografia e arte che nonostante le molteplici interpretazioni e “letture” resta essenzialmente un affascinante mistero.

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11 ottobre 2013
Scoperta eccezionale. La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli
Pubblicato da: Redazione in Calabria 
La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Marina di Ardore (RC), acquerello, XVI-XVII sec. | Immagine inedita in anteprima per FDS

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il progetto di rinforzo della Torre di Pagliapoli (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

La marina di Bianco (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il progetto della Torre di Bagnara (RC), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Veduta di Tropea (VV), acquerello, XVI-XVII sec.

La Calabria da sogno del codice Romano-Carratelli

Il promontorio di Capo Colonna (KR) con le 2 colonne, acquerello, XVI-XVII sec.

 
di Giuseppe Fausto Macrì

Ormai circa cinque anni fa, mentre ero sul web alla ricerca di eventuali notizie sulle torri costiere di Calabria per completare la mia monografia sulla Torre di Pagliapoli (oggi un relitto torriero, ma in realtà una delle più antiche torri costiere dell’Italia Meridionale), ad un certo punto mi imbattei in una pagina che conteneva una notizia che, letteralmente, mi fece sobbalzare sulla sedia: uno Studio Antiquario aveva infatti messo in vendita un volume contenente un centinaio di disegni di torri costiere di Calabria Ultra. Le scarne indicazioni parlavano di una datazione approssimativa al XVII secolo ed erano accompagnate dalla fotografia di una pagina del manoscritto, la quale, tra l’altro, era stata la vera responsabile del mio sobbalzo: vi si vedeva, infatti, mirabilmente dipinta, con la tecnica dell’acquerello, un tratto costiero delle mie parti – quindi, a me ben noto – accompagnato da una breve relazione nella quale l’anonimo estensore indicava nella crocetta del disegno il punto in cui suggeriva l’edificazione di una torre a difesa di quella zona, già in passato ripetutamente fatta segno di scorrerie piratesche. Inutile esaltarne la bellezza (che ognuno può ammirare nella foto 1) e l’enorme interesse che rivestiva per le prospettive del mio libro.

Attraverso un vorticoso giro di telefonate, quindi, riuscii a contattare la Casa d’aste che lo aveva battuto e, attraverso l’amica Simonetta Conti, docente di Geografia alla Seconda Università degli Studi di Napoli e grande esperta di cartografia antica, l’esperto ufficiale della stessa Casa, buon amico e collega della prof. Conti, per pregarli di chiedere a quello che poi scoprii essere l’ultimo ignoto acquirente se acconsentiva a permettermi di prendere visione del manoscritto.

Ottenuta la tanto sospirata risposta affermativa, ero già pronto a saltare sul primo aereo per raggiungere il nuovo possessore del manoscritto, quando con mia grande sorpresa mi venne detto che questi era calabrese, di Vibo Valentia. Felice (lo ammetto: sono un pigro e non amo molto viaggiare) per la favorevole coincidenza, ebbi quindi la fortuna di fare la conoscenza di uno straordinario personaggio, colto e raffinato (una volta si sarebbe detto mecenate), Domenico Romano Carratelli, la cui sconfinata passione per gli antichi tomi lo aveva portato a fondare, a Vibo Valentia, l’Accademia dei Bibliofili, e poi ad acquistare il prezioso volume di cui stiamo parlando, insieme a tanti altri libri – alcuni di grande valore – che compongono la sua cospicua biblioteca.

L’emozione nello sfogliare, una ad una, le 99 pagine del manoscritto fu grande, ma ancor di più lo fu scoprire l’enorme messe di dati del tutto inediti e, in qualche caso, inopinati, che in qualche misura avrebbero certo costretto i ricercatori del settore a rivedere radicalmente alcune ipotesi storiche ritenute, erroneamente, già abbondantemente consolidate. Perché il manoscritto, purtroppo anonimo e senza data, non è soltanto uno sterile elenco redatto da un generico visitatore, e per fini meramente statistici: esso, infatti, fu sicuramente opera di un tecnico (ingegnere o architetto), esperto, appunto, di architettura militare, inviato a prendere visione di un sistema talmente strategico, da imporre probabilmente la gelosa custodia in tutta segretezza della relazione finale scaturita.

Al di là, dunque, del fatto che esso rappresenti il più attendibile e preciso elenco di opere realizzate a quella data oggi in circolazione, vi si trovano preziose informazioni su dimensioni, stato delle strutture, armamenti, personale di custodia ecc., di ogni singola torre della Provincia di Calabria Ultra, a partire, cioè, dal Crotonese e finendo all’area del Lametino. Ne sia d’esempio proprio la pagina dedicata alla torre di Pagliapoli (foto 2): la relazione annessa ci informa che la struttura era alta 90 palmi (24 metri circa!), dotata di due “mascoli” (temibili cannoncini che, oltre a seminare lo scompiglio grazie ad una rosa di piccoli oggetti sparati – quasi un “effetto lupara” – emettevano un fortissimo rumore di scoppio, utilizzato anche per segnalazioni a grandi distanze) e che necessitava essere rinforzata mediante una spessa cortina in muratura (più adatta a resistere alle caratteristiche degli assalti militari dell’epoca: la torre di Pagliapoli, infatti, era preesistente al Sistema Difensivo Vicereale, essendo stata edificata per soli fini di avvistamento attorno a due secoli prima). Pertanto, l’immagine riportata non è un “ritratto” dell’esistente, bensì un vero e proprio progetto di fortificazione, e con tanto di preventivo di spesa allegato!

