mercoledì 27 aprile 2011

3 AGOSTO 1954: L'AMERICANO ED I TONNAROTI NEL PORTO!

E' stato emozionate ieri sera scoprire il sito della Association for Cultural Equity (culturalequity.org ), nel quale è online gran parte dell'archivio fotografico dell'etnomusicologo americano Alan Lomax.
E' una emozione che vogliamo condividere con voi, pubblicando alcuni fotogrammi scattati il 3 agosto del 1954 nel porto di Vibo Marina, legati all'attività dei tonnaroti.
Brevemente ricordiamo che a bordo di un pulmino nel 1954-55 Alan Lomax realizza un viaggio in Italia assieme a Diego Carpitella, per effettuare le registrazioni, da utilizzare con la BBC e la Columbia, dei suoni e dei canti popolari. Un viaggio avventuroso che lo porterà a trascorrere qualche giorno tra i tonnaroti prima a mare, a bordo dei barconi della tonnara ed infine nel porto. I canti qui registrati sono ormai entrati nella storia delle tradizioni popolari, ma le foto (bellissime ed uniche) di quell'inedita intesa tra l'americano ed i tonnaroti ... erano ancora sconosciute ai più. E' impressionante notare la forte similitudine tra il trasporto delle ancore a riva e le processioni devozionali: ogni ancora è portata a spalla da decine di uomini al pari delle statue di santi e madonne.
Da qualche mese sono online le circa 150 foto realizzate in quel giorno e riscoprirle farà certamente comprendere quanto andiamo dicendo da anni: riscoprire la cultura del mare partendo dall'uomo, valorizzare le nostre tonnare è impossibile senza la ricerca, lo studio e la memoria.
Abbiamo perso tante occasioni per valorizzare le nostre ricchezze, altre ancora ne perderemo ... e mentre noi arranchiamo dinanzi all'abbandono, allo sfacelo ed a tristi prospettive. Altrove celebrano la nostra storia ... mentre da noi la rimuoviamo. Oggi però ci rianimano le emozioni che il web inaspettatamente ci offre!
Cercheremo in questi giorni di contattare la Fondazione e di comprendere come realizzare qualcosa assieme per valorizzare quell'incontro tra l'americano ed i fishermen del nostro porto. Nessuno tra i vecchi tonnaroti ricorda il suo nome, ma basta accennargli de "l'americano" ed i loro ricordi riprendono vita. Così come quell'agosto del '54 è ancora vivo tra gli appunti del Lomax impressionato per la possente figura del Boss della Tonnara, ripreso al fresco dell'ingresso di un bar (il mitico bar pasticceria Comi!), e chiamato "Pescecane" dalla ciurma dei suoi tonnaroti ... che non vedevano una lira dall'inizio della stagione!






link alle immagini fotografiche The Association for Cultural Equity (ACE)

sabato 9 aprile 2011

LA TONNARA ABBANDONATA!*


* post "Abbandonata la Tonnara" pubblicato in Gli articoli per Il Quotidiano della Calabria, del 7 aprile 2011

"Un complesso architettonico di grande interesse storico quello della Tonnara di Bivona, condannato, però, a breve esistenza, visto lo stato di incuria ed abbandono in cui, da svariati anni, si trova. Difficile credere, infatti, osservando le barche poste in una zona recintata adiacente la piazzetta di Bivona, (alcuni esemplari delle quali sono ormai dal legno marcio o, peggio, ridotti a carcasse), che si tratti proprio degli ultimi testimoni del periodo in cui la frazione costituiva un polo industriale dalla flotta all'avanguardia e competitiva. Un degrado tanto più grave se si pensa che a questo complesso, vista la distruzione delle altre tonnare del vibonese, è ormai affidata la memoria storica di questo particolare tipo di attività, un tempo punto cardine e fonte di sviluppo. Uno sviluppo che, oggi, potrebbe essere intravisto recuperando il tutto facendone, finalmente, una risorsa turistica per tutto il territorio.



