MUSSOLINI. DONGO.
ORO DI DONGO RUBATO DAI COMUNISTI.
Tutta la storiografia ideologicamente affine al PCI dette, per molti anni, un giudizio costante sull'Oro di Dongo: Che erano oro e valori rubati da Mussolini agli italiani (1).
E altro non dice.
Ma essendo stato Mussolini assassinato dal cekista Aldo Lampredi, per ordine di Mosca (al cui servizio come comandante dell'NKVD era gia' stato), l'oro e tutti i valori vennero dai comunisti prelevati a Dongo. E mai piu' restituiti.
Chi e' dunque il ladro dell'Oro di Dongo?
Chi sono i ladri dell'Oro gia' della Patria?
Io direi che i ladri sono quelli che l'oro e i molti altri valori se li sono tenuti: i comunisti.
Hanno sequestrato e per mantenere il segreto hanno ucciso; ogni e qualunque punto della lunga scìa che porta o promana dall'oro di Dongo sa di sangue. Hanno per decenni mentito, ma per tutti ed ogni particolare fra vari altri volumi si rinvia a: Massimo Caprara, "Dov'e' finito l'oro di Dongo", (in: Sergio Bertelli - Francesco Bigazzi, "PCI: La storia dimenticata", Milano, 2001, capitolo XV, particolarmente p. 319 e segg.).
E altro non dice.
Ma essendo stato Mussolini assassinato dal cekista Aldo Lampredi, per ordine di Mosca (al cui servizio come comandante dell'NKVD era gia' stato), l'oro e tutti i valori vennero dai comunisti prelevati a Dongo. E mai piu' restituiti.
Chi e' dunque il ladro dell'Oro di Dongo?
Chi sono i ladri dell'Oro gia' della Patria?
Io direi che i ladri sono quelli che l'oro e i molti altri valori se li sono tenuti: i comunisti.
Hanno sequestrato e per mantenere il segreto hanno ucciso; ogni e qualunque punto della lunga scìa che porta o promana dall'oro di Dongo sa di sangue. Hanno per decenni mentito, ma per tutti ed ogni particolare fra vari altri volumi si rinvia a: Massimo Caprara, "Dov'e' finito l'oro di Dongo", (in: Sergio Bertelli - Francesco Bigazzi, "PCI: La storia dimenticata", Milano, 2001, capitolo XV, particolarmente p. 319 e segg.).
Il famoso "Oro di Dongo", si sa, venne ben utilizzato dal compagnuccio Pietro Secchia (2).
Sei sacchetti di iuta contenenti 30 milioni di lire in pacchetti molto pressati; più 76 kg di rottami d'oro. Anche se poi si dissero recuperati solo chili 35,880.
Per l'oro, i rottami erano derivanti dal famoso oro donato alla Patria.
E che nelle ultime fasi del Fascismo si trovarono ad essere quali valori costitutivi del "Fondo riservato" della Repubblica Sociale Italiana. Cioè in dotazione discrezionale a Mussolini.
Per l'oro, i rottami erano derivanti dal famoso oro donato alla Patria.
E che nelle ultime fasi del Fascismo si trovarono ad essere quali valori costitutivi del "Fondo riservato" della Repubblica Sociale Italiana. Cioè in dotazione discrezionale a Mussolini.
Tutto ciò, quale "Oro di Dongo", sequestrato dai comunisti, venne utilizzato dall'ineffabile compagnuccio Pietro Secchia per i seguenti acquisti e finanziamenti immobiliari:
- A Milano: vari appartamenti; due villette; un palazzo in costruzione in via San Pietro all'Orto (traversa di corso Vittorio Emanuele). Palazzo successivamente dal partito comunista venduto all'industriale Cella. Colui che aveva già acquistato da Mussolini il "Popolo d'Italia".
- A Roma: venne acquistato per 30 milioni un palazzo allo stato di rustico in via Botteghe Oscure. La futura sede dello stesso PCI.
Molti anni dopo degli altri compagni, dai compagnucci chiamati "Compagni che sbagliano" (l'Italia veramente li chiamava: Assassini; il lessico del PCI non sempre fu l''italiano), alias le "Brigate Rosse", depositarono il cadavere dell'onorevole Aldo Moro nei pressi di tale palazzo.
Si disse - dai più - per far capire al PCI quello che doveva capire.
L'ha capito?
Si disse - dai più - per far capire al PCI quello che doveva capire.
L'ha capito?
Il compagnuccio Pietro Secchia fu un comunista molto particolare.
A Mosca e in Italia.
A Mosca e in Italia.
ADDENDA
Chiunque ha il diritto di smentire. Ma sarebbe opportuno lo facesse citando fonti e bibliografia. Diversamente è solo propaganda comunista: spazzatura.
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NOTE
(1) Valerio Riva, "Oro da Mosca. I finanziamenti al PCI dalla Rivoluzione d'Ottobre al crollo dell'URSS", Milano, 1999; 2002, Mondadori, capitolo VI, particolarmente pp. 146 e segg.
Chiunque ha il diritto di smentire. Ma sarebbe opportuno lo facesse citando fonti e bibliografia. Diversamente è solo propaganda comunista: spazzatura.
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NOTE
(1) Valerio Riva, "Oro da Mosca. I finanziamenti al PCI dalla Rivoluzione d'Ottobre al crollo dell'URSS", Milano, 1999; 2002, Mondadori, capitolo VI, particolarmente pp. 146 e segg.
(2) Massimo Caprara, "Dov'e' finito l'oro di Dongo", (in: Sergio Bertelli - Francesco Bigazzi, "PCI: La storia dimenticata", Milano, 2001, capitolo XV, particolarmente p. 319 e segg.).