Ma il manoscritto non contiene soltanto immagini di torri: notevolissime sono, infatti, le vedute panoramiche delle piazze militari più importanti (Reggio, Crotone, Tropea, Bagnara, ecc.) o di porzioni di territorio strategicamente ancora da difendere, a giudizio dell’anonimo estensore, con l’edificazione di ulteriori strutture torriere, per tutta una serie di indicazioni di altro tipo. Anche in questo caso valga un esempio: nella foto 3 è rappresentato il tratto costiero fra Bovalino e Bianco, nel medio jonio reggino, con l’indicazione del punto in cui sarebbe stato più opportuno costruire un apprestamento difensivo torriero. Orbene, pur trattandosi di disegno schematico, si distingue benissimo il rudere – poi, nel tempo, ricacciato sotterra – che, col nome di “li palazzi” identifica la ormai notissima “Villa di Casignana”, solo da qualche anno riportata alla luce, e le cui immagini degli splendidi mosaici hanno fatto il giro del mondo. Oppure le DUE colonne residue dell’antico tempio di Capo Colonna (oggi, come noto, ne è rimasta soltanto una).

Purtroppo, come si accennava prima, nulla si sa sulla data di realizzazione o sull’identità del redattore: ma, se per quanto riguarda la prima, le approfondite ricerche condotte dalla Dott.ssa Teresa Saeli hanno ormai ristretto il lasso temporale a pochissimi anni (fra il 1596 ed il 1600), ancora incerta è l’attribuzione all’Autore. Mentre, infatti, per un analogo volume riguardante le difese costiere siciliane si è potuto stabilire con assoluta certezza l’estensore (cfr.: La Sicilia di Tiburzio Spannocchi, C. Polto, 2001), per il Nostro permane tuttora una robusta incertezza, essendo stati numerosi i tecnici incaricati in quel periodo di tempo di visitare le difese costiere, e, fra costoro, anche nomi di assoluto prestigio, quali quello di Mario Cartaro. L’autore del celeberrimo atlantino delle 12 provincie del Regno (tratto dall’opera di Nicolantonio Stigliola, del quale, peraltro, si conosce una copia manoscritta risalente al 1595 – cfr.: V. Valerio, 1993), in una lettera del 1611 al Conte di Lemos, così si esprimeva: “[…] sono andato diverse volte in diverse parti di esso Regno […] e specialmente l’anno 1600 […] in compagnia di D. Francesco Mindozza Serbellon a vedere le fortezze, castille e torri, con ordine di far disegni di quelle e darne relatione, si com’io feci” (Valerio, 1993, p. 50).

Tornando alla mia visita nello studio dell’Avv. Romano Carratelli (“Lei è il primo studioso a prendere visione del manoscritto”, ebbe a dirmi), a conclusione dell’emozionante lettura, chiesi all’ospite se per caso fosse disponibile a mettere a mia disposizione l’immagine della Torre di Pagliapoli, in quanto essa avrebbe di sicuro coronato la mia pur corposa ricerca con le notizie inedite ivi contenute. Non senza una certa, graditissima, sorpresa, la richiesta fu immediatamente e generosamente esaudita e la preziosa immagine entrò a far parte del corredo iconografico della “Sentinella perduta” (è il titolo del mio libro) … e, però, ingenerò al contempo un piccolo problema: quello della citazione in bibliografia, trattandosi di opera, al momento (e tuttora) anonima. Fu così che ebbi l’idea (e l’onore) di battezzarlo come “Codice Romano-Carratelli”: con tale intitolazione l’esistenza del prezioso manoscritto cominciò a circolare sul web, e sempre con la medesima dizione è stato di recente presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino* (dove ha riscosso un prevedibile e meritato successo) e con essa è ormai universalmente noto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA [https://www.famedisud.it/scoperta-eccezionali-la-calabria-da-sogno-del-codice-romano-carratelli/]

Si ringrazia l’avv. e bibliofilo Domenico Romano Carratelli per la gentile concessione delle immagini

*Per l’occasione, il manoscritto del codice Romano-Carratelli è stato illustrato alla pag. 48 della elegante guida “Calabria: Una regione per leggere” curata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria. 



RASSEGNA BIBLIOGRAFICA (a cura di GP)
(Mondo web)

CATALDO. 2014. Vincenzo Cataldo, “La Frontiera di Pietra” Torri, uomini e pirati nella Calabria moderna, di Vincenzo Cataldo. La frontiera di pietra Venerdì 31 Ottobre 2014, alle ore 17.30, presso la sala conferenze della libreria Culture, via Zaleuco – Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria e la Deputazione di Storia Patria per la Calabria presentano il libro “La frontiera di pietra”- Torri, uomini e pirati nella Calabria moderna – di Vincenzo Cataldo – Edizioni Scientifiche Italiane. Dopo i saluti di Lorely Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, introduce e modera l’incontro Giuseppe Caridi, ordinario di Storia Moderna dell’Università di Messina, presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Relazioneranno Mirella Mafrici, ordinario di Storia Moderna dell’Università di Salerno e il Prof. Salvatore Speziale, ricercatore presso l’Università di Messina. Sarà presente l’Autore, dottorando in Storia dell’Europa Mediterranea e cultore di Storia Moderna presso l’Università di Messina. Il conflitto tra cristianità ed Islam – e in particolare tra corona di Spagna e Impero Ottomano – durò per tutta l’età moderna. Nel tentativo di proteggere le coste degli Stati cristiani, la monarchia ispanica propose la costruzione di una cortina di torri costiere in grado di avvistare il pericolo e di propagare l’allarme. In questo volume, dedicato alle torri costiere della sola Calabria, Ultra e Citra, Cataldo ricostruisce la storia spesso dimenticata di una tragedia che vide il popolo calabrese per secoli inerme ed indifesa vittima di sanguinose devastazioni".

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