A dirlo è stato Nunzio Gaetano Canduci, la cui vita, in quanto figlio dell'ultimo Rais, è stata vissuta a stretto contatto con le alterne vicende della Tonnara in questione. Il padre ha infatti, come i suoi predecessori, svolto un ruolo essenziale per il funzionamento di ogni attività legata alla pesca del tonno, oltre a quella, fondamentale, di dirigere e comandare le attività dei pescatori. «Spesso mi privo di tornare in quei posti per non vedere un degrado che mi provoca una stretta al cuore, visto che la mia famiglia ha vissuto e lavorato nello stabile per mezzo secolo», ha infatti esordito Canduci.
Lo stabile in questione, di proprietà statale e attualmente in uso all'amministrazione comunale, è infatti composto dalla palazzina gentilizia in cui risiedeva il Rais con la sua famiglia, dall'ampia loggia in cui oggi trovano riparo le barche della mattanza più "fortunate" (a differenza di quelle che, fuori, sono costantemente esposte alle intemperie climatiche), e dalla piccola cappella patronale, oggi chiusa alle visite ma che, riferisce sempre Canduci, «versa in uno stato di degrado avanzato». Il tutto rappresenta, o meglio dovrebbe rappresentare, un fulgido esempio di archeologia industriale ancora esistente, legato alla pesca in Calabria. «Gli ultimi interventi, soprattutto di pavimentazione e manutenzione generale, risalgono a poco dopo l'alluvione: dopo la pulitura dal fango delle barche e dell'interno delle struttura e le riparazioni destinate alla cappella, infatti, non è stato fatto nulla, per quanto molte siano state le promesse fatte riguardo a possibili riparazioni destinate alla tettoia e alla salvaguardia delle barche, autentici reperti con più di un secolo di storia, per mezzo dell'intervento di maestri d'ascia. Le problematiche – ha riferito sempre Canduci – sono arrivate in consiglio comunale durante il periodo dell'amministrazione Sammarco, ma il fatto che non vi sia stata trovata soluzione, lo si può vedere con i propri occhi». Ancora, lo stabile è «continuamente interessato da atti di vandalismo, e molto ormai non si può recuperare». Un buon motivo per continuare a lasciare la Tonnara nell'incuria più totale? «No», ha riferito ancora Nunzio Canduci, infatti «alcune barche, al loro interno, sono quasi integre, e per tutelarle molto di più di quanto si faccia adesso, sarebbe sufficiente spostarle nella loggia, dove è già posta qualche barca. Le sollecitazioni, a questo proposito, risalgono al periodo precedente all'amministrazione Sammarco, e anche queste sono rimaste del tutto inascoltate". Altrettanto oggetto di incuria, il piccolo parco destinato ai bambini che si trova proprio a ridosso della zona recintata esterna che contiene «autentici pezzi di storia come il rimorchiatore "Caterina", " 'u Scieri" e la "Musciara", cioè una barca di servizio». Per la manutenzione dell'intera zona, l'intervento dei volontari, ha proseguito Canduci «ha fatto tanto, visto che gli stessi si sono impegnati a renderla maggiormente vivibile, tagliando l'erba e, grazie all'aggiunta di giochi, facendone un'area per bambini», che però non viene assolutamente considerata, vista la presenza di piccoli rifiuti sparsi un po' ovunque. Insomma, un degrado generalizzato che colpisce un'insieme di strutture il cui recupero «incentiverebbe molto gli aspetti turistici, visto che in tutta Bivona non c'è nient'altro che abbia un tale interesse storico. La sua trasformazione in museo, cosa avviata con l'inserimento dell'illuminazione all'interno della loggia e mai completata, costituirebbe infatti, assieme al recupero dell'intero complesso, un buon punto di partenza per riconsiderare positivamente il tutto, facendone uno strumento concreto di crescita per Bivona e non solo». L'appello, dunque, di Nunzio Canduci rivolto all'attuale amministrazione comunale, vuole essere «uno stimolo affinchè gli interventi riprendano al più presto, di modo che un bene così importante non scompaia. Soprattutto la cappella, cui sono state sottratte le statue dei santi in essa contenute, è completamente dimenticata e necessiterebbe di interventi urgenti visto lo stato di degrado avanzato. E pensare che per molto tempo è stata simbolo di questa comunità e sede di importanti funzioni religiose che creavano affluenza da ogni parte del Vibonese. In questi luoghi ho trascorso la mia gioventù e non voglio assistere alla loro scomparsa», è stato il commento conclusivo di Nunzio Canduci." Ci è piaciuto molto l'articolo pubblicato l'altro giorno sul Quotidiano della Calabria a firma di Zaira Bartucca, ne condividiamo in tutto il modo ed il senso. Lo consideriamo dunque a buon titolo un bel contributo per il recupero della Tonnara di Bivona! Grazie Zaira e Grazie Nunzio! (brano estratto integralmente dal blog dell'autrice [http://calabro9.ilcannocchiale.it/] A noi non resta che aggiungere, dinanzi al permanere di tanto degrado, una nota positiva. Era il 1991 quando crollò il solaio della cappella della Tonnara, mettendo in evidenza il rischio per l'intera struttura: Dopo quasi 20 anni dal Decreto Ministeriale di Vincolo, del 6.12.1991, ai sensi della L. 1089/1939, nei quali tanti sono stati gli studi, articoli di stampa, iniziative, incontri, scontri e ricerca di fondi per il suo recupero, restauro e valorizzazione ... il futuro Museo della Civiltà del mare è stato inserito dall’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri nel Censimento dei Musei dalla Regione Calabria. La presenza nel documento regionale della Tonnara e del suo uso museale (vedi pag. 19) è in qualche modo una importante garanzia per il suo definitivo recupero e dunque del suo inserimento nella Rete Museale della Regione! La Regione continua a sostenere il recupero della Tonnara, ma quello che finora è mancato è esclusivamente l'impegno locale. Sta a noi invertire questo dato, unire le forze, le idee e l'impegno affinchè quello che sembra oggi un traguardo ancora lontano diventi nel più breve tempo un traguardo raggiunto! [scarica intero documento in pdf]